Cari genitori,
la motivazione per la quale vostro figlio pratica un’attività sportiva può essere completamente diversa da quella che voi avete in testa.
La società dei giorni nostri impone paragoni sempre più sfidanti in tutti i campi e quindi anche nello sport e questa pressione ricade tanto sui genitori, quanto sui bambini, sui giovani e sui loro Istruttori e Allenatori.
I genitori avvicinano i bambini e i giovani alle attività sportive che essi stessi hanno praticato e che prediligono, aspettandosi che le motivazioni del bambino e del giovane coincidano con le loro.
Molti bambini e molti giovani si sentono sotto pressione per via delle aspettative dei loro genitori, per il giudizio dell’Istruttore e dell’Allenatore e dei loro compagni di squadra.
Vi propongo un Decalogo da leggere bene e da studiare:
1) alle competizioni non dovete insultare i giocatori della squadra avversaria;
2) durante il gioco non dovete insultare l’arbitro;
3) prima di contestare platealmente davanti a tutti, informatevi bene cosa dice il Regolamento Tecnico;
4) non dovete difendere i vostri figli sempre, anche se hanno torto;
5) fate i “supporters” non i tifosi!
6) “vivete” le partite e le gare in modo tranquillo e non traumatico, rendendole un momento importante, interessante e piacevole, ricordando che si tratta sempre e comunque di un gioco;
7) incoraggiate i vostri figli a impegnarsi sempre di più, facendo capire loro che l’impegno in palestra, a scuola e nella vita, sarà una futura fonte di soddisfazione;
8) ricordatevi che le attività sportive sono forme di socializzazione e di divertimento e non “guerre” da vincere sempre e a tutti i costi;
9) la delusione di una sconfitta diventa un mezzo per crescere, perché la “non vittoria” stimola a migliorarsi attraverso gli allenamenti e quest’atteggiamento si riflette positivamente sullo svolgimento delle attività scolastiche dei vostri figli;
10) fate i genitori! Che esempio date ai vostri figli se vi comportate male?