Nasce a Paluzza, provincia di Udine, Manuela Di Centa, eroina azzurra ai Giochi di Lillehammer 1994. Partecipa a tutte le cinque gare finendo 2 volte prima (15 km tecnica libera e 30 km tecnica classica), 2 volte seconda (5 km tecnica libera e 10 km a inseguimento) e una volta terza (staffetta).
L’impresa la consegna alla storia dello sport mondiale: come lei solo altre cinque donne: Lyubov Yegorova e Yelena Vialbe a Calgary 1992, Larisa Lazutina a Nagano 1998, Cindy Klassen a Torino 2006 e Marit Bjorgen a Vancouver 2010.
Quel magico febbraio del 1994 è il culmine dei una carriera iniziata per scommessa, interrotta per rabbia, ripresa con la cocciutaggine di chi sa di avere le stimmate del campione. È alta, filiforme, resistente; i primi Mondiali già nel 1982 e le prime Olimpiadi a Sarajevo nel 1984, ma sono risultati grigi. Esplode tardi, a quasi 26 anni ottenendo il primo risultato di rilievo a Kligenthal (Germania Est), con il terzo posto nella 10 km a tecnica classica di coppa del Mondo.
La prima vittoria importante, sempre in coppa del Mondo, nella 15 km a tecnica libera di Pontresina (Svizzera), centrata il 18 febbraio 1990. Sarà la prima di 15 vittorie che le frutteranno due coppe del Mondo assolute, la prima nel 1994 e la seconda nel 1996.
Nel 1991, ai Mondiali in Val di Fiemme, conquista le prime medaglie: una medaglia d’argento nella staffetta e due bronzi (5 km a tecnica classica e nelle 30 km a tecnica libera). Alle Olimpiadi di Albertville 1992 arriva la prima medaglia (bronzo in staffetta). Ai Mondiali di Falun 1993 due argenti nella 30 km a tecnica classica e ancora in staffetta. Dopo l’abbuffata di Lillehammer, conquista ancora l’argento (30 km tecnica libera) e il bronzo (5 km tecnica libera) ai Mondiali canadesi di Thunder Bay 1995 e il bronzo in staffetta alle Olimpiadi di Nagano 1988. Dopo il ritiro diventa membro del Cio, raggiunge la cima dell’Everest nel 2003 e poi viene eletta nel Parlamento italiano per due legislature.