“El Bocia” (“bambino” in veneto), il soprannome che da sempre gli sta incollato addosso come la tuta in pelle di canguro (non a caso l’ha scelto per il suo account Instagram), vale anche nella WorldSBK. Classe 1999, di Feltre (provincia di Belluno), riccioli ribelli e sorriso contagioso, Axel Bassani è il più giovane sulla griglia di partenza. Al rookie più promettente del Mondiale il primato non dispiace. Anzi: “Significa che ho ancora tanto da imparare e questo è il paddock giusto” spiega l’unico pilota della scuderia Motocorsa Racing, team alla seconda stagione nel campionato.
Sei nato alle pendici Dolomiti: la moto non è esattamente lo sport ideale da quelle parti.
Vero, però la passione ha superato tutti gli ostacoli. Anche grazie alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto.
I tuoi genitori ti accompagnano in circuito?
Fino all’anno scorso, mio padre. Mia mamma mi raggiunge di rado e non guarda la gara. Né in circuito né in tv.
Abiti ancora con loro?
Sì e non ho in programma di allontanarmi da casaa: la montagna fa parte di me. Amo la vita in mezzo alla natura, tra boschi e sentieri, e la neve.
Sarai uno sciatore provetto.
Me la cavo, da ragazzino gareggiavo anche.
Hai smesso per dedicarti alla moto?
Ho smesso perché gareggiare sugli sci non mi divertiva quanto aspettare che si spegnessero i semafori. Decidere su quale pista continuare è stato facile.
Sei passato dalla Honda alla Kawasaki, dalla BMW alla Yamaha e ora guidi la Ducati: come ti trovi sulla Panigale V4 R?
Non dimenticherò mai il battesino, ai test all’Estoril lo scorso ottobre: mi sembrava di guidare un’astronave. Con grande entusiasmo, ovviamente. Ero praticamente appeso ai manubri: è vero che ero abituato alla potenza, ma il 1000 del Civ (Campionato italiano di velocità, ndr) Superbike, al quale avevo partecipato nel 2018, era una moto di base, stock. Le due “rosse” non hanno niente da spartire, insomma.
A proposito dell’Estoril: com’è stato superare una leggenda come Tom Sykes, nel secondo round ?
Pazzesco! A Misano, invece, è stato fantastico il duello con Álvaro Bautista: sabato era stato più forte lui, ma in gara 2 sono riuscito a passarlo all’ultimo giro: mi sono preso una bella soddisfazione. Anche perché mi sono piazzato nella top ten in tutte e tre le corse del weekend: è stato il mio round migliore.
Hai raccontato l’emozione ai test del 2020: non ti ha fatto più effetto trovarti a fianco di Sykes, Bautista e degli altri campioni nella gara di debutto ad Aragón ?
Ti dirò, più che condividere la griglia di partenza, mi ha fatto una certa impressione mettermi in posa con loro nella foto ufficiale di gruppo, qualche ora prima.
Hai timore reverenziale verso qualcuno?
No. Però ho un’ammirazione smisurata verso Jonathan Rea: da vicino, mi sto rendendo conto che è veramente un fenomeno. Per costanza nel mantenere il passo, concentrazione e solidità mentale.
Il 24 luglio festeggerai il compleanno: il regalo che vorresti ricevere?
Mi accontenterei di un podio. Dove? Considerato che il Mugello, il mio tracciato preferito, non rientra nel calendario, andrebbe bene Most, in Repubblica Ceca, nel round di inizio agosto. Sarebbe bello inaugurare così il circuito: è la prima volta che appare nel calendario della WorldSBK.
Credito: Motocorsa Racing