Spodek Arena, Katowice, Polonia.
Sabato 6 aprile 2019, incontro al limite dei pesi medi in otto round.
Don King era solito dare un nome a ogni grande sfida: Rumble in the jungle, Thrilla in Manila e via di questo passo. La nostra storia non racconta una grande sfida, ma potrebbe comunque avere la sua etichetta: “La difesa, questa sconosciuta” andrebbe benissimo.
Prima ripresa.
0:33 secondi.
Patryk Szymanski (25 anni, 19-1-0, 10 ko) manda al tappeto Robert Talarek (35 anni, 23-13-2, 17 ko).
1:03 È ancora il destro di Szymanski a infliggere un conteggio a Talarek.
Seconda ripresa.
1:30 Stavolta è Talarek a spedire giù Szymanski.
2:17 Restituito il favore. Talarek è al tappeto.
2:40 Tre destri e Talarek si trova ancora giù.
Terza ripresa.
2:24 Szymanski si fa sorprendere, stavolta è lui a essere contato.
2:55 Szymanski ancora al tappeto dopo uno scambio feroce.
Quarta ripresa
1:12 Talarek è scatenato, infligge il quarto kd a Szymanski.
2:07 Szymanski fatica a contrastare il rivale e viene nuovamente contato.
Quinta ripresa.
1:34 Sono entrambi sfiniti, feriti, sofferenti. Il destro di Szymanski va ancora a segno. L’arbitro comincia il conteggio, Szymanski si rialza al 7. Ma per Robert Gortat è arrivato il tempo di chiudere questa incredibile sfida.
Vince per kot 5 Robert Talarek.
I cartellini al momento della sospensione era due per lui, uno pari: 35-34, 34-34, 35-34.
Patrick Szymanski, 25 anni, annuncia il ritiro.
Quattro knockdown per Talarek, sei per Szymanski.
Dieci knockdown, ma non è record.
Il 26 dicembre 1902 Oscar Battling Nelson e Christy Williams hanno fatto di più.
Medi anche loro, si sono battuti senza risparmio a Hot Springs, South Dakota. Nelson (23-7-8) affrontava un inesperto Williams, il giovanotto era infatti al debutto. Il match è finito al diciassettesimo round ed è stato vinto per ko da Battling Nelson.
Il totale dei knockdown messi a segno differisce a seconda delle fonti.
Sono cinquantuno per Mark Allen Baker che riporta il dato (42 subiti da Williams, 9 da Nelson) nel suo libro Battling Nelson, the Durable Dane (McFarland & Company, 2016).
Sono invece 47 (sempre 42 per Williams, 5 per Nelson) per John White che lo riporta in The Boxing Miscellany (Carlton Books, 2016).
In entrambi i casi, un primato difficile (se non impossibile) da battere.
Va comunque ricordato, nel rispetto della cronaca, che all’epoca non era ancora obbligatorio, dopo un atterramento, che il pugile che aveva inflitto il kd andasse all’angolo neutro.
Oscar Battling Nelson è stato un protagonista assoluto nella storia del pugilato. Mi piace riproporre una storia che ho già raccontato qualche anno fa su questo blog.
Era il 3 settembre del 1896.
Oscar Mattheus Nielsen saliva sul ring per la prima volta e diventata ufficialmente un pugile professionista.
Era nato a Copenaghen il 5 giugno del 1982, aveva quindi compiuto da qualche mese quattordici anni. Pochi per quel lavoro, ma il ragazzo non si sottraeva certo né alla fatica, né ai sacrifici. A un anno si era trasferito con la famiglia a Chicago, era diventato cittadino statunitense.
Si combatteva a Perù, nell’Indiana, una cittadina con poche migliaia di abitanti.
Il ring era all’interno del B.E. Wallace Circus, un circo itinerante di proprietà di Benjamin Wallace che lo aveva rilevato da Carl Hagenbeck, un tizio che aveva fatto qualche soldo ammaestrando gli animali con un metodo rivoluzionario per l’epoca.
Fino a quel momento le bestie erano state costrette a fare gli esercizi circensi sotto coercizione, subendo pressioni fisiche anche violente. Insomma era per paura che obbedivano. Il signor Hagenbeck aveva scelto un’altra via. Chiedeva gli animali a seguire i suoi ordini e alla fine dava loro una ricompensa. Niente minacce, ma un premio finale.
Anche l’avversario di Oscar Mattheus Nielsen (sopra, a sinistra, nel match contro Joe Gans) era un debuttante, ma di lui nessuno ricorda il nome. Gli annuari, compreso boxrec.com, lo indicano come Wallace Kid, cioè il ragazzo di Wallace. Di lui si sa che si era guadagnato quella sorta di soprannome perché era la mascotte del circo, una sorta di portafortuna.
Il match era al limite dei pesi leggeri, sull’insolita distanza delle tre riprese.
L’oriundo arrivato dalla Danimarca lo aveva vinto per ko al primo round.
Era appena cominciata l’avventura di uno dei grandi protagonisti della boxe.
Battling Nelson, così sarebbe entrato nei libri di storia del pugilato, avrebbe chiuso la carriera solo ventuno anni dopo con un record di 59-19-22, 40 ko, e la conquista del mondiale della categoria il 9 settembre del 1905 mettendo ko al diciottesimo round Jimmy Britt.
Per quell’incontro Nelson aveva portato a casa una borsa di 18.841 dollari, ma non aveva visto neppure un cent dei 5.000 dollari che avrebbe dovuto ricevere per avere ceduto, al titolare del club dove si era svolta la sfida, i diritti delle foto scattate durante il combattimento. La notizia è riportata in un articolo a firma dello stesso pugile apparso qualche tempo dopo sul San Francisco Call.
Il mondiale si era svolto in una città ricca, a Colma: un posto davvero strano. A renderlo famoso erano stati i cimiteri. All’epoca ne aveva dodici. Un’ordinanza pubblica vietava alle famiglie di seppellire i propri congiunti a San Francisco. E allora andavano tutti lì. Polacchi, italiani, ebrei, ma anche americani.
E i funerali portavano soldi. Si viveva bene da quelle parti. Dicevano che Mission Street, la strada che collegava Colma con Daly City, fosse il posto migliore nell’intero Paese per trovare cibo di qualità e grandi vini.
Dicono anche che la città avesse preso il nome dall’espressione di un bambino che continuava a ripetere sempre la tessa frase.
“It’s cold, Ma”.
Potete crederci o no, io ve l’ho raccontata come altri hanno fatto con me.
Lì, a Colma, Battling Nelson aveva scritto una pagina importante della sua storia…
Non sono certo entrati nella storia i protagonisti del combattimento di Katowice. Talarek e Szymanski se le sono date senza risparmiarsi mai, hanno colpito e sono stati colpiti (quasi sempre alla testa), hanno sofferto e rischiato. Hanno interpretato la boxe nel modo più pericoloso, picchiare senza preoccuparsi di essere picchiati. È stato un match cruento. Non posso dire che mi sia piaciuto.
*articolo ripreso da https://dartortorromeo.com/2019/04/09/dieci-knockdown-in-una-sfida-tra-pesi-medi-polacchi-ma-non-e-record/