Siamo nel 2020 e ci sono ancora persone che pensano che non tutti gli sport siano fatti per entrambi i sessi, che possano essere classificati come unisex. Un esempio tra questi è sicuramente il calcio. Quanti “maschioni” al giorno d’oggi credono che una ragazza non possa essere portata per il pallone? Oppure, quanti ragazzi, mariti, amici o fratelli non considerano le ragazze come vere e proprie tifose, insomma … alla loro altezza?
Forse è più una questione discriminatoria che sportiva quella che viviamo. Una donna non può seguire il calcio, o meglio, una donna, anche se volesse, non capirebbe a fondo il calcio, una donna non potrà mai essere brava abbastanza a giocare a calcio, ecc ecc. Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio, perché negli anni la donna ha saputo allargare le spalle e farsi spazio nel mondo del calcio, in tutte le sue forme: dalle giornaliste sportive, all’arbitraggio fino al vero e proprio gioco in campo.
Lo scorso 25 giugno, c’è stato un passo importante per quando riguardo il calcio femminile: la Figc ha ufficializzato la proposta del presidente Gravina: la Serie A femminile diventerà sport professionistico dalla stagione 2022/2023. Inoltre, durante il Consiglio si è definita la classifica delle competizioni nazionali femminili e proclamato la Juventus Campione d’Italia per il campionato 2019-2020, terzo titolo consecutivo per le ragazze bianconere.
“Questa prospettiva – si legge nel comunicato della Figc – è stata ritenuta la migliore per formalizzare un passaggio divenuto ormai improcrastinabile sul tema della pari dignità, garantendo al tempo stesso un periodo adeguato per preparare il sistema, in attesa dei decreti attuativi anche su questo argomento che sta preparando il Ministro per lo Sport Spadafora nell’ambito della discussione della legge delega di riforma”.
Lo si aspettava da parecchio questo momento, contando che l’ultimo passo importante nel settore del calcio femminile c’è stato nel 1986 quando nell’ ambito della Lega Nazionale Dilettanti della Figc fu costituito il Comitato Nazionale Calcio Femminile, mentre nel 1988 la pubblicazione di un libro di Luigi Bonizzoni, un ex allenatore e studioso delle tecniche e delle tattiche del gioco tra i più apprezzati nella scuola di Coverciano, sanciva un primo riconoscimento accademico del fenomeno, osservato con animo, per così dire, scientifico, di fronte alla pura curiosità riservata alle cose stravaganti.
Ma le donne non sono poi così tanto estranee a questo sport, contando che, in Italia, il calcio femminile fece le sue prime e fragili esperienze nel 1946 a Trieste, dove furono fondate due squadre, che per un po’ di tempo girarono la penisola per portare il vessillo della città, allora amministrata dalle autorità anglo-americane.
Meno fragile fu il secondo insediamento, sebbene ancora dettato dalla propaganda politica. A promuoverlo fu la baronessa napoletana Angela Attini di Torralbo, consigliere nazionale del Partito nazionale monarchico, che vedeva nello sport una strada per conquistare consensi. Sebbene isolata la sua idea fu accolta con stupore e ironia. La baronessa, grande appassionata di calcio, continuò nella sua opera di propaganda con la fondazione nella sua città di tre squadre, riunite nel 1958 nell’Associazione Italiana Calcio Femminile. L’iniziativa, nonostante la nascita di due squadre capitoline, Lazio e Roma, si spense presto.
Come tutti gli sport, anche il calcio femminile si è creato, reinventato, e come pochi ha combattuto per farsi ascoltare. “Il calcio non è per signorine”. Così ho letto in un libro una volta. La frase, che risale al 1909, fu attribuita a Guido Ara, mediano della Pro Vercelli, la squadra che in quegli anni otteneva grandi successi grazie ad un gioco combattivo e «maschio».
Il Consiglio, inoltre, ha approvato il nuovo sistema delle Licenze per il femminile ed ha provveduto a stabilire date e format per la nuova stagione sportiva: la data di avvio del campionato 2020/2021 al 22 agosto, anche per andare incontro alle esigenze della Nazionale impegnata a settembre nelle gare di qualificazione all’Europeo in programma nel 2022. La Serie B, che da quest’anno sarà a 14 squadre per consentire ad ogni girone di C di promuovere una squadra, inizierà il prossimo 13 settembre con due promozioni in A e quattro retrocessioni in C. Si allarga anche la formula della Coppa Italia con 26 partecipanti totali. Per la Supercoppa si è preferito, tenuto conto della sospensione definitiva del campionato, di varare una formula a 4 con le prime classificate del 2019/20. Per il campionato Primavera ci saranno invece novità a partire dal 2021/22 con l’istituzione di due livelli di competizione: Primavera 1 e Primavera 2 con promozioni e retrocessioni tra i due tornei.
Oggi le cose sono diverse e sicuramente nel mondo dello sport si ha una maggiore considerazione della sensibilità del tema della parità di dignità tra uomo e donna.
“Siamo consapevoli che il professionismo comporta maggiori oneri e costi. Dobbiamo garantire la sostenibilità e far sì che il calcio femminile possa puntare sempre più in alto senza perdere pezzi per strada”, dichiara Gravina, soddisfatto.
Foto: Calcio e Finanza