La cosa che più impressiona è che nessuno si pone delle domande. Tutti guardano diritto avanti, pensano alla Coppa e all’Olimpiade di febbraio in Sud Corea. Il quadro però è allarmante: il circuito iridano comincia senza tanti protagonisti, sia in campo maschile che femminile. Mancherà al via nel gigante di casa il vincitore dell’ultima sfera di cristallo (la sesta consecutiva…), l’austriaco Marcel Hirscher, mancherà il norvegese Svindal, un avversario fra i più temibili per la classifica finale, lo svizzero Janka e molti altri. Non va meglio fra le donne: Rientrano la Vonn e la Gut (in condizioni da definire dopo l’infortunio di febbraio), mancheranno la slovena Stuhec, l’ultima regina della discesa, e l’austriaca Fenninger, oltre alla nostra Brignone, la cui sosta e comunque solo prudenziale dopo un problemino muscolare. Parliamo solo delle punte, ma la cifra complessiva è impressionante, oltre il 15 per cento fra atleti e atlete che avrebbero avuto il diritto di partecipare alle prove di apertura.
Cosa sta succedendo? Lo sci è sempre stata una disciplina pericolosa, il pericolo è insito in ogni prova che comporti velocità, ma i numeri adesso fanno veramente paura. La Coppa del Mondo parte con due giganti (donne e uomini), specialità che in questa stagione ha visto un cambio di parametri degli sci. Si è ridotto il raggio di sciancratura, da 35 a 30 metri. Dovrebbero essere sci più facili, in cui serve meno potenza per curvare e sulla carta non avrebbero dovuto alzare il numero degli infortunati come inevitabilmente succede ad ogni cambio di materiale. Ma gli atleti sono fatti male anche allenandosi in slalom, o con quelli più lunghi delle prove veloci.
Possibile che davvero non si possa fare nulla per evitare il massacro? Fate attenzione, in questa disciplina nessuno si ritira perché stanco di gareggiare, ma perché non sta più in piedi. Ginocchia e schiene distrutte, tante volte con estremi da invalidità civile riconosciuta. Il basket avrebbe fatto gareggiare Michael Jordan sino a settant’anni visto come riempiva i palazzetti e alzava le audience televisive, il tennis vola con Federer e Nadal. Nessuno rinuncia ai suoi campioni, lo sci li fa invece a pezzi. Tante giovani promesse sono annegate nel dolore di gravi infortuni.
Diciamocelo chiaramente: Chi di noi, davanti ad un figlio con talento motorio, ha il coraggio di proporgli lo sci? Certo, è bello, affascinante, ma rischi poi di fargli vivere il resto della vita da invalido. Non è certo la miglior pubblicità per una disciplina…
Se il problema è la velocità, limitiamola. In fondo in televisione non si vede, è l’impegno e l’azione dell’atleta che creano spettacolo ed emozioni. Se si limita la Formula 1 perché non può farlo lo sci? La Federazione internazionale sembra impotente davanti al problema, le industrie che producono materiali nicchiano perché lo sci sciancrato è più facile, va prodotto in un set ridotto di misure, ma è pure più pericoloso.
E’ un tema che richiede una profonda riflessione. La sofferenza ammessa nello sport è un’altra, non quella che ti manda sotto i ferri di un chirurgo.
Pierangelo Molinaro