Spesso i giovani d’oggi smarriscono la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male a causa della
moltitudine di stimoli esterni.
A 14-15-16 anni arrivano già i primi segnali di indifferenza emotiva, per cui sembra che un ragazzo
non riesca più a provare emozioni di fronte a gesti o a fatti che avvengono.
A quest’età, a molti interessa solo ciò che procura una gioia istantanea, l’adesso e non il futuro,
l’essere bugiardi per ottenere qualcosa, i sentimenti positivi sembrano essere scomparsi e
commettere azioni sbagliate appare per loro come una cosa normale e giusta.
Nell’adolescenza, età molto difficile, avviene un’importante crescita emotiva e gli “input” esterni
sono più affascinanti dei moniti e degli insegnamenti degli adulti.
I giovani d’oggi si sentono i padroni del mondo e cominciano a chiudersi in sé stessi, a scuola
spesso si comportano male con gli Insegnanti, a casa rispondono ai genitori, non ubbidiscono, in
palestra fanno gli strafottenti, non accettano le correzioni dell’Allenatore, non si impegnano, o
meglio fanno finta di impegnarsi.
Il loro mondo è troppo spesso occupato da “cose materiali”; (il telefonino, gli amici, il fare il
contrario del normale perché è giusto così, il loro “mondo virtuale”), che di certo non sono
dimostrazione dell’amore genitoriale, dell’affetto e della stima degli Insegnanti e degli Allenatori,
che dovrebbe essere la base di ogni processo educativo e che possono sembrare la soluzione al
problema.
Come dimenticare il cambiamento nel modo di vestire! Si dà sempre più importanza all’aspetto
esteriore e alle marche all’ultimo grido, mentre prima si badava soprattutto alla personalità
dell’individuo.
Agli allenamenti spesso ci si presenta con le scarpe slacciate, la bandana, la fascetta, i “fantasmini”
(una volta si arrivava sempre in orario, ben vestiti e con i calzettoni lunghi fino quasi al ginocchio).
Oltre alle relazioni profondamente rivisitate, anche i luoghi hanno avuto un cambiamento radicale:
ad esempio prima i parchi e gli oratori erano i luoghi di ritrovo per i giovani, ora i punti di ritrovo
sono i social network.
Un altro fattore fondamentale, non concesso ai giovani nel passato, è l’eccessiva libertà offerta da
quei genitori, che non curanti dei rischi a cui i propri figli vanno incontro, rischiano di finire in vere
e proprie tragedie.
Infine, negli ultimi anni si è diffusa a dismisura la moda dei “selfie”, tuttavia, bisogna sottolineare
che questo fenomeno non riguarda tutto il mondo adolescenziale: troviamo infatti molti ragazzi
ben educati che non sono interessati, e preferiscono seguire le orme dei propri genitori.
Il loro mondo virtuale
Il “loro mondo virtuale” si trasforma in reale ……… e gli scherzi, le scampagnate con gli amici, le
“suonate di campanelli e poi via di corsa, i “cori” e gli sfottò, che hanno reso le adolescenze
passate indimenticabili, sembrano ormai aver perso il confronto!
I giovani d’oggi (non tutti, meno male!) si chiudono in un mondo tutto loro, governando il loro
stato mentale e cancellando le relazioni con il mondo esterno. In passato le amicizie venivano
instaurate e consolidate con il puro contatto e dialogo, ora il contatto avviene attraverso uno
schermo e influenza notevolmente i rapporti tra coetanei, provocando spesso amicizie virtuali, che
si rivelano rischiose.
Pur non dimenticando che il “gap generazionale” è sempre esistito, che l’adolescenza di tutti noi è
sempre stato un problema per gli adulti di ogni tempo, pare che oggi si sia dilatato a dismisura.
Con il passare del tempo è diminuita la corretta comunicazione che i giovani dovrebbe avere con i
Genitori, con gli Insegnanti e con gli Allenatori, molti giovani non si prendono più le loro
responsabilità e non sanno valutare la differenza tra il dare e l’avere, per loro conta solo l’avere!
Penso che un buon contributo al miglioramento della situazione potrebbe fornirlo la Scuola e……..
tra tutte le materie che si studiano a scuola non ci sono quelle che dovrebbe essere ritenute
importanti e fondamentali:
– l’educazione alla crescita;
– l’etica;
– il rispetto delle regole;
– il preoccuparsi delle emozioni dei giovani.
Sono convinto che in un futuro non lontano, si possa riuscire a capire l’importanza di ciò, perché i
giovani d’oggi non sono e non possono essere delle “macchine”, ma hanno forti stimoli che
bisogna imparare ad alimentare in modo positivo.
Datevi da fare Genitori, Insegnanti, Istruttori e Allenatori: è un compito vostro aiutarli nella
crescita!