Ora che la Paralimpiade 2022 di Pechino si è conclusa, senza la partecipazione degli atleti di Russia e Bielorussia, puniti dal Comitato paralimpico internazionale (Ipc), su pressione di tante nazioni, per il semplice fatto di essere russi e bielorussi, non per aver inneggiato a Putin e alla guerra, non per le loro idee che francamente nessuno dell’Ipc e delle nazioni boicottatrici conosce, non per le loro azioni, e non ci risulta che alcuno di loro abbia mai partecipato a interventi armati in qualsiasi parte del mondo, beh, ora che tutto si è concluso mi chiedo: ma per essere ritenuti degni di partecipare alla Paralimpiade questi cattivissimi atleti paralimpici russi e bielorussi che cosa avrebbero dovuto fare?
Avrebbero dovuto marciare contro il Cremlino sulle loro carrozzine, sulle loro stampelle e avrebbero dovuto scagliare proprio quelle stampelle contro l’Armata Rossa ricordando l’eroico gesto di Enrico Toti che, con una gamba sola, nella prima guerra mondiale morì al fronte ucciso dagli austriaci? Avrebbero dovuto fare questo? O cos’altro? Era questa la “libbra di carne” che l’Occidente “civilizzato” avrebbe voluto chiedere a persone che, nella vita, dimostrano ogni giorno il loro eroismo e sono di esempio ai cosiddetti “sani” con il loro sacrificio?
Di fronte, questi atleti hanno trovato solo un branco di meschini che si sono sfogati contro di loro pretendendo di dimostrare al mondo di avere un gran cuore che batte per l’Ucraina e per la giustizia. Ma che bravi! E’ forse per questo che non è stato possibile sapere dall’Ipc quali sono le nazioni che hanno minacciato il boicottaggio della Paralimpiade se fossero stati ammessi alle gare gli atleti russi e bielorussi? E già, quando si tratta di metterci la faccia singolarmente allora tutti fuggono, meglio schierarsi dietro il paravento dell’Ipc, che a sua volta fa un voltafaccia da vergogna.
Alla vigilia della Paralimpiade l’Ipc annuncia che gli atleti di Russia e Bielorussia potranno gareggiare, ma senza bandiera. E questo è nella logica perché si dà un segnale di condanna alle nazioni che hanno attaccato direttamente (la Russia) e indirettamente (la Bielorussia) l’Ucraina, ma non si danneggiano gli atleti incolpevoli per questa situazione. Immediatamente dopo, però, tante nazioni si ribellano e dicono all’Ipc: “O noi o loro”. E l’Ipc, invece di difendere i valori umani e sportivi, si inginocchia davanti a questo ricatto e dice che esclude russi e bielorussi “per salvare la Paralimpiade”. Salvarla? E’ la solita storia: forti coi deboli, deboli coi forti, senza alcuna autorevolezza e credibilità morale.
Ed è vero che questa esclusione si inserisce nel quadro generale della “squalifica” di Russia e Bielorussia da qualsiasi manifestazione sportiva, sancita poco alla volta dal Cio e da ogni Federazione internazionale, ma il caso della Paralimpiade è particolare, perché va a colpire persone il cui spirito di sacrificio è enorme, molto più grande che in qualsiasi altra competizione sportiva, il cui valore morale e il cui esempio sono punti di riferimento che vanno oltre lo stesso sport e rappresentano un modello ideale di umanità. Ma tutto questo non conta per chi è così miserabile da volerli “usare” come mezzo per un proprio desiderio di vendetta, perché di questo si tratta, di vendetta, ma esercitata contro gli innocenti. Si urla di voler difendere gli innocenti ucraini, ma non si esita a colpire gli innocenti russi e bielorussi. Perché c’è sempre qualcuno che decide chi sono i veri innocenti.
Ma se proprio dobbiamo andare a sottilizzare, c’è qualcosa che non convince in tutto questo afflato di partecipazione alle disgrazie dell’Ucraina. Davvero tutto lo sport si erge a paladino della libertà dei popoli? Non sembra. In questi giorni si sta svolgendo un importante torneo internazionale di tennis, a Indian Wells, negli Stati Uniti. E qui vediamo che sono in campo giocatori e giocatrici russi, a cominciare dal numero 1 della classifica mondiale maschile, Daniil Medvedev. Quindi, loro sono autorizzati a giocare? E perché mai? Certo, a pensare agli interessi economici, ai contratti, agli sponsor, a tornei che senza Djokovic, senza Federer e adesso senza il nuovo numero 1 potrebbero subire qualche danno, qualcosa si comincia a capire. Certi soldi, persi per il boicottaggio di certi sport e certi atleti, sono pochi e non meritano attenzione o se sono molti si possono recuperare in altri modi, magari coinvolgendo altre nazioni che a loro volta stanno massacrando altri popoli, tipo l’Arabia Saudita verso lo Yemen, o che se ne fregano dei diritti civili, certi altri soldi invece è più difficile recuperarli e allora il boicottaggio non scatta. E’ sempre questione di coraggio, finto, e di meschinità, vera.
Dopodiché, per chiudere il cerchio, basta dare uno sguardo oltre lo sport e si comprende tutto molto meglio. Le indicazioni più significative, però, non arrivano dagli analisti politici, dagli esperti e quant’altro, no, arrivano da due “comici”, a conferma che sono proprio le persone che scelgono di far sorridere la gente ad avere la sensibilità più grande e a vedere chiaramente quello che gli ipocriti cercano di nascondere.
Il sudafricano nero Trevor Noah, che ha un suo show negli Usa su Comedy Central, ha svergognato le nazioni che ora si vantano di dare rifugio ai profughi ucraini mandando in onda le notizie e le dichiarazioni di quando quelle stesse nazioni, a cominciare da Ungheria e Polonia, respingevano i profughi siriani, e rendendo noto, con filmati di Tv e apparsi sui social. Ma anche come si sta comportando la Polizia ucraina con alcune persone che cercano di scappare. Tre di questi filmati sono illuminanti, andati in onda il 3 marzo.
Filmato da Tds, viene trasmesso un video da Twitter
In questo video pubblicato su Twitter si legge: “Guardate come minacciano di spararci. Sono al confine tra l’Ucraina e la Polonia, ma la Polizia e l’Esercito vietano agli africani di attraversare, solo gli ucraini hanno il permesso”. Studenti stranieri rischiano l’isolamento e il razzismo al confine con la Polonia. Ad alcuni è stato detto di non prendere i pullman perché riservati solo agli ucraini.
Filmato da Al Jazeera, trasmessi video dai social
Video pubblicati sui social mostrano neri bloccati alla stazione ferroviaria a Lviv mentre gli ucraini salgono sui treni.
Scritta sul video social mentre si vede la Polizia che caccia una ragazza nera dal treno: “Alla ragazza bianca è permesso di passare. La Polizia ucraina spinge una ragazza nera fuori dal treno”.
Filmato da Abc news
Un uomo originario del Congo ha detto di essere stato bloccato mentre cercava di salire su un treno.
Parla l’uomo. “Ci hanno detto: vi daremo delle armi per lottare in Ucraina. Scusa? Devo lottare per l’Ucraina? Non siamo ucraini, siamo neri. Come possiamo lottare per l’Ucraina?”
E ancora. La Montreal Symphony Orchestra cancella dal programma la partecipazione di un pianista russo. La Cardiff Philarmonica Orchestra ha rimosso dal programma le musiche di Tchaikovsky (vi ricorda qualcosa avvenuto in Italia, forse con lo scrittore Dostoevskij?). Il ristorante Russian Samovar a New York ha perso il 60% dei clienti: co-proprietario è un uomo con la madre ucraina!
E Trevor Noah commenta, a proposito dell’aiuto che i paladini della libertà vogliono dare all’Ucraina: “L’unica cosa peggiore di non essere aiutati è essere aiutati da idioti”.
E infine, per restare nell’ambito dei comici che si dimostrano più seri, Maurizio Crozza, nella puntata dell’11 marzo di “Fratelli di Crozza”, in onda su Nove, ha fatto vedere un filmato del 1997 con Joe Biden, proprio lui, l’attuale presidente degli Stati Uniti, che dice: “Io penso in primo luogo che l’ammissione a breve termine nella Nato degli Stati Baltici provocherebbe delle conseguenze negative nei rapporti tra Nato e Russia, tra Usa e Russia. Se mai esistesse una circostanza capace di far protendere verso una reazione vigorosa e ostile la Russia, sarebbe proprio questa”.
Ma l’importante è negare ai coraggiosi atleti paralimpici (stavolta russi e bielorussi, domani chissà chi altri) di partecipare a una manifestazione che per loro rappresenta la vita stessa! Possiamo renderci conto ancor di più del patrimonio di umanità che ci arriva dai comici come Trevor Noah e Maurizio Crozza, nobili clown che fanno capire chi sono i veri pagliacci.
Gennaro Bozza (Foto tratta da corrieredellosport.it)