Sono 40 anni che lo scudetto del basket si assegna ai playoff. Ai tempi fu una rivoluzione, una “americanata”, per qualcuno, ma che aiutò la pallacanestro a vivere il grande boom mediatico, tecnico e creativo degli anni Ottanta.Adesso i playoff li hanno tutti gli sport. Tengono in vita la stagione di molte squadre altrimenti troppo presto senza obbiettivi e rappresentano un grande traguardo per quei club che non hanno le potenzialità economiche e tecniche per vincere il titolo. Ma viene da chiedersi se sia un bene (la conferma dei valori espressi dalla lunga stagione regolare) o un male (la conferma, appunto, di risultati già ottenuti già prima dei playoff) che nelle 40 edizioni disputate, lo scudetto sia andato per 32 volte alla squadra prima o seconda classificata nella regular season, cosa che fino a qualche anno fa avveniva spesso in volata (con un 100% di scudetti alla n.1 che ha vinto la stagione con almeno 10 punti sulla seconda). Ricordatevi che il numero magico è il 5: chi parte al quinto posto del tabellone ha vinto 5 volte il titolo, più della numero tre, solo 2, o della quarta classificata (uno). Più in basso non si è mai andati. C’è stata una sola finalista col n.8 (Pesaro nel 1985), unpaio col sei, nessuna col sette. Nei playoff che iniziano sabato cosa accadrà? Più o meno la stessa cosa.
Come ormai succede da 10 anni, prima con Siena, poi con Milano, la corsa scudetto ha una favorita unica e assoluta che, anche stavolta, è l’Armani. Al netto delle cattive condizioni fisiche con le quali il suo giocatore più importante, Mike James, si presenta al via (caviglia). I campioni d’Italia hanno però la potenza per gestire James nel primo turno con Avellino prima che il gioco si faccia più duro. Il club voleva addirittura tutelarsi ingaggiando per i playoff una guardia americana (Toney Douglas dalla Turchia) anche perché le condizioni del rientrare Nedovic sono da considerare giorno per giorno. Ma Avellino ha problemi più grossi…
Ed è questo il grande tema della volata scudetto: non è tanto lo strapotere di Milano, che comunque non è servito in Coppa Italia e con serie accorciate a 5 partite diventa di minor impatto, quanto la capacità delle avversarie più quotate di esprimersi al meglio nei momenti clou della stagione a far votare tutti per l’Armani, anche di fronte ad una qualità di gioco calata dagli inizi da big d’Europa al finale francamente un po’ deludente (dalla sconfitta di coppa Italia in poi, il suo bilancio è stato 10-10). Venezia, sulla carta l’unica, vera “Anti Milano”, ha bucato la coppa Italia, gli ottavi di Champions (un po’ clamorosamente) e, nelle ultime gare,oltre ad aver perso a Varese, Brindisi, Trieste, s’è fatta soffiare da Cremona il secondo posto nello scontro diretto giocato senza un briciolo di anima. I problemi societari di Avellino sono stati decisivi per “eliminare” i Lupi dalla loro corsa al vertice, la VirtusBologna, altro club di alto potenziale,s’è eliminata per davvero da sola e non fa neppure i playoff. E’ plausibile,dunque, che a contendere il titolo all’Olimpia siano squadre che sono state fantastiche tutta la stagione, come Cremona e Brindisi, o che hanno chiuso il campionato volando, come Sassari e i vicecampioni di Trento. Che non hanno una formazione paragonabile a Milano, soprattutto come profondità. Ma che possono essere pericolosissime per mille motivi. Mettiamola così, facendo i soliti pronostici buttati lì alla vigilia: credo che l’Armani rischi molto di più contro una cosiddetta“rivelazione” che non con Venezia con la quale darebbe vita allo scontro più logico, per qualità e profondità della squadra oltre che per investimenti. Però, Cremoma ha vinto la coppa Italia ed è arrivata seconda (vi ricorda Sassari del 2014-15 per caso?), Sassari ha vinto la Fiba Europe Cup che sarà anche la quarta coppetta ma bisogna portarsela a casa, soprattutto in trasferta, ed è dura anche se di fronte hai Wurzburg che non si è qualificato neppure per i playoff tedeschi. Trento ha due finali scudetto alle spalle partendo di rincorsa come quest’anno e conosce la durezza necessaria nei playoff, e Brindisi ha già battuto Milano e Venezia andando in finale alle Final Eight prima di scoppiare fisicamente. Sono squadre che hanno qualcosa in più non perché non hanno nulla da perdere, come sostengono le favorite per mettere le mani avanti, ma proprio perché hanno reagito meglio di loro quando si giocava per qualcosa di concreto.
Quindi? Se si esclude un Milano-Avellino già abbastanza segnato a favore dei campioni, ci vorrebbe una X per le altre tre sfide dei quarti, con un leggerissimo vantaggio per chi ha il fattore campo (quindi Cremona, Venezia e Sassari) che secondo me si annulla quasi completamente tra Venezia e Trento. Se da qui al 22 giugno il cielo non ci cadrà sulla testa, come temeva Abraracourcix, il capo dei Galli di Asterix, è probabile che l’Armani metta a segno il suo primo back to back tricolore dal 1986 anche se ormai da qualche mese altre squadre “giocano meglio”. Ma lo dicevamo anche nel 2015 e 2017 e sapete già come è andata a finire…. Poi? Domanda interessante. Ci sono nubi che si addensano sul futuro di un paio di club (Trieste, Avellino), grandi svolte previste a Milano con l’uscita di Livio Proli, decisioni importanti da prendere a Venezia se la Reyer non giocherà da protagonista fino alla finale e il solito saccheggio che i nostri club dovranno subire quando lanciano giocatori importanti (Crawford quest’anno come Shields la scorsa stagione: e non solo loro). Purtroppo la serie A è fragile. Alla cerimonia degli Awards di Lega, rispondendo alle critiche di un campionato falsato da troppe situazioni debitorie pendenti(clamorosamente conclusasi con la penalizzazione di Torino) e con un 0-20 che ha deciso la retrocessione, il presidente Petrucci ha detto una cosa formalmente ineccepibile: il campionato è stato regolare perché le regole sono state rispettate. Giusto! Il problema è che le regole economiche e sanzionatorie vanno cambiate perché non garantiscono più la regolarità sportiva… Ma per fortuna da 40 anni ci sono i playoff a eliminazione diretta:si gioca, chi è più bravo passa, il migliore vince. Divertiamoci.