DISCESA SPRINT Nel calendario della prossima stagione, approvato nell’assemblea appena conclusa a Portoroz, è stata introdotta la discesa sprint, che si disputa in due manche. Toccherà alle donne a fine febbraio a Garmisch Partenchirken (Ger), nell’ultima prova prima dell’Olimpiade di Pyeong Yang, in sud Corea dal 5 al 18 febbraio 2018. La discesa sprint è nata in emergenza quando non c’era abbastanza neve per allestire una discesa completa. Una gara che si è dimostrata più volte una lotteria.
Ma nel 2020 la discesa sprint potrebbe prendere il posto del superG, che dovrebbe scomparire insieme alle combinate. Ed è un peccato perché il superG, dopo anni in cui ha faticato a trovare una sua dimensione tecnica, nelle ultime stagioni ha dimostrato di poter essere altamente spettacolare. La chiave è la pista su cui si disegna il tracciato. Non tutte vanno bene, servono piste larghe e mosse ed è necessario restringere la discrezionalità dei tracciatori. Perché il superG sino ad ora è variato fra una discesina ad un gigante un po’ più veloce, favorendo questo o quell’atleta.
IL FASCINO Il fascino di questa specialità sta nel fatto che la velocità va inventata ed emergono solo quegli atleti che dispongono di una tecnica estremamente raffinata. Va bene un gigante, ma a 30 km/h in più. Sarebbe un peccato perderla ora che si stanno plasmando dei veri e propri specialisti. Aumentano invece i paralleli, sia i Team Event (a squadre) che i City Event ( individuali), una gara pericolosa per gli atleti e che somiglia tanto a “Giochi senza Frontiere” di antica memoria…
Una modifica importante accennata da Waldner è pure la riduzione del numero coppe continentali, che potrebbero diventare un torneo di qualificazione per il circuito maggiore.
Una modifica importante accennata da Waldner è pure la riduzione del numero di partecipanti alla coppa del mondo fino al massimo di 50, così che le coppe continentali potrebbero diventare un torneo di qualificazione per il circuito maggiore….
PIU’ CORTE Comunque bisogna porre attenzione nel modificare le regole dello sci alpino. Una chiave per trovare maggior spettacolarità potrebbe essere quella di accorciare le gare. I materiali di oggi sono molto performanti, ma anche estremamente impegnativi da punto di vista atletico. Come si può chiedere ad un gigantista che ha davanti una prova da un minuto e 20 con sci che gli permettono solo un minuto di forza massimale, di andare a tutta ed esprimere il massimo del suo livello tecnico? Oltretutto gare troppo faticose sono un indubbio stimolo al doping. C’è chi sostiene che con gli attuali attrezzi uno slalom potrebbe esprimere il massimo in 45 secondi, il gigante in un minuto, il superG in 1’20” e la discesa sino a 1’40”. Quindi gare più corte e nervose con atleti impegnati al massimo nel dare il meglio di quello che sanno fare.
Ultima cosa, l’inversione dei 30 nella seconda manche rispetto alla classifica della prima nelle prove tecniche. Cose si fa a tenere alta l’audience televisiva quando si sa che i risultati della prima mezz’ora (se la pista è in condizioni decenti) non contano nulla per l’esito finale?
PISTA DI RISERVA La cosa che di sicuro lo sci ha patito più di ogni altra cosa nelle ultime stagioni è l’incognita atmosferica. E’ una disciplina outdoor, quindi un margine di rischio esisterà sempre, ma è la mancanza di neve nella prima parte dell’inverno a preoccupare davvero. Gare cancellate, calendari rivoluzionati, abbuffate di gare dove si può recuperare. Forse è il caso che la Fis cominci a pensare ad una pista di riserva capace per le sue caratteristiche di poter ospitare tutte le 4 specialità. Una pista da allestire in una località storicamente fredda ed a una certa altitudine, la cui preparazione verrebbe finanziata dalla Fis stessa e dalla società che detiene i diritti televisivi. Meglio spostare una sede che cancellare una gara perché i buchi in calendario, è provato, fanno calare l’interesse.
Pierangelo Molinaro