Lo sport è talmente unico, e bello, e affascinante, che assegna secondi posti che valgono più di una vittoria. Non è sempre vero che ci si ricorda solo di chi arriva primo, almeno non nel golf dove competi contro il campo, non quando giochi in un grande torneo come il Bmw Pga Championship a Wentworth e ti metti comunque in tasca 700mila euro, non quando devi arrenderti ad un campione come lo svedese Alex Noren, che nelle ultime 18 buche recupera sette colpi di ritardo e la spunta con -11 da extraterrestre (segnando il punteggio più basso della stagione), non se reagisci al 74 di sabato, infilando due birdie alla 17 e alla 18, e chiudi a -9, con l’esaltante sprint su Stenson, Colsaerts e Tanihara. No, non ci si ricorda solo del primo, soprattutto, se tieni di testa, ancora una volta, con la tempra del vero campione, dopo l’arrabbiatura e la stizzita reazione di sabato ai commenti negativi, da casa, del pubblico tv e magari di qualche scommettitore. La gente aveva reagito male al primo posto che aveva perso dopo il terzo giro, la gente aveva commentato il risultato secco, la gente aveva accomunato il numero 1 italiano nel golf mondiale (ieri 34 dell’Ordine di merito, ma ora è arrivato al numero 16) ad altri atleti italiani di altri sport che, secondo un facile stereotipo, crollano alla distanza. E Francesco, che solo gli amici e i familiari più intimi sono ormai deputati a chiamare ancora “Chicco” come quand’era ragazzo, ha risposto per le rime: “Viva gli esperti da sofà”. Prendendo le distanze, giustamente, dalla pessima usanza tutta nazionale di chi parla per sentito dire, e generalizza, ancor di più in uno sport complicato, dalle mille e una variante, come il golf. Per di più in un consesso importante con partecipanti importanti come quello di Wentworth.
La cosa bella è che, pur avendo stabilito da tempo a Londra la residenza, con moglie e figli, il minore dei due fratelli torinesi che si sono fatti strada nel golf professionistico, è fierissimo di essere italiano, come sbandiera già sul sito twitter, e come ribadisce in ogni occasione all’estero, dove fa onore al nostro paese, mangiando italiano, vestendo italiano, parlando italiano, tifando da italiano. Come gli hanno subito testimoniato in tantissimi, sul suo profilo web, e chissà quanti ancora via messaggini.
Anche noi l’abbiamo fatto, per antica e consolidata stima ed amicizia, un po’ sconvolti per la violenza che può scaturire dal web, peraltro nel bel mezzo di una gara. Come infatti si è visto con la strepitosa reazione di Chicco nel secondo nove dell’ultimo giro. Non è primo, come Matteo Manassero, il secondo italiano capace di aggiudicarsi questo prestigioso evento (2013) dopo Costantino Rocca (1996), ma è un secondo ancor più memorabile. Lo racconterà ai nipotini un giorno, tranquillamente seduto sul… sofà.
Vincenzo Martucci