Dici Badminton e la mente non può che correre alla leggendaria sfida Lady Marion – Lady Cocca che, con un pizzico di stramberia mista ad ironia, lo hanno portato al cinema nel lungometraggio animato prodotto da Walt Disney Robin Hood (1973). Molto veloce e tattico, può essere giocato da chiunque abbia un po’ di agilità, velocità e fantasia da vendere.
A Tokyo 2020, la Cina ha conquistato due ori con Huang Dong Ping e Wang Yi Lyu nel doppio misto e con Chen Yu Fei nel singolare femminile. Nel medagliere, inoltre, si aggiungono quattro argenti. Maggiormente popolare in Asia, ha attirato, in ogni caso, grande interesse anche nel Vecchio continente: la Danimarca è, infatti, tra le nazioni che competono costantemente ai massimi livelli.
A Parigi 2024, il badminton sarà di scena dal 27 luglio al 5 agosto all’Arena Porte de la Chapelle, nota per motivi di sponsorizzazione come Adidas Arena, una struttura nuova di zecca, con superficie complessiva di 20.000 m² e in grado di accogliere fino a 8.000 spettatori. Oltre all’arena principale, l’impianto ospita due palestre di dimensioni 44 × 24 metri, una delle quali dotata anche di 750 posti a sedere. Nel corso di 10 giorni, i migliori giocatori e le migliori giocatrici di badminton del mondo si affronteranno in 5 categorie: individuale e doppio, maschile e femminile, e doppio misto. Le prime medaglie verranno assegnate venerdì 2 agosto e le due finali individuali chiuderanno il programma, il 5 agosto.
Un po’ di storia
Considerato uno dei più antichi sport di racchetta, alcuni vasi cinesi del 3.000 a.C. ritraggono scene di questo gioco, ed ampiamente documentato nei secoli successivi da numerosi dipinti, il badminton per anni è stato, appunto, quello praticato dall’amata dell’arciere di Loxley e dalla sua corpulenta dama di compagnia: nulla più di un semplice passatempo per giovani rampolli di corte. Nel 1860, la svolta: nel salone del castello di Badminton House (Gloucestershire), a cui deve il nome, gli ufficiali dell’esercito di ritorno dall’India suggeriscono agli ospiti di giocare a Poona, un gioco orientale con racchetta, dividendo la sala con una cordicella e sfidandosi a lanciare il volano fuori dalla portata dell’avversario.
Lo sport cresce così in popolarità e nel 1877 la prima serie di regole venne scritta dal neonato Bath Badminton Club. Sedici anni dopo nasce la Badminton Federation of England che nel 1899 organizza i primi All England Championships. Nel 1981 avviene la fusione della International Badminton Federation con la World Badminton Federation, ma sarà solo nel 2006 che verrà modificato il nome della nuova organizzazione nella Badminton World Federation (BWF), attualmente la massima autorità mondiale. Attualmente è il terzo sport più praticato al mondo.
La disciplina in numeri
Nel singolare, un campo da badminton è lungo 13,41 m e largo 5,18m. La larghezza si porta a 6,1m nel doppio. La rete è alta 1,55m alle estremità e 1,52 m al centro. Il servizio deve superare la linea di servizio corto, che è distante 1,98m dalla rete. Oltre la linea di servizio corto, c’è una linea al centro per dividere i campi di servizio destro e sinistro. C’è anche una linea di servizio per il doppio a 0,76 m dalla linea di fondo. Ciò significa che ogni campo di servizio (quattro in totale) è lungo 3,96 m e largo 2,59m.
Composto da 16 piume, il volano è lungo tra i 62 e i 70 mm e pesa tra i 4,74 e i 5,5 grammi. La punta delle piume deve creare un cerchio di 58-62 mm di diametro, mentre la base in sughero o gomma ha un diametro di 25-28mm ed è arrotondata nella parte inferiore. Benché nella pratica promozionale siano ampiamente diffusi i volani di nylon, nelle competizioni agonistiche sono accettati unicamente volani in piuma d’oca.
Tutti gli incontri di singolare e di doppio si svolgono al meglio dei tre game. La prima squadra che raggiunge 21 punti vince il game. Viene segnato un punto ad ogni servizio ed è assegnato a chi vince lo scambio. Al vincitore spetta il servizio successivo. Se il punteggio è 20-20, il vincitore deve avere due punti di vantaggio per aggiudicarsi il game. Se il punteggio è 29-29, vince chi ottiene per primo il 30° punto.
Al debutto Olimpico del badminton, l’Indonesia ha conquistato entrambi gli ori di singolare grazie ad Alan Budi Kusuma e Susi Susanti, mentre la Repubblica di Corea si è aggiudicata i due titoli di doppio in palio. Da allora è emersa la Cina come la dominatrice di questa disciplina, con un totale di 18 medaglie d’oro, otto d’argento e 15 di bronzo prima di Tokyo 2020, dove ha fatto incetta di medaglio: oro e argento nel doppio misto, oro nel singolare femminile, argento nel doppio femminile e nei due tornei maschili di singolare e doppio.
L’Indonesia è la seconda forza con sette medaglie d’oro, sette d’argento e sette di bronzo, mentre la Repubblica di Corea è al terzo posto con sette medaglie d’oro, sei d’argento e sette di bronzo.
La Danimarca, col trionfo di Viktor Axelsen nel singolare maschile di Tokyo 2020, è l’unica nazione alle spalle delle tre asiatiche a poter fregiarsi di avere più di un oro Olimpico nel badminton, essendo salita sul gradino più alto del podio anche ad Atlanta 1996, sempre nel singolare maschile, con Poul-Erik Høyer Larsen.
Essendo uno sport a diffusione prevalentemente Orientale, non sorprende affatto che il record del mondo di “velocità” appartenga al Malese Tan Boon Heong, con uno smash da 493 km/h, durante un evento appositamente organizzato per superare il precedente record. In competizioni ufficiali il primato appartiene, invece, al danese Mads Pieler Kolding, 426 km/h. Per avere un raffronto il record nel tennis, in servizio, è di 263 km/h.
I giocatori da tenere d’occhio
Viktor Axelsen, Danimarca, e Chen Yufei, Repubblica popolare cinese, sono stati i campioni di singolare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e continuano a essere tra i migliori giocatori di badminton in attività. Anche Indonesia, Malesia, Giappone, Repubblica di Corea, India, Spagna, Taipei cinese e Singapore hanno prodotto ottimi giocatori da seguire con interesse.
Modalità Tv e racchette tricolori
Il Badminton è stato uno degli ultimi sport con sistema di punteggio con “cambio servizio”. Inizialmente le competizioni prevedevano di arrivare a 15 punti, addirittura 11 nelle categorie femminili, e potevano durare diverse ore, con decine di scambi eseguiti in una situazione di stallo alla messicana in termini di punteggio. Nel primo decennio del 2000, per avvicinare questo sport al grande pubblico ed aprire anche alle dirette televisive, è stato modificato il punteggio alzando l’obiettivo a 21 punti ma sposando la filosofia del “ogni scambio 1 punto”, come già avvenuto nella pallavolo qualche anno prima.
L’Italia può vantare alcune partecipazioni olimpiche nel badminton. È successo per la prima volta a Pechino 2008 con l’azzurra Agnese Allegrini; partecipazione ripetuta anche a Londra 2012. A Rio de Janeiro nel 2016 si è invece qualificata per i colori Azzurri Jeanine Cicognini. A Parigi 2024, potrebbe trovare spazio Giovanni Toti, che risulterebbe qualificato ai Giochi in singolare. Si tratterebbe di un ritorno olimpico per l’Italia dopo 8 anni e prima volta di sempre per lo sport azzurro nel singolare maschile. Occorrerà difendere il pass per gli oltre quattro mesi che mancano alla chiusura del ranking: al momento Toti sarebbe il ventinovesimo dei trentasei singolaristi qualificati ed occupa la sessantesima posizione della “Race to Paris Ranking List Badminton”.