Sarà l’età, sarà l’istinto, sarà il naturale desiderio di lasciare una traccia, sarà anche interesse, di certo, molti campioni dello sport quando intraprendono il viale del tramonto si avvicinano a un giovane rampante. Non scomodiamo il più celebre sorpasso dell’allievo sul maestro, con Giotto e Cimabue, ma anche nel tennis la connessione umana e professionale si ripete, nel tempo. Da Ivan Lendl e Pete Sampras di fine anni 80, a Roger Federer-Sascha Zverev di oggi. Allora, “Ivan il terribile” invitò nella sua casa-fortino nel Connecticut per spiegargli sul campo, durante la preparazione invernale, che il talento tennistico non basta per dominare, occorrevano – e occorrono sempre più – fisico bestiale, tenuta mentale e dedizione assoluta. E contribuì, nove mesi dopo, all’esplosione di “Pete The Pistol”, agli Us Open del ’90. Quello fra il burbero cecoslovacco, così duro anche con se stesso, e il taciturno californiano, cresciuto col complesso di Andre Agassi ed allevato al tennis lontano da casa, da un amico di famiglia, non poteva essere un rapporto giocoso. I sorrisi erano merce rara. E ancor meno sono state le dichiarazioni e le apparizioni pubbliche comuni. Anche perché già a quei famosi Us Open, l’allievo mise in pratica i dettami del maestro domandolo nei quarti, in cinque set.
Zverev che, insieme a Rafa, è il secondo compagno abituale di Roger anche nelle esibizioni. L’ultima in Sud America, con l’eclatante record assoluto dei 42mila spettatori per il match di Città del Messico. Ed è sempre pronto ad ascoltare i consigli del maestro. Perché percepisce che ne guadagna tanti benefici. Come testimonia l’ultimo sprint sulla scia della Laver Cup, dopo una stagione così e così. Abbiamo visto il giovane Sascha che palleggia nei posti più impensati col mitico Roger, sempre in Sud America, che gigioneggia in campo da consumata “spalla” del Magnifico, che ride e scherza insieme al campione svizzero. E poi l’abbiamo visto che consola il Magnifico che ha avuto un crollo emotivo dopo la cancellazione dell’esibizione in Argentina a causa del coprifuoco imposto in città dalle proteste e dagli scontri in piazza. Il filmato di ESPN con Roger che scoppia in lacrime negli spogliatoi per aver deluso i tifosi e Zverev che lo conforta è diventato virale. E stiamo vedendo i batti e ribatti scherzosi fra i due a proposito dell’ultimo premio vinto da Roger, ancora e sempre il più elegante tennista del decennio, secondo la rivista GQ. Con Sascha che racconta di aver votato più volte per lui.
E il Magnifico che se la ride beato e rilancia la sua scommessa sull’allievo, prossimo a firmare un torneo dello Slam. Anche se finora sulla distanza lunga del tennis, match al meglio dei cinque set e due settimane di torneo, s’è sempre arenato in fretta. Come Lendl & Sampras anche la coppia Federer & Zverev è legata a doppio nodo dalla stima reciproca. Nel caso di Sascha anche da un episodio di una decina d’anni fa, quando il pargolo degli Zverev – papà Alexander senior e il fratello Mischa sono stati entrambe tennisti professionisti – era la grande promessa al seguito, e chiese timidissimo un autografo al grande Federer. Una pietra miliare nella evoluzione del bambino d’oro, come ha rivelato lui stesso in un’intervista: “Roger mi disse: “Se lavori duro, un giorno potremmo giocare l’uno contro l’altro da qualche parte”.
Il lavoro nobilita l’uomo, anche se ha le stimmate del campione