Con quella faccia un po’ così, quel moto perpetuo da trottolina, quell’attitudine battagliera e quel coraggio che sfocia nell’incoscienza e in colpi impensabili, Elisabetta Cocciaretto è la Arancia Sanchez de noantri. Come la bambina terribile che fece impazzire ”signorina dritto” Steffi Graf sgraffignandole Slam che nessuno pensava potesse prendersi. Nel nome della ragazza della porta accanto, della figlia maschiaccio che proprio non ci sta ad abbassare lo sguardo e darsi battuta. Anzi, con il sorriso furbetto di chi ha appena fatto una marachella. E ne farà sicuramente un’altra.
SINCERITA’
Il suo segreto è la semplicità, il sorriso che fotografa la felicità di chi si diverte davvero a giocare, a calcare la scena e dare tutta se stessa, con lo spirito ideale che conquista il pubblico. Basta riguardare il video dell’intervista in campo post semifinale di Losanna, dopo il secondo match point salvato nel corso della trionfale cavalcata. Che, al di là del risultato sotto il traguardo della seconda finale WTA stagionale e della carriera, rappresenta comunque un successo, un premio alla scoppiettante personalità della 22enne di Ancona, in barba agli appena 166 centimetri d’altezza, da orgogliosa numero 1 italiana nel ranking WTA. Elisabetta ha infatti la forza della sincerità con se stessa, la coscienza dei propri limiti e delle proprie qualità, la considerazione del grandissimo lavoro che ha fatto e fa ogni giorno con coach Fausto Scolari. “Cocci” ha una gran testa, dentro e fuori del campo da tennis, per cui sa benissimo quel che deve fare e come farlo, e si sforza al massimo per entrare nel gioco e nella testa dell’avversaria, anche se, come le è successo al Roland Garros, è un totem come Petra Kvitova. Ruzzolando, sbuffando, gemendo, correndo di qua e di là come una trottola inesauribile, somiglia tantissimo alla favolosa spagnoletta Sanchez, capace degli anni 90 di salire al numero 1 del mondo, con 69 titoli, fra cui 4 Slam.
TESTA
Elisabetta sta facendo gli esami di Giurisprudenza (a Camerino), ma sa conquistare i suoi spazi e vivere i suoi 22 anni, come racconta anche via video con le serate davanti alla tv con la musica a palla, mentre balla scatenata con i familiari del coach. “Adoro ballare”, confessa. Così come sogna: “Vorrei entrare nelle top 10 e vincere Roma”. Ribadisce la sua forza mentale, a Wimbledon: “Giocare sull’erba migliora le mie qualità, non mi pongo limiti, voglio solo essere fiera e felice di me stessa”. Professa sempre estrema umiltà: “C’è ancora tanto lavoro da fare ma sono sulla buona strada”. E, soprattutto, sbandiera un gran senso dell’autocritica: “Devo costruirmi piano piano, devo rispettare i miei tempi e non pretendere tutto e subito. Devo migliorare fisico, atteggiamento, tennis e gestione dei momenti importanti. Eppoi a volte non mi comporto da professionista, sono ancora un po’ bambina”.
Ecco, anche in questo essere un po’ bambina somiglia tanto all’Arancia che faceva impazzire la wonder women Steffi. Come la spagnoletta terribile anche “Cocci” sa gestire la pressione e col suo moto instancabile, spinta da piedi e occhi velocissimi, copre tutto il campo, cambiando ritmi ed angoli e passando in un baleno da difesa ad attacco. Sempre col sorriso. E chi lo batte quel sorriso furbetto?
*Pubblicato su Supertennis.tv