Acuto italiano al Betfred British Masters: alla riapertura dell’European Tour, dopo lo stop da marzo per la pandemia Corona Virus, il 23enne talento romano Renato Paratore si impone con 266 (65 66 66 69) con -18 totale. E firma il secondo successo sul circuito continentale, dopo il Nordea Masters 2017. Prendendosi la rivincita sul danese Rasmus Hojgaard, che ha chiuso con 269, a -15, il quale a dicembre lo aveva sconfitto dopo playoff nel Mauricius Open.
Intanto, la settimana scorsa c’è stato il ritorno al golf di Tiger Woods. In America se ne sono accorti praticamente tutti: l’ultimo giro del The Memorial, il torneo che ha visto la ri-epifania del golfista più famoso del mondo, è stato visto da una media di 1.47 milioni di telespettatori, diventando l’evento più seguito in assoluto su Golf Channel dal Genesis Open di Febbraio 2019. Anche se la Tigre di Jupiter è andata vicinissima a essere eliminata anzitempo dal torneo: gli score alti del secondo giro, arrivati copiosi a causa della difficoltà delle bandiere del Muirfield Village Golf Club, hanno permesso a Tiger di giocare gli ultimi due giri nonostante il sanguinoso +4 del round 2.
Ciò che più interessava, comunque, non era tanto lo score o il risultato finale, quanto piuttosto la condizione fisica di Tiger, atteso al varco dopo circa cinque mesi di stop. Il fisico di Woods ha reagito bene, e quindi anche la sua schiena; per sua stessa ammissione ha avuto qualche piccolo fastidio nelle seconde nove buche del venerdì, ma nel complesso si è detto pronto per affrontare questi mesi di golf intensissimo. Il gioco lungo è parso molto solido e in crescita (dal 35% di fairway centrati il giovedì a un buonissimo 71 nel giro finale), meno quello sul green. Fino a domenica Tiger ha faticato molto a imbucare putt più lunghi di tre metri, poi alla prima buca dell’ultimo giro ha centrato un birdie da 35 piedi (più di dieci metri) che in parte ha fatto dimenticare le sofferenze dei giorni passati. Il quarantesimo posto finale al Memorial non è così disastroso, e considerando la media del field non lo è nemmeno il +6 complessivo rispetto al par. Woods verosimilmente giocherà il prossimo torneo dal 6 al 9 agosto ad Harding Park, dove si terrà il PGA Championship.
Chi invece ricorderà il Memorial per molto più tempo di quanto non faranno i tifosi di Tiger Woods sarà Jon Rahm. Lo spagnolo ha trionfato con un ultimo giro divertente quanto complicato, in cui è incappato anche in una penalità. Al par della buca sedici, la terzultima del torneo, ha mosso la palla di qualche centimetro con gli swing a vuoto in preparazione all’approccio dal rough. Con la prova tv gli è stata comminata una penalità di due colpi a fine giro, che comunque ha cambiato poco la classifica finale. “Rambo” ha chiuso il proprio torneo a -9 ed è diventato il numero uno nell’ordine di merito mondiale, scalzando Rory McIlroy. Tra l’altro, quell’approccio lo ha poi imbucato facendo probabilmente il colpo del torneo: grazie al braccialetto dotato di cardiofrequenzimetro che lo spagnolo aveva al polso, si è visto come i battiti del suo cuore siano saliti fino a 150 al minuto quando la pallina si trovava in prossimità della buca, poco prima di sparirci dentro. Piccola statistica: se Rahm rimanesse al primo posto nel mondo da questa settimana fino a quella del primo d’agosto 2033, non avrebbe accumulato tante settimane da numero uno al mondo quante ne ha attualmente Tiger Woods.
Questa settimana è quella del 3M Open a Memphis, che ha già regalato alcune sorprese. Dopo il primo giro c’è in testa Richard Werenksi con -8, giocatore che partecipa grazie ad un invito di uno sponsor. E poi, Dustin Johnson ha deciso di dare forfait per problemi alla schiena, al termine delle prime diciotto buche girate in 7 colpi sopra il par.