In un mondo della scuola e in un mondo dello sport a livello giovanile, che
potremmo definire “variegato” per usare un eufemismo, la cura e
l’attenzione alla categoria degli Insegnanti e degli Istruttori, presentano
palesi criticità in riferimento a due aspetti salienti:
– la formazione iniziale e quella successiva;
– i criteri e le modalità di reclutamento.
NELLA SCUOLA
Nella scuola l’assegnazione annuale delle cattedre, è uno spettacolo che
non è né divertente né coinvolgente. Non è un problema riferibile al
singolo Insegnante, semmai è riferito alle coordinate all’interno delle
quali l’Insegnante si struttura professionalmente e al sistema che gli
consente di inserirsi stabilmente nel mondo della scuola, con un “bagaglio
di esperienza” talvolta troppo esiguo e spesso inadeguato (non basta
essere laureato per insegnare!), portandolo di fatto anche a credere che
la conquista del “posto fisso”, equivalga ad essersi ritagliato una “confort
zone” dalla quale, a meno che non incontri nel suo cammino qualche
Dirigente particolarmente esigente, non perderà più il posto.
Siamo evidentemente di fronte ad un sistema che non funziona e non
basta dirlo, occorre cambiare!
La Commissione Europea , nella Relazione di monitoraggio del settore
dell’istruzione e della formazione 2019, al cap. 3 “Focus sugli Insegnanti”,
fotografa in maniera impietosa la realtà del nostro Paese:
– l’Italia ha il “corpo docente” più anziano dell’UE;
– le procedure di selezione e di assunzione degli Insegnanti, anche se
modificate nell’ultimo decennio, non sono riuscite a garantire
un’offerta sicura alla scuola di Insegnanti qualificati e competenti;
– le limitate prospettive di carriera, unite a stipendi relativamente
bassi rispetto a quelli di altri Paesi e di altre professioni, rendono
difficile “attrarre” nella scuola i laureati più qualificati;
– vi sono “carenze di Insegnanti” in alcune materie e un’offerta
eccessiva in altre.
Una scuola così non la costruisce né il singolo Insegnante né il singolo
Dirigente, una scuola così la costruisce una comunità: abbiamo bisogno di
“docenti imperfetti”, di docenti con un alto profilo professionale dal
punto di vista pedagogico, riflessivo, progettuale e relazionale. Non ci
servono sanatorie né “immissioni selvagge” che svuotano graduatorie ma
non riempiono di nuova energia le nostre scuole.
NELLO SPORT
Nel mondo dello sport a livello giovanile, molte Federazioni Sportive
Nazionali organizzano corsi di formazione, finalizzati a “rilasciare” le
tessere di Istruttore di 1°-2° e 3° livello, concedendo, a chi ne è in
possesso, di istruire e allenare i bambini, i ragazzi e i giovani.
Nei suddetti corsi spesso non esistono tematiche relative alla
comunicazione, alla gestione del “gruppo dei pari”, all’empatia, ai
Neuroni Specchio, a come si corregge l’errore, che cos’è il carico fisico,
quali sono alle leggi dell’apprendimento e dell’accrescimento.
Molti Formatori non sono all’altezza, non formano, indottrinano
solamente, le lezioni sono spesso frontali, poco stimolanti e motivanti,
presentano molti esercizi (didatticismo!) senza spiegarne il perché,
quando e come devono essere eseguiti e che effetti producono, le
valutazioni finali non sono sommative e spesso sono “a pancia”.
E’ un sistema che non paga, è obsoleto e non tiene conto che ogni anno
cambiano i metodi di insegnamento e di allenamento e purtroppo ….. se
un Istruttore per 2-3 anni non rinnova la tessera, basta che paghi “la
mora” e può tranquillamente continuare a “pensare di insegnare”, senza
partecipare ai corsi di aggiornamento.
Nello sport, in special modo a livello giovanile, abbiamo bisogno di
Istruttori competenti, empatici, che educano, che insegnano attraverso la
didattica e non attraverso il didatticismo, che capiscono i bambini, i
giovani e gli adolescenti: bisogna cambiare e “voltare pagina”!
CONCLUSIONI
Abbiamo un urgente bisogno che ci si prenda cura (vero MIUR, vero
Federazioni, vero C.O.N.I. ?????) della formazione degli Insegnanti e degli
Istruttori, offrendo loro “grandi e innovative” opportunità, ma adottando
anche un giusto rigore per formare queste figure che hanno enormi
responsabilità, e quindi ………… diamoci da fare per “mettere in atto” una
formazione costante, moderna e articolata in modo duttile e laboratoriale
e condotta da Tutor e Formatori autorevoli.
“Insegnare a insegnare”: questo dovrebbe essere il MANTRA!