Quattro set decidono il derby di primo turno fra Andreas Seppi e Fabio Fognini, quest’ultimo vittorioso per (6-3, 6-0, 3-6, 6-3). Una sfida impegnativa anche dal punto di vista personale, come sottolineato in conferenza stampa dal ligure, che quest’oggi ha virtualmente assaporato l’aria della Top 10 per circa due ore e mezzo (prima che il russo Khachanov scendesse in campo con Stebe).
Ci sono sempre più italiani ad alto livello nel circuito. Giocare con un connazionale al primo turno è diventata una cosa più comune o ti sorprende?
“È sempre dura giocare con un amico, ci conosciamo molto bene ma sono molto felice perché ho espresso un ottimo tennis. Il primo set è stato particolarmente duro. Il livello era molto alto ma Andreas nel secondo non ha retto. Penso non potesse fare più di quello che ha fatto. Nel terzo poi ha cominciato a giocare di nuovo bene”.
Arrivi qui da testa di serie n.9 e campione di Monte-Carlo. Senti di avere altre possibilità?
“Sono sempre la stessa persona. Sono arrivato qui nel momento migliore della mia carriera, essere testa di serie numero 9 non è facile, sono una delle 128 persone nel draw da cui ci si aspetta qualcosa. La posta in palio è alta, è giusto essere tesi, per adesso però penso solo al secondo turno”.
Ti hanno messo su un campo importante e nella sala stampa principale. Senti attorno a te un’attenzione diversa da parte degli organizzatori e degli avversari?
“Non saprei, può essere. Non è una mia priorità, sono qui e sto bene. Sono molto vicino alla Top 10 e si parla magari come si è fatto in passato, forse adesso un po’ di più… Vincendo il torneo di Monte-Carlo, come le prospettive sono cambiate dalla mia parte possono variare anche dall’esterno. La Top 10 è un sogno, è lì, ma se non si avvera non succede nulla. In questo momento sono tranquillo, sto vivendo un sogno, un po’ come quando sono stato n.13. Forse ora c’è un po’ più di tensione ”.
Hai giocato sul Mathieu, campo nuovo, importante per i francesi. Come ti sei trovato?
“È molto bello. Peccato ci vogliano 10 minuti solo per arrivare. Praticamente ho fatto il riscaldamento due volte: una prima del match e l’altra per andare lì (ride, ndr)”.
Sei già concentrato su Delbonis? Ti ricordi quei tre match point che hai salvato?
“Sinceramente ricordo solo che ho vinto. Ogni partita è un conto a sé. Lui arriva da una buona settimana a Ginevra, ho visto qualche risultato. Ha vinto parecchie partite dure, ha perso al terzo con Zverev. È un giocatore molto potente, mancino, lo conosco bene perché abbiamo giocato parecchie volte insieme. Sono concentrato su questo round, so che è molto difficile”.
A Monte-Carlo, dopo l’esordio, avevi parlato dei problemi fisici al gomito e alla caviglia, lasciando intuire la possibilità di un’operazione. Cosa hai deciso?
“Visti i risultati ho rimandato a fine anno il tema della caviglia. Per come sono andate le cose, è stata una decisione che ho dovuto prendere. Il dolore alla gamba invece va e viene, il tempo non mi aiuta perché fa freddo ed il muscolo si contrae. Mi fa più male del solito, continuo a giocarci sopra purtroppo ma lo tengo sotto controllo. Cerco di dare il meglio di me stesso in questo Roland Garros poi andrò in vacanza con Flavia e il bimbo. Ci rivedremo a Wimbledon”.