Molte sono le cause e ogni atleta “superstar” ha le sue: logorio fisico, guai fisici, fragilità psicologica, mancanza di stimoli, soddisfazione di aver raggiunto il massimo traguardo possibile, non essere più al centro del mondo.
Sappiamo benissimo che i campioni vogliano competere e gareggiare quanto più a lungo possibile, sia per la passione che hanno verso la loro disciplina, sia per i guadagni che ne ricavano, ma purtroppo molti sono stati quelli che in giovane età hanno deciso che era arrivato il momento di dire “basta”!
Le risposte
Non ne potevano più di fare dei sacrifici? Volevano vivere una vita normale? Gli allenamenti erano diventati insopportabili? Volevano mangiare in modo diverso? Non volevano più andare in ritiro?
Oppure avevano guadagnato tanto ed erano soddisfatti dei loro affari? Avevano investito bene i loro guadagni? Oppure, consigliati male, avevano dilapidato tutto?
Vi presento alcuni “ritiri storici” che hanno suscitato scalpore nel mondo dello sport e non solo!
La gente si domandata il perché un campione si ritira, ……. ma non c’è un perché uguale per tutti, perchè molteplici e differenti sono le cause che hanno determinato l’abbandono.
Andy Murray
Primo posto nel ranking mondiale nel 2016, grande tennista, irriducibile, mai domo, ha combattuto da due anni contro un infortunio all’anca che l’ha tenuto fermo per un anno, continuando a tormentarlo anche al suo ritorno, con continui ritiri e poche partite giocate con grande difficoltà.
Andy Murray a 31 anni, dopo tre vittorie ai tornei del Grande Slam, due ori olimpici, una Coppa Davis e 40 tornei vinti, ha detto basta, comunicando la sua decisione di lasciare il tennis agonistico durante una conferenza stampa: “Sto lottando da troppi mesi contro il dolore, non voglio continuare così”. Non mi riconosco in questo Murray!
Perché? Dolori lancinanti? Non essere più in grado di competere ad alto livello? Brutte figure?
Nel mondo dei motori due casi eclatanti: Stoner e Rosberg.
Casey Stoner
Casey Stoner è stato il primo e unico pilota a portare un titolo mondiale MotoGp alla Ducati. L’australiano, pilota talentuoso, all’inizio della sua carriera era noto principalmente per le sue numerose cadute, nel 2006 a 21 anni ha debuttato in sella alla Honda in MotoGp e successivamente è stato chiamato dalla Ducati nel 2007 a correre “ufficiale” e subito si è reso protagonista di una sorprendente cavalcata verso il titolo mondiale. Grande anno, vittorie strepitose, ma negli anni successivi non è riuscito a replicare il risultato. Il ritorno alla Honda nel 2011 lo ha “caricato” e gli ha dato una nuova iniezione di fiducia, tanto da portarlo a vincere un secondo titolo mondiale. L’anno successivo ha stupito il mondo dei motori e ha annunciato l’addio alle competizioni a soli 27 anni.
Perché? Fragilità psicologica? Mancanza di stimoli? Aveva guadagnato abbastanza? La moto non era competitiva?
Nico Rosberg
Alla guida della Mercedes, nel 2016 è stato protagonista di una sfida continua su tutti i circuiti con il compagno di squadra Lewis Hamilton: una stagione culminata con un titolo inaspettato, conquistato proprio all’ultima gara.
Scontata la riproposizione del medesimo confronto negli anni a venire?
Nemmeno per sogno, Rosberg ha sorpreso tutti annunciando, durante la cerimonia di consegna dei premi della Federazione Internazionale dell’Automobile, il suo ritiro dalle corse a soli 31 anni.
Ha dichiarato che la sua scelta era motivata dal fatto di “aver raggiunto il punto più alto della sua carriera”. Il pilota tedesco Nico Rosberg ha lasciato la “Formula 1” da campione del mondo, sicuramente una scelta coraggiosa, magari non condivisa da tutti.
Sarà stata questa la vera causa?
Vero o non vero, comunque Rosberg non ha più ripreso il volante di un’auto in una competizione ufficiale di alcun tipo, assumendo solo il ruolo di ambasciatore del “brand” Mercedes.
Il perché del ritiro? Aveva già guadagnato tantissimo? Valeva la pena di continuare? Non si sentiva più sicuro in gara?
Dai motori al nuoto con due campioni: Thorpe e Franklin
Ian Thorpe
Il nuoto è uno sport dove la durata agonistica ad alti livelli spesso è breve, ma l’addio alle competizioni dell’australiano Ian Thorpe ha destato scalpore. Oltre al ritiro in età giovanissima, Ian Thorpe ha dovuto anche affrontare la depressione per aver dovuto negare la sua omosessualità per molti anni. Vincitore di 5 ori olimpici in carriera, soprannominato “Thorpedo”, dopo l’esordio nella nazionale “dei canguri” da quattordicenne nel 1997, la sua carriera ha preso il volo e lo ha portato a conquistare 8 medaglie olimpiche, 13 titoli mondiali in vasca lunga e 3 titoli mondiali in vasca corta. Ad Atene, al termine delle Olimpiadi del 2004, Thorpe ha deciso di prendersi una pausa temporanea dalle competizioni, per preparare al meglio i successivi Giochi Olimpici del 2008 a Pechino, con l’idea poi di lasciare l’agonismo alla loro conclusione. Alcuni problemi di salute hanno limitato la sua preparazione (infezione alla spalla operata), l’alcolismo e la depressione lo hanno costretto a ritirarsi nel novembre 2006, a soli 24 anni.
Perché? Paura della omosessualità di fronte al mondo? Fragilità psicologica? Problemi di salute?
Missy Franklin
Nata a Pasadena, nota nell’ambiente natatorio come “Missy”, si era imposta all’attenzione del pubblico nel 2010 ai campionati mondiali di nuoto in vasca corta a Dubai vincendo due ori a soli 15 anni. Nelle successive competizioni internazionali (campionati mondiali e Giochi Olimpici), ha conquistato moltissime medaglie, tra cui 6 ori ai campionati mondiali di Barcellona nel 2013. Per un’operazione alle spalle all’inizio del 2017 aveva interrotto l’attività agonistica, ha poi tentato di rientrare nel 2018, mai altre difficoltà fisiche l’hanno messa in condizione di ritirarsi a soli 23 anni.
Perché? Logorio fisico? Attività agonistica precoce?
Dal nuoto al calcio con Van Basten
Marco Van Basten
Nel calcio, sport dove normalmente la carriera agonistica si chiude intorno ai 35-40 anni, Marco Van Basten ha comunicato a San Siro nell’agosto del 1995 che era giunto il momento di lasciare a 30 anni!
Non era riuscito a recuperare completamente, non riusciva ad essere “quello di prime” e quindi era meglio abbandonare il palcoscenico internazionale. Grande sconforto per il popolo rossonero, ma anche per tutto il mondo calcistico.
Vincitore di 4 scudetti e 3 Champions League con i rossoneri, 3 campionati olandesi con l’Ajax, 1 campionato europeo con l’Olanda, Van Basten è considerato da tutti uno dei giocatori più forti e talentuosi della storia del calcio. Nella sua carriera è stato colpito da diversi problemi fisici, tra cui un grave infortunio a entrambe le caviglie. Nel 1993, a 28 anni, Van Basten si è sottoposto per la quarta volta a un intervento chirurgico alle caviglie, trascorrendo poi due anni fuori dai campi per recuperare l’efficienza fisica.
Perché ha abbandonato? Logorio fisico? Troppo stressante l’attività calcistica a grande livello? Non è stato “curato” bene? Aveva iniziato a giocare in età giovanissima e quindi aveva “finito la benzina”?
L’ultimo caso di ritiro precoce è quello di “Macha”.
Maria Sharapova
La tennista russa, etichettata “Masha”, ha dato l’annuncio del suo ritiro dalle competizioni con una lettera pubblicata da Vanity Fair e Vogue. Grande stile che si addice a una “prima donna”.
Vincitrice di cinque tornei del grande Slam, è entrata nella storia per essere stata la numero uno nel ranking mondiale nel 2005 e per aver vinto il prestigioso torneo di Wimbledon sull’erba a soli 17 anni.
La squalifica per il doping, dopo la positività al meldonium durante gli Australian Open del 2016, le ha costato uno stop di due anni, poi ridotti dal Tas a 15 mesi. Ha iniziato molto presto a giocare a tennis, a sei anni ha conosciuto Martina Navratilova, che ha intuito subito le sue potenzialità e le ha consigliato di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1995, per frequentare l’Accademia di Nick Bollettieri. Molto bella, affascinante, delicati i suoi completini tennistici, a lungo è stata la tennista più pagata del circuito, soprattutto grazie a sponsor milionari.
Dopo il faticoso rientro, qualche vittoria e molte sconfitte, nel 2019 agli US Open, i primi segnali (un dolore alla spalla e i tendini sfilacciati) hanno suonato come un campanello
Nemmeno l’incontro con Piatti l’ha fatta recedere dalla sua decisione.
Perché ha abbandonato? Logorio fisico? Inizio troppo precoce? Il fatto di non essere più sotto i riflettori? Le troppe ultime sconfitte? La perdita degli Sponsor?
Conclusioni
I campioni abbandonano e basta. E’ inutile chiedere loro il perché!