Con un anno di ritardo i Giochi di Tokyo, i più tormentati della storia, sono ormai vicini al momento del via, pur con tutte le condizioni che a causa della pandemia ne faranno un’edizione senza precedenti e purtroppo senza pubblico straniero nei 42 siti olimpici. Dei Giochi ne ha disperatamente bisogno il mondo dello sport e soprattutto gli atleti di questa generazione e di quelle a venire. Spesso si parla degli interessi commerciali che ci sono dietro la più grande manifestazione sportiva. È vero, ma non si deve mai dimenticare che gli stessi interessi commerciali sono quelli che danno ossigeno vitale ai Comitati Olimpici ed alle Federazioni Internazionali. Il 92% delle risorse provenienti dai Giochi Olimpici (contratti televisivi e sponsor Internazionali) sono divise fra Organizzatori dei Giochi, Federazioni Internazionali e Comitati Olimpici. Al CIO rimane solo l’8% del totale. Le sole Federazioni Internazionali ricevono circa 600 milioni di dollari. Oltre la metà delle stesse non potrebbero sopravvivere senza il contributo del CIO. Ecco perché i Giochi sono essenziali per il movimento sportivo internazionale.
Per avvicinarci adeguatamente ai Giochi è utile fare un ripasso delle puntate precedenti, ma anche del presente, così da poter seguire ma anche valutare in modo corretto la nostra partecipazione.
La prima cosa da sottolineare èche i Giochi, per quanto riguarda il programma gare, si sono evoluti in modo sostanziale. Nella Tabella 1 sono stati messi a confronto i numeri, edizione dopo edizione, dopo ogni vent’anni, partendo da Roma 1960.
Dai Giochi di Roma il numero dei partecipanti e il numero delle gare in programma (e quindi le medaglie) si sono più che raddoppiati. Con un ritmo nettamente superiore sono poi aumentati i Paesi partecipanti ai Giochi. A Tokyo solo la Corea del Nord, fra i Paesi affiliati al CIO, al momento ha ufficializzato il suo forfait.
Èassolutamente necessariotenere presente questi dati al fine di valutare e giudicare i risultati che l’Italia ha ottenuto nel passato e che potrà ottenere in Giappone a partire dal 23 luglio, giorno in cui è in programma la Cerimonia di apertura.
Nella Tabella 2 sono sintetizzati i numeri che riguardano la partecipazione italiana dal 1988 in poi, con un riferimento anche ai nostri Giochi romani del 1960. Tuttavia va doverosamente ricordato che l’Italia segnò una “performance” eccezionale nel 1932 a Los Angeles, quando partecipò con 102 atleti (solo uomini) e vinse 36 medaglie (12-12-12) con solo 131 gare in programma, conquistando un incredibile secondo posto nella classifica per nazioni. Forse fu in assoluto la nostra migliore partecipazione.
Tutti questi dati dimostrano, così come vale per le gesta degli atleti, che non è possibile fare paragoni, e quindi dare giudizi, fra un’edizione dei Giochi ed un’altra. Le variabili sono tante, legate soprattutto al numero di gare in programma, al numero delle nazioni presenti e quindi al numero degli atleti impegnati.
Per arrivare ai nostri tempi questo è quanto è previsto ai Giochi di Tokyo, per quanto riguarda gare e medaglie:
Paesi: 205
Atleti: 11.090 (atletica 1900, sport acquatici 1400)
Sport: 33
Discipline: 50
Gare: 339
Da notare che oltre alle 28 Federazioni Internazionali storicamente ammesse ai Giochi, per Tokyo il CIO ha deciso di includere cinque nuovi sport (Baseball/Softball, Karate, Skateboard, Arrampicata e Surf).
Ancora da verificare quello che sarà invece il programma dei Giochi di Parigi 2024.
Va anche sottolineato che il CIO ha cercato di riequilibrare il numero delle gare maschili e femminili, al punto che a Tokyo sono quasi alla pari: 165 le gare riservate agli uomini, 156 alle donne, mentre saranno 18 le prove miste.
C’è stato poi un grande cambiamento che ha coinvolto le ultime tre edizioni dei Giochi. Mi riferisco ai criteri di partecipazione. Una volta la partecipazione era decisa dai rispettivi Comitati Olimpici sulla base di criteri (o minimi) indicati dalle Federazioni Internazionali, ma che potevano essere diversi e quindi più severi per ogni singolo Comitato. Ricordo che nel caso dell’Italia, in sport come atletica e nuoto, si richiedeva per poter essere iscritti la potenzialità di poter accedere alle semifinali o comunque nella classifica dei primi 12/16. Ma la quantità o qualità della partecipazione era comunque lasciata alla decisione dei rispettivi Comitati Olimpici (ed in molti casi dai loro Ministeri dello Sport o Agenzie delegate allo Sport). Oggi, più che mai nel caso di Tokyo, questo potere è stato tolto ai Comitati Olimpici nazionali, che svolgono più che altro il ruolo di “agenzie di viaggio” in funzione dei Giochi stessi.
Infatti ora sono le varie Federazioni Internazionali a stabilire i criteri di ammissione ai Giochi. In molti casi lo fanno attraverso i propri Campionati del mondo o con manifestazioni ad hoc. Questo fa sì che per ogni sport ed ogni disciplina sportiva viene stilata una lista di atleti/squadre che sono qualificati ai Giochi. Ciò crea una “qualificazione” che di fatto è l’ufficializzazione di chi parteciperà. In qualche caso, come in Gran Bretagna, si è provato ad escludere qualche atleta (o squadra) che pur risultava qualificato, ma il ricorso ai rispettivi tribunali da parte degli atleti ha reso vane tali decisioni.
I motivi che hanno portato a questo fondamentale cambiamento sono due. Il primo è legato al contenimento del numero degli atleti ai Giochi, cosa che incide indirettamente sui costi dei Giochi (villaggi, trasporti ed altro). Così oggi il CIO determina il numero massimo di atleti/squadre che possono partecipare per ogni singolo sport. Ovviamente questo viene deciso insieme alle Federazioni Internazionali che, tuttavia, pur essendo sempre interessate ad aumentare il proprio programma-gare spesso sono costrette a dover sottostare a questo limite.
L’altro motivo è legato alla necessità per il movimento olimpico di garantire l’universalità dei Giochi e quindi i criteri devono favorire una partecipazione allargata a Paesi di tutti e cinque i Continenti. Per assurdo negli sport di squadra i tornei olimpici hanno criteri di qualificazione molto difficili per i Paesi più forti in quanto il CIO vuole garantire la presenza di una squadra per ogni continente (oltre a quella del Paese organizzatore), indipendentemente dal loro livello tecnico. Un esempio lampante di questo si ha nel basket dove ai Giochi sono ammesse solo dodici nazioni. Al momento solo otto sono già qualificate (comunque già una per continente). I restanti quattro posti se li contenderà il “resto del mondo” in quattro tornei che si svolgono da fine giugno ai primi di luglio. E quando si parla di “resto del mondo” si parla anche di squadre che sulla carta sono potenziali candidate al podio, come ad esempio la Serbia che, purtroppo, sembra destinata, in base a valori oggettivi, ad estromettere la nazionale azzurra nel concentramento che è programmato proprio in Serbia.
Comunque, mentre scriviamo, l’Italia, seguendo i vari criteri delle Federazioni Internazionali, sta completando il proprio quadro di partecipazione ed il numero degli atleti qualificati è già superiore ai 314 di Rio de Janeiro 2016, ma comunque i numeri non possono essere paragonati perché a Tokyo sono previste ben 33 gare in più. Con la nazionale maschile di basket ancora in ballo, da ricordare, per quanto riguarda gli sport di squadra, che l’Italia sarà presente a Tokyo con le due nazionali di pallavolo, con la squadra maschile di pallanuoto, con le ragazze del softball, alle quali si sono aggiunte ai primi di giugno anche le azzurre del basket 3×3, sport che, come già ricordato, farà il suo esordio olimpico a Tokyo.
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Fare delle previsioni sul numero delle medaglie che potrà vincere l’Italia in questi Giochi è estremamente difficile ed aleatorio. Infatti i due anni di pandemia hanno cancellato molti Campionati del mondo che erano validi come qualificazione e quindi un reale metro di valutazione in vista dell’appuntamento olimpico. Inoltre anche la stagione in corso, sempre a causa della pandemia, ha causato e sta ancora causando ritardi nella preparazione degli atleti.
La “Nielsen Gracenote”, l’importante società californiana specializzata nel fornire metadati per molti settori d’intrattenimento, tra cui lo sport, ha azzardato le sue previsioni che riportiamo nella Tabella 4(pagina seguente) e che vedono l’Italia pronosticata come vincitrice di 33 medaglie, di cui però solo 8 d’oro.
Qualora queste previsioni si avvicinassero alla realtà c’è da evidenziare un incremento di medaglie per l’Italia che è uno degli obiettivi fissati dal Comitato olimpico italiano. Sarà però importante riuscire a vincere qualche medaglia d’oro in più per poter rimanere nei primi dieci Paesi al mondo, che è il secondo obiettivo fissato dal CONI, traguardo sempre raggiunto nelle ultime sei edizioni. A nostro parere la cosa è possibile anche perché le previsioni che riguardano alcuni Paesi (ad esempio Olanda e Nuova Zelanda) sembrano fortemente sopravalutate.
Comunque fare delle previsioni per l’Italia è facile quando si devono citare gli sport a cui è affidato il nostro destino olimpico ma, anche per un po’ di scaramanzia, è ben più difficile quando si devono fare i nomi degli atleti in predicato di salire sul podio olimpico. Èabbastanza scontato che il meglio èattesodalla scherma, dagli sport acquatici, dal tiro a volo, dal ciclismo su pista. La tradizione vincente di queste discipline èben sintetizzata(Tabella 3) dalla graduatoria di medaglie vinte nella storia dei Giochi. In particolare sarà interessante vedere come gli sport acquatici saranno in grado di trasformare le 22 medaglie vinte, in gare del programma olimpico, ai recenti Campionati Europei in medaglie ai Giochi. Se solo raggiungessero il numero di 10 medaglie significherebbe un terzo del bottino totale. E sarebbe un unicum.
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Infine una nota per il “telespettatore olimpico” italiano, ricordando che a Tokyo andranno solo gli “addetti ai lavori”. In primis va ricordato che il Giappone si trova sette ore avanti all’ora CET (Central European Time). Questo in un certo senso avvantaggia la visione delle finali che quindi si potranno vedere nella prima mattinata italiana, eccezione fatta per il nuoto che prevede finali la mattina giapponese e quindi nel cuore della notte italiana.
In Italia i diritti televisivi dei Giochi li ha principalmente Discovery che li mostrerà sui due canali di Eurosport e sulle sue diverse piattaforme.
La RAI è proprietaria dei secondi diritti e quindi avrà a disposizione 200 ore di dirette oltre a commenti ed interviste. Interessante notare l’incremento delle ore televisive prodotte dal CIO, tramite la OBS (Olympic Broadcasting Services), il suo branchche si occupa della produzione video e radio.
A Tokyo saranno ben 9.500, a Seul 1988 erano 2.572, a Sydney 2000 3.500, a Londra 2012 5.600. Sono dati che dimostrano la dimensione odierna dei Giochi. E allora buoni Giochi a tutti!l
(Tratto da TempoSport)