Roma è diversa. Roma, anche in conferenza stampa, fa un regalo inatteso all’australiano di sangue un po’ greco (da parte di papà Giorgos) e un po’ malese (da mamma Norlaila). Domanda: Sei un campione, un giocatore molto divertente, quanto ti piace fare questi show sul campo? E il “bad boy” si scioglie come la Bestia accarezzata dalla Bella nella versione Disney: “Questa è la più bella domanda che ho ricevuto in vita mia.
Sì, è molto importante andare là fuori e fare un po’ di spettacolo. Oggi mi sono divertito molto e penso che la gente abbia apprezzato”.
Non c’è solo istinto o provocazione, non c’è solo salvezza di se stessi, c’è voglia di fuga dai classici, violenti, noiosi, bim-bum-bam da fondocampo. “Sapevo che sarebbe stata dura, Medvedev è un giocatore incredibile, l’anno scorso abbiamo fatto una gran bella partita e non ho giocato tanto sulla terra. Ho cercato di servire molto forte, di dettare i punti e fare tante palle corte per tirarlo fuori dal suo gioco, perché so che adora gli scambi di ritmo”. Medvedev è caduto nella trappola
Per dimostrarsi all’altezza dell’istrione massimo, ha cercato di anche lui di esibirsi in smorzate, lob, volée, perdendo però la posizione e il filo del gioco. E rimanendo sempre battuto, comunque, dal campionario di Nick. Il quale, a un certo punto, su un tocco sbagliato, che l’esponeva a un facile vincente in mezzo al campo, si è girato di spalle, esponendo le spalle ma ancor di più il fondo schiena al potente smash di frustrazione del russo. Applausi. Anche quando lancia fuoricampo una palla. Anche, e soprattutto, all’inizio del terzo set quando si rimette in carreggiata dopo aver perso il secondo.
Ma Roma è anche gelosa, come tutte le donne. Altra domanda: tutti i tornei sono uguali, Nick, o avverti la differenza fra l’uno e l’altro, c’è un posto che ami più di un altro, per la gente il tempo, il posto? Tutti, ma proprio tutti i tennisti, davanti a una domanda così, abboccano felici come il pesce all’amo, invece Kyrgios è sincero. Non è banale nel dichiarare amore all’ultima città, magari solo per ingraziarsi il pubblico. Lui è fedele a se stesso, a qualsiasi costo: “Io amo solo casa mia. Non mi piace lasciare Canberra. Per me tutto il resto è tutto uguale, è solo giocare a tennis. Quando torno a casa sono super-felice, e quando la lascio sono infelice”.
Ahilui, il destino gli mette ora davanti un regolarista feroce ed essenziale, Casper Ruud, uno che lo farà soffrire. Preoccupato? Nick è semplice, davvero semplice: “Non so tanto di lui, a parte i risultati, e che gioca bene sulla terra. Cercherò di portare le cose dalla mia parte. Per me non cambia nulla: devo sempre servire forte, giocare d’istinto e vedere come funziona”.
Viva l’istrione.
*articolo ripreso da Supertennis.it