Un bacio verso il cielo. Lacrime di nostalgia e gioia al tempo stesso per Aryna Sabalenka che dedica il secondo trofeo dell’Australian Open al suo papà, mancato quattro anni fa all’età di 44 anni. Con il padre, ex giocatore di hockey, che era per lei anche coach e mentore, Aryna sognava di vincere due titoli major entro i 25 anni di età. Sabato il sogno si è avverato con la vittoria back-to-back sulla Rod laver Arena. E il pensiero corre subito a papà Sergey: “So che è fiero di me!“.
Ha cominciato il torneo danzando felice in campo, nella pausa tra un riscaldamento e l’altro. Lo ha terminato ballando raggiante con il trofeo “Daphne” tra le braccia e scatenata insieme al suo team. Aryna Sabalenka si è confermata campionessa a Melbourne conquistando il secondo titolo Slam in carriera su tre finali disputate (la terza è quella dello US Open, persa da Coco Gauff lo scorso settembre). Sì, l’Australia sorride alla campionessa bielorussa che eguaglia il record della sua celebre connazionale Azarenka (vittoriosa in Australia nel 2012 e nel 2013) l’unica, prima di Aryna, a vincere due titoli di fila a Melbourne Park.
DOMINANTE ARYNA
La n. 2 del mondo – lo resterà da lunedì, così come la Swiatek conserverà lo scettro del ranking – ha letteralmente travolto l’inesperta Quinwen Zheng (n.15 WTA), alla sua prima finale Major in carriera e prima tennista cinese a disputarne una dopo Li Na nel 2013, con lo score di 6-3 6-2 in un’ora e sedici minuti. Del tutto sopraffatta dall’emozione e dalla tensione, la 21enne cinese non è mai riuscita a contrastare o a frenare l’avanzata dirompente dell’avversaria, commettendo tanti, troppi errori. Un vero rullo compressore Sabalenka, che ha dominato tutte le avversarie in due set con punteggi netti. L’unica a metterla leggermente in difficoltà è stata Gauff, che l’ha costretta a giocare un tie-break. Aryna è la prima tennista dopo Serena (2007) ad ottenere il titolo senza concedere neanche un set. Un percorso impeccabile e perfino migliore di quello dell’anno scorso, in cui aveva concesso un solo set in finale contro Rybakina. Devastante alla battuta, la n. 2 del mondo ha conquistato l’84% dei punti con la prima di servizio, raggiungendo anche la velocità di 189 k/h, risultati impressionanti se pensiamo alla grave défaillance al servizio che aveva attraversato Sabalenka due anni fa. Una potenza che le ha permesso più di tutte le altre giocatrici di eguagliare la forza dirompente di Serena Williams.
LA FORZA DEI SOGNI
Tanto fragile quanto “feroce” in campo, Aryna ha imparato in questi anni a superare e a gestire le emozioni e la tensione. “Ho capito che sono io la psicologa di me stessa” aveva detto all’inizio della scorsa stagione quando, dopo tanti alti e bassi, finalmente è arrivato il primo successo Slam. Insieme a suo padre, come detto sopra, sognava di vincere un paio di Slam entro i 25 anni di età. Quel giorno è arrivato e, con la forza di una tigre (non per niente ne ha tatuata una sul braccio), ci è riuscita. E lei stessa afferma di sentirsi più forte rispetto al 2023: “Ci sono sempre tante emozioni prima di una partita. Poi, una volta entrata in campo, sento di avere maggiore controllo e di essere pronta dal punto di vista emotivo. Pensavo che il successo dell’anno scorso mi avrebbe aiutata a sentirmi più libera e a non dare più importanza a certe cose. Invece le emozioni sono sempre le stesse, la voglia di vincere sempre grandissima e lavoriamo duramente per riuscirci. Ora capisco perché molti campioni piangono anche dopo aver vinto tanti Slam, perché ogni volta ci sono le stesse aspettative, la stessa pressione e la stessa voglia di vincere”.
E al suo team, cui dedica il trofeo oltre a suo padre e alla sua famiglia, dice scherzando: “Non sareste così bravi senza di me!”. La forza di Aryna è anche questa, una sana leggerezza, quel suo essere solare, divertente e sbarazzina che la rende una delle atlete più amate e carismatiche anche fuori dal campo.