- Eresia deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, “afferrare”, “prendere, ma anche “scegliere” o “eleggere”). Da sempre significa scelta, ma per secoli è stata associata ad errore, è servita a indicare le dottrine religiose, non solo cristiane, che si opponevano alla “verità rivelata”.
Dal vocabolario Treccani è definita: “dottrina che si oppone a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica e per estensione, alla teologia di qualsiasi chiesa o sistema religioso, considerati come ortodossi”.
Quindi eresia diventa una scelta precisa, quella di abbandonare un pensiero riconosciuto fino a quel momento come valido, per proporre una interpretazione nuova.
Ma anche nel linguaggio comune “eresia” è uscita dallo stretto ambito religioso, mantenendo la connotazione fortemente negativa. Tanto da essere usata per identificare un errore madornale, uno sproposito: “commettere un’eresia, non dire eresie!”, oppure come sinonimo di un’esagerazione: “un prezzo simile è un’eresia!”, oppure “non seguite quel metodo di insegnamento o di allenamento, è un’eresia” e per estensione una situazione di discordia o disaccordo che determina un conflitto, uno scontro.
Nel 2014 e in molti interventi successivi, è stato Don Luigi Ciotti a restituire dignità e valore positivo a questa parola. Anch’io mi associo a queste parole e cari Insegnanti, Istruttori, Allenatori e vi auguro l’eresia:
– delle scelte;
– dei fatti prima che delle parole;
– che sta nell’etica prima che nei discorsi;
– della coerenza;
– del coraggio;
– della gratuità;
– della responsabilità e dell’impegno.
“Eretico” è colui che:
– non si accontenta dei saperi di “seconda mano”;
– studia;
– valuta;
– ricerca;
– dubita;
– va in crisi;
– crede nell’importanza delle conoscenze;
– si aggiorna e approfondisce le proprie conoscenze per trasformarle poi in competenze;
– è libero e non deve ubbidire a nessuno;
– ha il suo pensiero;
– non si fa indottrinare;
– non crede nelle “frasi ad effetto”;
– si mette in gioco in quello che fa e in quello che insegna;
– si ribella al “sonno” delle coscienze;
– non cede alla tentazione del cinismo;
– ha il coraggio di avere più coraggio;
– si ribella al “devi fare così” altrimenti “sei fuori dal coro”;
– mette la propria libertà al servizio degli altri;
– impegna la propria libertà per chi non è libero.
– più della verità ama la ricerca della verità.
Conclusioni
L’eresia della verità non è un fenomeno solo dei nostri giorni, da sempre la verità è eretica perché non si accontenta del riscontro delle parole, dei testi e delle leggi, ma vuole anche il riscontro dei comportamenti e delle scelte.
Da sempre sono “eretico” perche sono mosso da un grande desiderio di sapere, di conoscere e di “vivere”, “74 anni alla Mondoni”, una vita stratosferica!
Cari Insegnanti, Allenatori, Istruttori, vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi: SIATE ERETICI NELLA VITA E NELLO SPORT, scegliete cosa fare e cosa insegnare!