Ci voleva il Profeta dai capelli rossi Jannik Sinner per riportare la coppa Davis in Italia 47 anni dopo il Cile, ci voleva un purgatorio durissimo e poi anche un dirigente illuminato come Angelo Binaghi per creare il Rinascimento italiano, fondate su lavoro, serietà e chiarezza. Ci volevano giornata epiche a Malaga, con questi successi su Olanda, Serbia e Australia.
THRILLING
L’1-0 secondo Matteo, il numero 2 della nazionale, non Berrettini, che – ahilui – è in panchina soltanto da tifoso, ma
Arnaldi, la rivelazione della stagione, è importantissimo per alleggerire le spalle di Jannik Sinner che gioca subito
dopo. Però è anche estremamente laborioso, sofferto, duro e anche pauroso. Perché il 22enne di Sanremo,
escluso da capitan Volandri contro la Serbia dopo i 3 match point mancati contro l’olandese Van de Zandchulp, a
favore del deludente Lorenzo Musetti, è troppo desideroso di riscatto, troppo preoccupato dell’importanza del match, e
purtroppo anche in giornata-no. E quindi, troppo teso, frettoloso, non è comunque abbastanza calmo per gestire il
tennis bum-bum e falloso di Alexej Popiryn, pivot di 2 metri con evidenti problemi di spostamento.
CUORE E BATTI CUORE
Ne viene fuori un match pieno di errori e di su e giù. Arnaldi non chiude sul 5-4 e 3 set point, rischia lui il break, poi sigla il 7-5 sulla diagonale del dritto. Ma, al via del secondo parziale smarrisce la prima di servizio (solo al 44% in campo) e concede il 6-2 e tutto il coraggio del mondo all’australiano. Dopo di che per un’ora dimostra coi fatti perché è così quotato nelle statistiche “under pressure”, sotto pressione, dell’ATP Tour, salvando 8 palle break su 8. Poi, alla seconda sulla battuta del numero 40 del mondo, l’italiano che a gennaio era appena 134 del ranking e giocava i Challenger, oggi
è 44, piazza il passante di rovescio del 6-4 dopo 2 ore e mezza di sofferenza, e piange al microfono: “Un mese fa una
persona molto importante per me e la mia ragazza è venuta a mancare. Gli dedico questa vittoria, non sa quanto significa
per me. E’ stato molto emozionante giocare qui. Ho vinto una delle partite più belle della mia vita, non so nemmeno
io come ci sono riuscito. Ora si tifa per Jannik!”.
MAESTRO
Radio-spogliatoi racconta di un Sinner molto stanco: così diventa indispensabile vincere coi due singolari perché poi per il doppio sarebbero guai anche più del previsto contro i già favoriti australiani Ebden-Purcell. Ma dopo la passerella al Masters coi migliori 8 del mondo, che ha messo in fila, compreso il numero 1, Djokovic, per arrendersi poi soprattutto allo stress psico-fisico e solo in finale, ormai Jannik ha fatto un ulteriore salto di qualità. Eppoi, dopo i micidiali 1-2
contro Olanda e soprattutto Serbia, aggiudicandosi singolare e doppio anche contro il primatista di 24 Slam, il Profeta dai capelli rossi ha acquisito una sicurezza in se stesso e un rispetto da parte di tutti avversari che gli garantisce altro vantaggio.
SUPERIORITA’
Jannik, poi, è troppo superiore al furetto Alex De Minaur, fatto a immagine e somiglianza di Lleyton Hewitt, oggi capitano aussie, con gambe e polmoni ma senza il colpo del ko. Peraltro il 22enne che il tennis ha strappato allo
sci sui monti dell’Alto Adige era già avanti 5-0 nei testa a testa, si allena spesso con lui e ci gioca assieme anche
in doppio, per cui ha una frequentazione che lo pone ulteriormente al sicuro dalle sorprese. Così, malgrado non abbia
le gambe pimpanti e “Demon” si butti a rete più che può, il primo set non ha storia e l’italiano delle racchette più
precoce di sempre salva l’unica palla break sul 4-2 con un ace, per poi prendersi il 6-3.
SCONFORTANTE
Forte dell’artiglieria pesante da fondo, che lo porta sempre più spesso e più decisamente a rete, oggi, per il gioco e la sicurezza che esprime, Jannik è l’autentico numero 1 del mondo. E per De Minaur, che batte già dalla finale delle NexGen di Milano 2019, e sul quale ha un vantaggio psicologico non indifferente, non c’è proprio niente da fare. Come
sancisce il 6-0 conclusivo che riconsegna all’Italia la coppa Davis 47 anni dopo il Cile alla presenza di Nicola Pietrangeli, capitano della mitica squadra.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 27 novembre 2023)
Foto dalla nostra inviata a Malaga Marta Magni