La ragazza prodigio è cresciuta, non di muscoli, non di pressioni, come si temeva, ma di testa. Lo vedi in campo e lo vedi fuori. “Dopo aver perso subito agli Australian Open, una volta superato il primo ostacolo qui al Roland Garros mi sono rilassata. Mio sento più libera nei movimenti e di tirare i miei colpi per poi sfruttare le palle più corte che mi arrivano di là del net”.
Coco Gauff non è più la bambina che s’aggirava con la scritta “mi mandano le Williams”, non è più la nuova grande speranza dei neri d’America, non è la figlia dell’ennesimo padre-padrone, è una professionista seria e quotata ben oltre la questione dell’età, che certo colpisce, da classe 2004 già accreditata del numero 23 in classifica, ma impressiona di più al Roland Garros per come mette in riga Rebecca Marino, Alison Van Uytvanck e Kaia Kanepi, proponendosi dagli ottavi contro la volpe Elise Mertens.
“Intanto, penso che, mentalmente, mi sento molto meglio rispetto a un anno fa. La partita che vado a giocare l’ho giocata prima, l’anno scorso ad Eastbourne, e l’ho vinta 0-6 7-6 7-5, con lei che sul 6-5 del secondo set ha servito per il match. Oggi penso di essere molto di più preparata a giocare due settimane di tennis in uno Slam. E so che contro di lei devio usare la varietà che mi aiutò l’anno scorso sull’erba”.
MATURITA’
La bella atleta dalle braccia e dalle gambe lunghe è sempre scortata da papà Corey (ex cestista di Georgia State) e mamma Candi (già eccellente ginnasta e anche velocista su pista per Florida State University), ma ha una luce diversa negli occhi e nelle parole.
“Papà parla tanto, non gli faccio raccomandazioni perché si controlli prima di giocare, c’è mamma che lo blocca quando esagera. Ho imparato a non guardarlo quando perdo un punto; lo faccio di più quando lo vinco perché ha delle super reazioni. Anche ai miei fratelli che giocano a basket danno fastidio certe cose che fa in tribuna”.
Le ultime star degli Slam si sono offuscate per problemi mentali, lei schiva alla grande il moloch social-network: “Tutte noi riceviamo moltissimi messaggi, spesso sono da siti che non hanno followers, non li prendo sul serio. Anzi, lo trovo divertente. Spesso scherzo con gli amici dei messaggi più pazzi che mi arrivano. Non mi faccio influenzare da queste cose. So che molti hanno avuto problemi con queste cose, ma non vedo come si possano fermare”.
Sa anche di più, la ragazza: “A me il tennis non sembra un vero lavoro, se devo pensare a questa parola, almeno nel Stati Uniti, penso ad orari fissi, dalle 9:00 alle 5:00, con la gente che ha paura di andare a lavorare. Io non ho paura di quello che faccio. Ovviamente ci sono persone nel mondo che amano il proprio lavoro e ce ne sono molte altre a cui non piace il proprio lavoro. Io sono fortunata perché amo il tennis. Se non l’avessi fatto… Quando ero più giovane dicevo che sarei voluta diventare un biologo marino, ma crescendo mi sono resa conto di quanto avrei dovuto studiare e lho cancellato. Anche come psicologo dello sport dovrei lavorare sodo…”.
L’ex pro francese Fabrice Santoro non trattiene il suo stupore: un’americana che brilla sulla terra rossa, com’è possibile? “Il segreto viene dai miei movimenti, che sono uno dei miei punti di forza su altre superfici e che sulla terra si esaltano. Mi piace molto scivolare. Penso che mi aiuti a recuperare più velocemente dopo aver raggiunto la palla. E credo anche che, col sole e la temperatura più alta, il mio diritto rimbalzi più alto e diventi ancora più importante”.
Senza dimenticare che, con tutte le debite differenze, Coco, sulla via del numero 1 del mondo under 18, ha anche vinto il Roland Garros di categoria: “Adoro questi campi di Parigi, è difficile trovare un cattivo rimbalzo e nel tempo la superficie è diventata veloce il giusto. Secondo me non esiste al mondo una terra rossa migliore di questa”.
Vuoi vedere che prima o poi è questa la terra promessa Slam di Coco Gauff, ancor prima dei campi più veloci? Dopo il test Mertens, doppista dalle mille arti, sulla strada della wonder Women Usa ci sarebbe la vincente di Teichmann-Stephens nella fetta di tabellone che ha accusato la morìa di teste di serie.
Vincenzo Martucci (Testo e foto tratti da supertennis.tv)