Esordio sul velluto per il campione in carica Rafa Nadal, che nel primo match di singolare maschile andato in scena al Day 2 del Roland Garros sul rinnovato Philippe Chatrier, ha liquidato nel minio dei parziali il qualificato Yannick Hanfmann (6-2, 6-1, 6-3). Al secondo turno sfiderà un altro Yannick, Maden. I due non si sono mai incontrati e lo spagnolo confessa di essersi già affidato a YouTube per preparare la prossima partita.
Com’è stata quest’esperienza sul nuovo Centrale?
“Non ci sono tante differenze con il nuovo centrale. Il vento e le condizioni del court in sé sono le stesse. In termini di visuale invece possiamo parlare di piccole differenze”.
Sei contento per qualcosa in particolare oggi?
“Oggi sono stato molto solido, ho fatto pochi errori. Chiaramente è solo il primo turno ma le sensazioni generali sono positive. Vittoria nel minimo dei set… Sono contento”.
Come ti senti sapendo che dovrai affrontare un avversario (qualificato) che non hai mai incontrato?
“Al prossimo turno c’è Yannick Maden, l’ho visto giocare lo scorso anno a Monaco contro Zverev ma non ci siamo mai incontrati. Ormai c’è YouTube, dagli highlights delle sue partite mi sono già fatto un’idea, anche se giocarci contro sarà diverso”.
A Roma hai espresso il tuo miglior tennis della stagione? Cosa è cambiato?
“Sentirsi bene aiuta. A Roma sono riuscito a confermarmi ad un livello superiore rispetto alle semifinali di Madrid. Il mio gioco è evoluto. Qui siamo in un torneo completamente diverso. proverò a giocare bene, combattere e godermi l’evento, che è uno dei più importanti nella mia vita”.
Sei uno dei più grandi lavoratori che questo sport abbia mai avuto. È una cosa che hai sviluppato crescendo?
“No, sono sempre stato un gran lavoratore sin da piccolo. Specialmente perché riuscivo ad allenarmi a lungo con grande intensità. Nel 2005, però, per via dei problemi al piede, ho dovuto cambiare drasticamente il mio modo di allenarmi. Alla fine di quella stagione non riuscivo a camminare. Il mio modo di allenarmi, le ore trascorse in campo, il livello di intensità… Quindi se potevo allenarmi per una o due ore lo facevo sempre al massimo delle mie possibilità. Scendere in compaio con l’obiettivo di migliorare qualcosa è ciò che mi fa sentire vivo”.
Daniele Flavi (AGL)