Look bianconero – anche se la fede calcistica è rigorosamente legata ai colori del Chelsea – e quel sorriso da bravo ragazzo che lo contraddistingue. Dominic Thiem è una ventata di buonumore alla tavola rotonda delle teste di serie del Rolex Monte Carlo Masters. Nella scorsa giornata l’austriaco finalista dell’ultima edizione del Roland Garros e quarto giocatore del seeding monegasco, si è aperto ai microfoni dei giornalisti parlando delle sue aspettative per la clay season, della rottura dallo storico allenatore Gunter Bresnik e del ritorno di Roger Federer sulla terra battuta.
La stagione sul rosso è la tua preferita, cosa ti aspetti? Un po’ difficile fare meglio dello scorso anno…
“Mi aspetto tanto. Ho tanti bei ricordi su questa superficie. In questo torneo c’è un tabellone tosto, il livello generale del tennis maschile si è alzato, dovremo dare tutti il 100% fin dal primo quindici”.
Cosa ti ha portato il cambio allenatore?
“Ho iniziato a lavorare insieme a Nicolas [Massu, ndr] tra Buenos Aires e Rio, poi a Indian Wells è arrivato il titolo. Penso sia una collaborazione molto positiva che ha portato tante cose al mio tennis. Da giocatore è cresciuto sul rosso e lo preferiva alle altre superfici, proprio come me. Mi aspetto dei bei risultati in questa parte di stagione. Con Gunter è finita ma lo conosco da 15 anni, resterà vicino al mio team”.
Cosa hai imparato dall’esperienza in finale a Parigi?
“Ho capito che due settimane sono lunghe: sei in tensione costante ed è bene rilassarsi fra un match e l’altro quando sfidi giocatori così forti. È stato davvero duro ma allo stesso tempo bellissimo, mi ha dato motivazioni per provare ad arrivare ancora in fondo ai grandi eventi”.
Ti sei sentito frustrato dopo quel match?
“Ero devastato. Sono stato male tre giorni dopo quella sconfitta poi ho pensato: non sono certo il primo ad aver perso da Rafa a Parigi! Quel match mi ha dato tanta carica per il futuro”.
Considerando i risultati di Djokovic ed il suo trascorso contro Rafa, quanto vi sentite minacciati voi giocatori dalla sua presenza?
“Nole ha vinto tre Major di fila, il che è impressionante. Credo sia convinto di poter battere Nadal in qualunque circostanza e questo rende la stagione ancora più interessante. Anche noi giocatori siamo curiosi riguardo l’esito dei tornei”.
Se Nadal e Djokovic non giocassero il Roland Garros, chi daresti per favorito?
“Roger è sicuramente tra i favoriti. Anche se manca da tempo su questa superficie ha dimostrato nel corso della sua carriera di sapersi adattare ad ogni situazione. Sul rosso ha raggiunto numerose finali e semifinali, ha battuto dei record. Tra Madrid e Parigi farà parecchi danni”.
Questa clay season potrebbe essere più aperta?
“Rafa resta il favorito in ogni evento ma ci sono tanti giocatori che potrebbero proporgli delle sfide impegnative come Novak, Sascha e spero anch’io. Anche il gioco di Aliassime può essere pericoloso sulla terra, è cresciuto tanto ed ha solamente 18 anni”.
Che paragone faresti fra un Thiem 18enne ed i giocatori della Next Gen?
“Io a 18 anni ero pessimo a confronto. Sono tutti già così forti, io a quell’età avevo una classifica da 700 al mondo più o meno, mentre ragazzi come Shapovalov, ad esempio, rientrano fra i Top 20. Il tennis è cambiato”.
In futuro troveremo altri grandi dominatori come Roger, Rafa e Novak oppure, essendoci così tanta competitività fra i giovani, ti aspetti più varietà di risultati?
“Credo che ci saranno molti più vincitori Slam, anche la prima posizione del ranking mondiale potrebbe variare parecchio. Ad un certo punto il dominio dei big arriverà ad una fine, al momento manca ancora tanta esperienza nei 3 su 5 ai più giovani ma Tsitsipas ha già fatto semifinale in Australia, il che mi fa pensare che questi ragazzi possano iniziare a vincere i Major già a vent’anni”.