Signora Claudia Rossi Carrera, perché le modelle delle sfilate di moda si possono definire atlete?
“Le modelle che sfilano si possono definire atlete perché sono slanciate, longilinee e fluttuanti. Ma anche perché come gli atleti devono salvaguardare la propria forma e assiduità”.
– Le modelle fanno più uno sport come il pentathlon o come la maratona?
“Credo che le modelle siano delle maratonete”.
Quali sono le parti del corpo che le modelle devono allenare di più e perché?
“Io personalmente faccio attenzione alla pancia, quindi addominali alti, bassi, e laterali, ai glutei e alle gambe in generale”.
– E’ più stancante stare all’impiedi per ore, camminare tanto tempo sui tacchi, cambiarsi un abito via l’altro o spostarsi continuamente da un evento all’altro?
“Sicuramente stare in piedi per ore, erette su dei tacchi vertiginosi, e talvolta scomodi”.
– Fate un allenamento specifico di concentrazione per rimanere impassibili e sorridere il giusto?
“Nessun problema va portato al lavoro, specie se il lavoro in questione è improntato quasi prettamente sull’immagine. Quindi sorridere sempre anche quando hai la morte nel cuore. Una sorta di maschera che appena rientri nella tua vita personale, levi, come quando lavi via il trucco ogni sera prima di andare a dormire. Una donna, quando sorride, è come una magia, rende intorno tutto più bello ma anche più fattibile”.
– Quali sono le principali qualità richieste a una modella?
“Le misure fisiche, la bellezza, la capacità di affascinare, l’eleganza, la professionalità, la determinazione e aggiungerei la sicurezza e la consapevolezza delle proprie “ armi “”.
– Esiste un decalogo di cose da fare e non da fare?
“Il rispetto, la base per costruire ogni legame che può durare nel tempo. Io personalmente direi anche il non buttarsi mai via ma valutare sempre chi ci si trova davanti e quale lavoro accettare o rifiutare”.
– Qual è l’errore più grave: cadere in passerella o…?
“L’errore più grande è fare gli incontri sbagliati e non accorgersene”.
– Di sfilata in sfilata, da stilista a stilista, cambia anche la prestazione o quello che vi si chiede è sempre lo stesso?
“Può cambiare tutto. Ogni stilista ha le sue pretese, che vanno accontentate. Le modelle per questo motivo devono imparare presto ad essere delle brave e pronte trasformiste”.
– Qual è il peso forma di una modella, è vero che sono sempre “a stecchetto”?
“In passato, anche se io sono stata sempre molto magra, le agenzie esigevano una taglia 38/40. Per un peso di poco più di 50 kg. Oggi vedo sfilare anche modelle con forme molto più morbide”.
– In che cosa consiste l’attività normale, quando non sfilano, le modelle vanno in palestra, in pista, come si allenano, possono fare strappi alla dieta? Com’è la loro giornata?
“Io mangio e bevo tutto quello che desidero, ma forse sono fortunata ad avere un metabolismo che funziona molto bene. Altre modelle devono seguire diete ferree che le condizionano una vita fatta di rinunce. La vita di una modella è sempre differente da quella di altre ragazze. Io sono comunque dell’opinione che l’alimentazione sia la base per avere in primis un buon stato di salute, poi tutto il resto. L’attività fisica è fondamentale, soprattutto per avere quegli spazi tutti per noi stesse, dove possiamo sudare, stancarci, ed essere quelle che siamo”.
– Com’è l’attività durante le sfilate: come può essere una giornata-tipo di lavoro?
“Dipende da che lavoro stai facendo, ovvio che sei alla Fashion Week, è meglio se la sera vai a letto presto perché la giornata seguente potrebbe essere davvero dura. Sveglia presto, trucco, parrucca che cambia d ogni sfilata, location lontana da quella precedente e così via… Meglio se ti tieni leggera e con delle ore di sonno consumate bene”.
– Chiariamo bene che ci sono varie tipo di modelle.
“Certo, le modelle sono diverse per il tipo di vita che svolgono. Ci sono poi anche quelle che stanno un po’ in mezzo, ma per loro diventa davvero dura seguire certi ritmi e certi trend di lavoro”.
– Qual è stata la sua esperienza personale?
“Io, come sport, ho fatto pattinaggio su rotelle, ginnastica ritmica, danza jazz, flamenco e danza in generale. A scuola vincevo le corse campestri e il salto in lungo. Mi piaceva giocare a pallavolo e a tennis. Oggi, in periodo di pandemia , mi alleno da casa tutte le mattine con Wii fit sport. E lo trovo utile e divertente perché l’attività fisica, che svolgo regolarmente e con passione, mi fa sentire bene con me stessa e mi dà energia positiva. Ho lavorato come modella a livello professionale perché mi ci sono ritrovata, non era mai stato un obbiettivo che mi ero prefissata. E a un certo punto sono stata anche ballerina in discoteca, un lavoro che mi era piaciuto così tanto, del quale conservo tanti ricordi di momenti bellissimi. Ho sempre mantenuta alta la determinazione, la volontà, lo spirito di sacrificio e, cosa importante, i miei valori. Ho sempre avuto il massimo rispetto del lavoro che stavo facendo e tutt’oggi non dimentico, anzi lavoro con più consapevolezza ma anche con un pizzico di leggerezza in più. Non mi sento di giudicare le modelle non professioniste, sicuramente non condivido quelle ragazze che non hanno rispetto di sé e degli altri. Ma questo ha a che vedere non solo con le modelle ma anche con le non modelle”.
* Claudia Rossi Carrera, milanese, vive fra Milano e la Versilia, a 17 anni ha iniziato la carriera di modella, ne ha tratto un libro “Prometterla a tutti non darla a nessuno”, titolo di provocazione che tocca i delicati temi di anoressia, droga e prostituzione.
Ha pubblicato anche “Ti amo da mentire” e “Uomo stra-ordinario, reperibile su Amazon