Lo sport non è la vita, è soltanto una delle tante sfaccettature che la compone. Per questo motivo a volte può essere messo da parte a favore di missioni più importanti, in particolare se a essere in pericolo è la vita degli altri.
E’ il caso di Evaldo Becker e Piedro Tuchtenhagen, i due canottieri brasiliani che hanno deciso di rinunciare alle Olimpiadi Estive di Parigi 2024 per mettersi a disposizione del proprio popolo e aiutarlo in un momento di difficoltà. Il paese carioca è stato colpito a inizio maggio da una serie di inondazioni che hanno portato con sé morte e distruzione, in particolare nella regione di Rio Grande do Sul dove i due atleti si stavano preparando per l’appuntamento a cinque cerchi.
Ancora alla ricerca del pass per la Francia nel due di coppia pesi leggeri, i rappresentanti del canottaggio verdeoro hanno preferito metter da parte i propri sogni di gloria e mettersi a disposizione dei propri connazionali saltando le Qualificazioni Preolimpiche finali in programma a Lucerna (Svizzera) dal 19 al 21 maggio scorsi.
“Di fronte a tutto il caos che regna qui nel sud, dove stavamo svolgendo la nostra preparazione finale per la competizione Preolimpica, è diventato impossibile allenarsi a causa delle inondazioni nella Guaíba. Quando l’acqua ha iniziato a invadere la città, siamo dovuti uscire di corsa dalle nostre case. Molte persone non potevano uscire, in attesa dei soccorsi – ha raccontato Becker a Olympics.com -. Piedro e io abbiamo iniziato ad aiutare e ad accogliere i senzatetto. Ci siamo resi conto che non potevamo smettere di aiutare, non era più possibile gareggiare. Abbiamo deciso insieme che aiutare le persone in questo momento era più importante”.
Mossi da un istinto superiore, Becker e Tuchtenhagen hanno messo da parte i propri sogni a cinque cerchi consci del rimpianto di non poter esserci a Parigi, ma al tempo stesso di non dover fare i conti con la coscienza che proprio in Svizzera avrebbe rischiato di frenarli.
“È stato difficile, sì. Ci siamo allenati duramente per arrivare a questo momento, ma è impossibile. Questa è la nostra decisione e ci stiamo concentrando al 100% sul soccorso e sull’aiuto” ha sottolineato Becker che ha dovuto portare in salvo anche la figlia Valentina di soli sei anni.
Becker e Tuchtenhagen non sono stati gli unici a mettere da parte le proprie velleità sportive a favore di chi ha più bisogno e la dimostrazione è arrivata da Viviane Jungblut, già qualificata per Parigi 2024 nel nuoto in acque libere, ma in prima linea per il proprio paese; il campione del mondo di surf Italo Ferreira e l’allenatore della squadra olimpica di judo maschile Antonio Carlos Kiko Pereira. Tutti uniti per un solo obiettivo: aiutare il proprio popolo.