Arriva il momento più importante della stagione della neve, da lunedì, due settimane di gare in un paesaggio fra i più belli del mondo. Sì, Cortina è una località unica con una cornice di montagne che nessun altra può vantare. Le Tofane, il Cristallo, le Cinque Torri, il becco di Mezdì, Faloria. Aprire una
finestra all’alba quando il sole tinge di rosa e rosso arancio queste vette è uno spettacolo unico che resta nell’anima. Un palcoscenico eccezionale dove assegnare titoli che vastano a giustificare un’intera carriera.
E saranno Mondiali di qualità con fior di campioni in grado di regalare il meglio. Prove veloci e combinata nella prima settimana, quelle tecniche e parallelo la seconda su piste preparate al meglio che solo un caldo anomalo può rovinare. E sarebbe un peccato, perché alle spalle c’è tantissimo lavoro.
UOMINI
Nell’ambito maschile mancherà il vincitore dell’ultima Coppa del Mondo, il norvegese
Kilde, infortunatosi a dicembre, uno dei pochi a potersi inserire nel duello fra austriaci, svizzeri e italiani nelle prove veloci. La piste della discesa (Vertigine) preparata apposta per questo evento è bella e tecnica anche se non difficilissima, pane perfetto per campioni come gli austriaci Kriechmayr e Mayer, gli elvetici Feuz e l’astro nascente Odermatt. Senza l’infortunio di un anno fa poteva anche essere la pista ideale per il nostro Paris, costretto a fermarsi mentre era l‘indiscusso
numero uno della velocità. Non basta stare fisicamente bene per tornare ad andare forte, la confidenza e quindi la capacità di attaccare mentre gli sci vibrano a ben oltre cento all’ora si costruisce lentamente, nei muscoli, nella tecnica e nella mente. Dominik ha mostrato segni di ripresa ma senza la continuità delle ultime tre stagioni. Però non è mai da sottovalutare sia in discesa che in superG. In ripresa anche Innerhofer (due volte quarto a Kitzbuehel), ma non va dimenticato che proprio su questa pista due anni fa ai campionati italiani si era procurato
l’infortunio al ginocchio che l’ha costretto a saltare l’intera scorsa stagione.
Gli azzurri, secondo la logica dei risultati di Coppa del Mondo, dovrebbero invece essere solo spettatori nelle prove tecniche. Da anni mancano veri talenti in queste specialità e non è un caso (ed è pure preoccupante) se il miglior del gruppo è quel Manfred Moelgg, ormai all’alba dei 39 anni. In gigante De Aliprandini, Tonetti e Borsotti vanno sempre al massimo e forse di più: basta un granello di neve fuori posto per farli deragliare. In slalom a inizio stagione ci aveva fatto sperare il giovane Vinatzer, che però nell’ultimo mese ha mostrato tutti i suoi limiti, quelli di un diamante grezzo ancora da tagliare. Gigante e slalom saranno gare bellissime con una nuova generazione capace di battere i mostri sacri. Se in gigante il francese Pinturault, in vetta al momento alla Coppa del Mondo pare il favorito, in slalom sarà battaglia vera, con gli austriaci Feller e Schwarz che dovranno vedersela con gli svizzeri Meillard, Zenhaesern e Yule, Il francese tutta classe Noel, il
norvegese Kristoffersen e lo stesso Pinturault.
DONNE
In campo femminile dovevano essere i Mondiali dell’Italia, squadra dominatrice della
stagione, ma l’infortunio di Sofia Goggia ridimensiona non di poco le nostre ambizioni. La bergamasca era la grande favorita della discesa, aveva ottime carte in superG e si era mostrata in grande crescita anche in gigante. Averla ferma ai box potrebbe costarci anche due medaglie. Ci attacchiamo quindi a Bassino e Brignone, da oro in gigante, da podio in superG e outsider in discesa. A loro nelle prove veloci potrebbe aggiungersi Elena Curtoni, autrice di una stagione regolare in cui ha mostrato grande solidità. Molte delle possibilità di queste ragazze saranno
legate alle condizioni della neve: il nostro pane è il ghiaccio. Protagoniste sicure saranno la leader di Coppa, la slovacca Vhlova, la statunitense Shiffrin, le svizzere Gut, Gisin e Suter.
Certo è che “Lassù” qualcuno non ama Cortina. Una candidatura andata in porto dopo tre bocciature, il Covid che allontana il pubblico e raffredda l’ambiente, l’infortunio della testimonial Goggia che avrebbe tenuta alta l’audience italiana e l’ultimo segnale in Rai. E’ parso un segno del destino che si siano ammalati di Covid i commentatori tecnici De Chiesa, Blardone e Ceccarelli, oltre alla conduttrice Galdolfi. Una vera epidemia. Ora, al fischio d’inizio, è auspicabile che questa
jella passi, perché lo spettacolo che ci attende è davvero grandioso.