Immagine di copertina © Gazzetta dello Sport
È il quarto appuntamento della stagione e quello che nel 2016 fu battezzato in modo piuttosto spiazzante il GP d’Europa è il terzo circuito cittadino dei sette previsti quest’anno, nel segno di una tendenza che vedrà questa tipologia di tracciato sempre più presente in calendario nel futuro prossimo. Idea che piace molto a “O rato” perché la F1 per le strade di grandi metropoli internazionali rappresenta una grande opportunità per rafforzare il marchio e attirare un numero sempre maggiore di appassionati, un fattore mai trascurabile, e che non rischia, stando alle parole del pilota carioca, di snaturare il motorsport:
“Con questa scelta, l’intera Formula 1 si afferma in maniera decisa. Impossibile ignorare un evento come un Gran premio, una vetrina dalla risonanza mediatica indescrivibile. L’intera città, l’intero paese sa che il tal giorno ci sarà una gara.”
Continua Fittipaldi:
“Certe volte, sulle tribune dei circuiti canonici le telecamere riprendono solo appassionati. Durante una gara che si svolge lungo un tracciato cittadino, l’intera metropoli guarda le monoposto sfrecciare sull’asfalto. Questa è la cosa più importante a mio modo di vedere”.
La Formula E, in particolare il suo modus operandi nell’organizzare gare cittadine, come stella polare. Fittipaldi plaude a questo tipo di corse e esalta la capacità di costruire un profilo delle città ospitanti da esportare all’estero, una sorta di brandizzazione:
“Ho in mente il modello della Formula E. In questo caso, la maggior parte dei circuiti sono cittadini. Per due settimane l’intera città è come paralizzata. Certo, sono richiesti molti più soldi e una preparazione più puntuale rispetto alle risorse introdotte per un circuito canonico. Ma, secondo me, ospitare un evento di tale portata è sicuramente una grande affermazione a livello internazionale sia per la città che per l’intera nazione”.
Sognando la F1 del futuro
A novembre gli occhi di tutti gli appassionati saranno puntati sul Las Vegas Grand Prix. Fittipaldi si è detto entusiasta all’idea di vedere sfrecciare le monoposto lungo la Strip, la seconda zona più famosa di tutto il Nevada dopo la famigerata Area 51. Una decisione che ha fatto storcere il naso ai puristi del motorsport. Per il brasiliano sarà, invece, uno spettacolo che non deluderà le aspettative:
“Proviamo a immaginare il GP di Las Vegas. Sarà notte, l’intera città dovrà sospendere il solito tran-tran perché gareggeranno lungo l’arteria principale della città. Sarà meraviglioso. Una splendida vetrina per l’intera F1. Questa è la direzione da intraprendere. Stefano Domenicali [N.d.R. Amministratore delegato di Formula One Group] e l’intera F1 stanno guardando al futuro nel modo corretto”.
Gli appassionati dovranno quindi entrare nell’ottica di una F1 sempre più televisiva o, come va di moda dire oggi, “instagrammabile”, in grado di regalare splendide cartoline con le quali inondare i social network. Un prodotto, come accaduto negli anni passati col calcio, sempre più votato al piccolo schermo. Un campionato del mondo extralarge, patinato e ammantato dalle luci a neon delle varie megalopoli disseminate per il globo. Gli spalti gremiti da facoltosi individui interessati a mostrarsi a favore di camera e meno a godersi la gara che si svolge sotto ai loro occhi troppo distratti da selfie e dirette Instagram.
Abbiamo “Un grande avvenire dietro le spalle” – sentenzierebbe l’inarrivabile Vittorio Gassman. L’attuale numero di appassionati non è più sufficiente a soddisfare la bulimia di organizzatori, sponsor e a rientrare nei costi di gestione sempre più elevati. Sarà una Formula 1 molto simile all’attuale Premier League, epurata del proprio tifo più caldo, del proprio folklore e restituita asettica, algida, impassibile tanto quanto un qatariota durante i rigori della finale di Coppa del mondo. Uno sport già elitario nei suoi protagonisti e, in futuro, anche nel suo pubblico.
La Formula E, poi, stenta a decollare. Dal 2014, il circus ideato da Alejandro Agag ha perso molti pezzi per strada: BMW, Audi e Mercedes hanno deciso di abbandonare nel 2021 la serie elettrica. I biglietti a una trentina di euro per un intero fine settimana di corse e con posto a sedere in qualsiasi settore della pista sono lì a dimostrare come questo mondo sia incapace, fino ad ora, di scaldare i cuori degli appassionati. Impensabile, ad oggi, accostare il fascino di Monza al GP di Formula E all’EUR di Roma. Eppure si parla di modello organizzativo virtuoso…
Siamo sicuri di voler vivere questa nuova era della classe regina del motorsport?
Perez – città: un duo di successo
Baku 2021 è un dolce ricordo per Sergio Perez, in quell’occasione alla sua seconda vittoria. Fittipaldi ha provato a spiegare le ragioni che si celano dietro le grandi prestazioni nelle gare in città del messicano in Red Bull:
“Il suo stile di guida è perfetto per questi circuiti. I suoi risultati nei circuiti cittadini sono sempre stati ottimi. Quando guidi tra le curve di una città devi essere veloce e avere la massima cura dei dettagli. Non puoi permetterti alcun errore perché i muri e le barriere sono lì ad aspettarti. Avere padronanza alla guida in un circuito cittadino è un’arte sopraffina. Perez la possiede e la usa alla grande”.
Checo Perez avrà la giusta carica a Baku, ghiotta occasione per mettere pressione al compagno di scuderia nonché rivale per il titolo iridato Max Verstappen:
“Perez sarà motivato al 110%. Ha le chance per laurearsi campione del mondo. E lo sa bene. Sa di avere tutte le carte in regola per ambire al titolo piloti. Sono sicuro che darà tutto sé stesso perché sa di poter tagliare il traguardo davanti a tutti”.
Queste le sensazioni di Emerson Fittipaldi. Domenica alle 13:00 i semafori si spegneranno e la parola passerà alla pista, l’unica bocca della verità che questo sport conosca.