Lewis Hamilton campione del mondo per la sesta volta in carriera grazie al secondo posto dietro Bottas al GP di Austin, Texas. Ora davanti ha solo Schumacher. Terzo Verstappen. Male le Ferrari: Vettel ritirato con una sospensione rotta, Leclerc quarto e staccatissimo.
È già the greatest? È il miglior pilota che abbia mai visto in pista. Ha il fattore wow. Ha la capacità di scavare e trovare qualcosa di speciale, di tirarlo fuori dalla borsa quando necessario. È la sua capacità di guidare al limite che mi cattura. È semplicemente eccitante da guardare. Possiede una forza mentale che non ho visto in altri piloti. Ha trovato un equilibrio nella vita fuori pista che gli consente di correre in modo straordinario. È riflessivo, sente la gomma, fornisce informazioni ai box e ne mette in discussione le scelte. È un pilota che pensa a ogni aspetto di una gara, anche quando si trova nel vivo della battaglia. | Johnny Herbert, the Guardian
La differenza spiegata al cinema. Schumi è sempre stato un idolo, non ha mai fatto sforzi per diventarlo. Dal suo pensionamento (fine 2012) è diventato un’icona. E dal suo incidente sugli sci (dicembre 2013) una leggenda. Al culmine della sua carriera, Schumacher poteva permettersi di apparire nel ruolo di se stesso in un Asterix (ai Giochi Olimpici). Hamilton deve accontentarsi di aver doppiato un assistente elettronico in Cars 3 | Fréderic Ferret, l’Équipe
La classifica Hamilton 363, Bottas 289, Leclerc 236, Vettel 230, Verstappen 220, Gasly 77, Sainz 76
Attitudine alla sofferenza. Forza mentale, sensibilità, una attitudine a sguazzare nella fatica, nella sofferenza sin dall’infanzia. Soldi, poca roba; una famiglia complicata, un fratello gravemente malato, per non parlare degli affronti che subisce una persona di colore. Temprato, determinatissimo, pronto a cercare dentro se stesso riferimenti solidi, conforti profondi. Nella religione soprattutto, in una disciplina interiore che ha a che fare con quella del suo mito, Ayrton Senna. | Giorgio Terruzzi, Corriere della sera
Le sue parole dopo gli altri titoli Mondiali
⤻ 2008 (vinto ad Abu Dhabi). «Devo respirare, datemi dell’acqua. Il cuore mi stava per esplodere. Il mio colore? Un vantaggio. Così la gente ne parla».
⤻ 2014 (vinto in Brasile). «Mi sono scoperto ad accarezzare la macchina e a parlarle: Come on baby, we can make it, dai ragazza, ce la possiamo fare. Avevo un missile. Dicevano che sbagliavo a venire in Mercedes. Mi piacerebbe tornare dalla regina».
⤻ 2015 (vinto negli USA). «Da quando ho cominciato a correre bambino, ho sempre desiderato emulare Ayrton Senna. Non c’era nessun altro che volevo raggiungere. Ora ho tre Mondiali, come il più grande. Devo ogni cosa alla mia famiglia, a mio padre e a mio fratello disabile, che hanno vinto prima di me».
⤻ 2017 (vinto in Messico). «Sognavo solo di arrivare un giorno in Formula 1 e anche se ho sempre sognato in grande, questa cosa è più grande dei miei sogni. Onestamente, quattro titoli… mi sembra surreale».
⤻ 2018 (vinto in Messico). «Eguagliare quello che ha fatto Fangio con la Mercedes è una sensazione incredibile. È una sensazione molto strana. Surreale».
Ferrari. Liberarsi di Vettel. L’altra azione di coraggio è quella di liberarsi di Vettel (…). Una scelta che può sembrare temeraria, invece è programmatica. Difficile per i contratti in atto, ma sui contratti ci si può lavorare. Gli avvocati sono lì per questo. Congedare Vettel, con infinita gratitudine, vuol dire credere in Leclerc, promuoverlo, farlo crescere più in fretta. Chi prendere al posto di Vettel? Sarà compito di Binotto. | Daniele Dallera, Corriere della sera
I rivali insinuano. La Ferrari lascia l’America con una gara d’altri tempi, accompagnata da errori e problemi in serie. Una giornata storta o il segnale di un problema? I rivali insinuano che la nuova direttiva della Fia sul consumo di benzina abbia costretto i tecnici del Cavallino a ridurre la potenza, ma la Ferrari nega. | Stefano Mancini, La Stampa
Dodici anni in compagnia di Lewis Hamilton
Il debutto. Ha fatto una gara super il giovane britannico. A cominciare dal via: chiuso all’interno da Kubica, autore di un’ottima partenza, si è buttato all’esterno passando un Alonso incredulo. «Non è stato un azzardo – commentava dopo la gara il signor Anthony, papà del nuovo fenomeno – queste cose erano all’ordine del giorno quando Lewis correva con i kart». Soltanto ritardando l’ultimo rifornimento il campione è riuscito a ristabilire le gerarchie nel team di Woking. «Non ho mai visto un debuttante con questa sicurezza – ha detto ammirato Niki Lauda -, sembrava che Hamilton corresse in F.1 da anni» | Andrea Cremonesi, la Gazzetta dello sport, 19 marzo 2007
Il primo gp vinto. Lewis Hamilton, a soli 22 anni, diventa il primo pilota di colore a conquistare un GP di F.1 e ora è in testa, da solo, al Mondiale. Un prodigio, questo giovane inglese dai modi gentili, passato in mezzo all’inferno di una gara interminabile fra incidenti di ogni tipo, interruzioni con la safety-car, squalifiche, uscite di pista. Corridore inossidabile, Hamilton ha saputo, nel caos, tenere la testa dalla prima curva alla fine, senza aver neppure bisogno di fare una minima correzione, su una pista scivolosa di suo e resa ancora più critica dai detriti lasciati da una serie infinita di collisioni. Formidabile. A questo punto, in una giornata in cui il suo compagno di squadra e campione, Fernando Alonso, ha commesso qualche errore di troppo, diventa Hamilton l’uomo su cui puntare per il titolo. E parliamo di un esordiente di 22 anni che vanta in F.1 solo sei gare. | Pino Allievi, la Gazzetta dello sport, 11 giugno 2007
Tratto da www.loslalom.it
Il meglio del racconto sportivo. Scelto e commentato