Rafael Nadal sta lentamente recuperando da un problema al piede sinistro che lo ha costretto a chiudere in anticipo la stagione 2021. Ha giocato soltanto sette tornei quest’anno il tennista spagnolo, l’ultimo a Washington dove si è arreso a Lloyd Harris agli ottavi di finale. Da lì la decisione di tornare il prossimo anno e sottoporsi a un trattamento in una clinica di Barcellona. “Avevo previsto di giocare a Wimbledon, Olimpiadi e US Open, e invece è arrivato questo problema fisico. Sono stato un po’ zoppo per qualche giorno, ma devo accettare la situazione e adattarmi. Ho realizzato cose bellissime nella sua carriera, e allo stesso tempo ho vissuto momenti complicati. Mi considero in ogni caso un privilegiato. Dovrò affrontare un percorso di recupero doloroso, ma darò tutto per tornare in alto. Sono determinato“, ha assicurato il 20 volte campione Slam.
Un infortunio che non è nuovo a Nadal: dal 2005 soffre infatti la sindrome di Muller-Weiss, una malattia congenita al piede causata dalla deformazione dello scafoide. A quel tempo i dottori gli dissero che la sua carriera fosse finita, invece l’utilizzo di un plantare risolse le cose. Quest’anno si è ripresentato il fastidio che lo ha condizionato nella semifinale del Roland Garros persa contro Novak Djokovic.
L’obiettivo è tornare a gennaio in Australia, come confermato anche da Toni, zio ed ex coach di Rafa: “Le cose stanno andando meglio – ha detto zio Toni che l’ha plasmato accompagnandolo per tutta la carriera -. Sono convinto che starà bene. L’obiettivo è quello di fare le cose in grande nel 2022. Darà tutto quello che ha”.
Toni ha poi ricordato l’educazione che ha dato a Rafa sul campo da tennis: “Quando ero bambino e ci allenavamo, gli ho chiesto prima di sorridere e avere un atteggiamento positivo. Non ha mai rotto una racchetta perché sarebbe un cattivo esempio per i bambini che lo guardano. E in più ci sono tante persone nel mondo che non hanno abbastanza soldi per comprarla”.