Campione del mondo in carica di Moto2, Pecco Bagnaia è l’esordiente più atteso della classe regina. Ormai mancano poche ore alla prima gara della stagione (sul circuito di Losail, in Qatar, come da tradizione), ma il 22enne fuoriclasse di Chivasso, che ha firmato un contratto biennale con la Ducati e correrà nella scuderia Alma Pramac Racing, non sente la pressione. “Fossi rimasto in Moto2, probabilmente avrei corso con il numero 1 sulla carena: di sicuro avrei accusato un po’ la tensione e la responsabilità. In MotoGP non ho niente da perdere e tutto da imparare” spiega.
Che effetto ti fa l’idea di confrontarti con i migliori rider del pianeta?
“Non mi sembra vero: la massima categoria è, ovviamente, la massima ambizione di qualsiasi pilota e guidare un prototipo è una delle emozioni più forti che abbia mai provato in vita mia”.
La Desmosedici com’è?
“Ha una potenza incredibile. L’ho sperimentata nei test in Malesia, dove finalmente ho spalancato il gas; a Valencia e Jerez era un po’ ridotta a causa dei rettilinei corti. Però, è anche abbastanza facile da gestire: è intuitiva, il massimo per un rookie come me. Stare in sella alla Ducati, tra le tre moto più forti del paddock, è un desiderio che coltivo da quando ero bambino. Ora è realtà”.
Il tuo obiettivo per il 2019?
“Essere l’esordiente dell’anno; cercherò di piazzarmi sempre tra i primi dieci”.
Valentino Rossi è il tuo maestro e negli ultimi quattro campionati hai corso con il team Sky Racing Team VR46. Riuscirai a passare “Vale” in gara?
“Per adesso preferisco non pensarci. Rimando a quando capiterà. Se capiterà”.
Un consiglio che ti ha dato il “Dottore”?
“Prendere sempre le cose con calma”.
Con lui giri spesso al ranch: cos’hai imparato sul campo?
“A non arrendermi mai. Valentino ha una forza straordinaria, una voglia di allenarsi che non finisce mai, e una passione esagerata per il nostro sport: tre doti che gli permettono di essere al 100 per cento ancora oggi, nonostante corra da oltre 20 anni”.
Un complimento che ti ha fatto Rossi?
“Mi ha detto che sono molto freddo nelle situazioni difficili in gara. In generale, che sono rispettoso ed educato ”.
Tu come ti descriveresti in tre parole?
“Sò figo, sò bello, sò fotomodello! Scherzi a parte: metodico, tranquillo ma aggressivo in pista”.
Il momento indimenticabile della scorsa stagione?
“Due: la vittoria in Thailandia, perché è stata la prima doppietta del team, e il round in Malesia: grazie al terzo piazzamento mi sono laureato campione del mondo con una tappa d’anticipo”.
Hai comprato qualcosa di speciale per festeggiare il Mondiale vinto?
“Ho regalato a tutti i ragazzi della squadra un braccialetto che ricordasse quel risultato”.
Per te, invece?
“Niente; in compenso ho ricevuto la moto del 2018: il dono più bello che potesse arrivare”.
Sei scaramantico?
“Molto, ma non mi affido a una segquenza di gesti particolari, mentre aspetto di entrare in griglia di partenza. Però, tengo sempre con me due portafortuna. Uno me l’ha regalato il mio capotecnico l’anno scorso in Giappone. È un portachiavi con il simbolo del successo e significa: “Se ci credi davvero, ti porterà ad avverare il tuo sogno”. L’altro è della mia ragazza: un peperoncino-gioiello”.
Il tuo motto è #Gofree: cioè?
“Mi piace prendere la vita senza pensieri. Hakuna Matata, come cantava Simba ne Il re Leone“.