I facili buonisti vogliono sognare: lo sport sia scevro dalle questioni politiche e sociali, l’Olimpiade sia oasi felice di libertà. In realtà, così come nessuno risolve i guai di una Russia così economicamente e militarmente potente, nessuno può costringere uno schermidore o un tennista a stringere la mano ai fratelli di chi gli ha invaso casa e gli sta uccidendo i fratelli. Così, le anarchiche della racchetta, le super donne ucraine, se ne fregano dei Giochi estivi – a Parigi di qua a un anno – e continuano a lottare impavide con le proprie armi della protesta nel nome della propria gente. Lesia Tsurenko fa a braccio di ferro col CEO WTA, Steve Simon, che forse voleva soprattutto sposare il “volemose bene” olimpico, Elina Svitolina, si fa adottare dal Roland Garros insieme alla neonata nel nome della famosa libertà e, subito dopo il clamoroso no alla frontiera polacca di Vera Zvonareva, l’ex numero 2 del mondo russa dichiaratamente pro Putin (o peggio), la 23enne Dayana Yastremska ha chiesto ufficialmente un’ammenda per l’avversaria, la 16enne russa, Mirra Andrea, per un like social pro Putin.
PACE IMPOSSIBILE
Nel tennis la stretta di mano sulla rete, a fine match, è sempre molto più difficoltosa del terzo tempo del rugby. Le invisibili ferite che si infliggono i tennisti sono spesso più dolorose e profonde dei segni evidenti che si lasciano i lottatori della palla ovale. Molti match delle donne lasciano tanti strascichi e graffi e ripicche, e spesso si concludono con saluti sfuggenti, fugaci e imbarazzati, senza comunque sedare gli antichi dissapori. Oggi, poi, c’è la questione dell’invasione russa, c’è il no ufficiale della stretta di mano degli ucraini ai nemici e c’è l’atteggiamento di molte connazionali di Putin che alle figlie di Kiev non piace. Figurarsi dopo aver rimediato un pesante 6-0 6-2 sul campo, come è successo alla Yastremska, a Losanna, da parte dell’ultima bambina prodigio di Mosca. La reazione dell’ucraina è stata violenta e insolita, sulla scia della disputa fra le due già ricca di altri capitoli: “Ho fatto un post sulla situazione che ho appena vissuto in Svizzera e che trovo difficilmente accettabile. Le istanze del tennis rimangono purtroppo indifferenti alle atrocità commesse in Ucraina. Tempo fa ho chiesto che fossero prese sanzioni contro Mirra Andreeva per aver messo un “like” su un post sui social media che riguardavano chiaramente le atrocità commesse contro gli ucraini e la WTA ha semplicemente indicato che non sarebbe intervenuta. Sono sconvolta ma rimango impegnata a combattere per il mio paese, la mia famiglia e i miei amici in Ucraina. Vorrei ringraziare in modo particolare la Svizzera e gli organizzatori del torneo per la calorosa accoglienza”.
NUOVA SHARAPOVA
Mirra dai bei lineamenti e dal sorriso sempre pronto, come la lingua, da sempre orgogliosa erede di Maria Sharapova, e perciò anche lei molto più intelligente in campo e brillante fuori di tante colleghe, ha dribblato le accuse dell’ucraina e ha risposto scherzando all’intervista in campo, rimanendo nell’ambito del tennis: “Ad inizio anno avevo altre pretese, ma ora prima di fine stagione voglio entrare nelle top 50. Posso farcela e mi piacerebbe tantissimo. Se non ci riesco ho ancora forse 20 anni davanti a me per riuscirci”. Anche se poi, sicuramente distratta dal polverone alzato dalla Yastremska e dalle domande insidiose e ripetute che le sono state poste, ha perso a sorpresa contro Anna Bondar, 155 del mondo.
articolo ripreso da Supertennis.tv, foto ripresa da https://firstsportz.com/ (Credits WTA/Eurosport9