Era il 16 settembre 1979 quando, in occasione del Gran Premio Dino Ferrari (gara non titolata vinta da Niki Lauda su Brabham-Alfa Romeo), iniziò la nuova era della Formula 1 per Imola. Da allora fu una magia continua ed un calderone di emozioni belle, ma anche altrettanto tristi, hanno animato e reso unico il Gran Premio del circuito del Santerno che negli anni venne conosciuto con nomi tutti diversi.
La vera magia, però, iniziò nel 1980 quando la Formula 1 debuttò con la sua prima gara valida per il titolo mondiale. Il primo evento, che all’epoca era il Gran Premio d’Italia e sostituiva il consueto appuntamento di Monza, fu portato a casa per due anni consecutivi dalla Brabham del brasiliano Nelson Piquet. Eppure, tutti i fan della Formula 1 ricordano il GP di Imola per due edizioni in particolare: quella del 1982 ed il tragico appuntamento del 1994.
La prima nominata è famosa per essere passata alla storia per l’animato conflitto interno in Ferrari tra quelli che erano due veri amici, oltre che compagni di squadra, i francofoni Gilles Villeneuve e Didier Pironi. La seconda, quella del 1994, ha dei connotati più tristi e drammatici poiché in meno di 24 ore persero la vita due grandi piloti del calibro di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna.
Durante le 30 edizioni del Gran Premio, la Scuderia di Maranello ha vinto solo 8 volte sull’omonimo tracciato intitolato ad Enzo&Dino Ferrari. Potremmo dire che questa sarà la nona volta? I presupposti ci sono tutti e la Ferrari ha l’obbligo morale di far bella figura agli occhi di una marea Tifosi provenienti da ogni angolo del Bel Paese, Lombardia, Calabria, Campania, Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia e tantissime altre regioni e città meravigliose. E, adesso, vi lasciamo ai ricordi di Cesare Fiorio, in questa intervista che porterà indietro nel tempo i più nostalgici ed
esalterà gli appassionati di questo sport. Buona lettura.
1) Imola, terra di ricordi, emozioni e, soprattutto storia. Quali sono i momenti legati alla F1, e non solo, che lei ricorda con più piacere? “A Imola ci sono andato tantissime volte. Purtroppo, mentre ho conseguito tantissime vittorie su molti altri circuiti qui, purtroppo, non ho mai vinto. Quello di Imola è una pista che mi piace moltissimo: amo l’ambiente, le persone che ne fanno parte e lo popolano ed il calore che si crea ad ogni gara. E posso dirle che noi italiani non siamo secondi a nessuno, a livello mondiale, nell’organizzazione di un Gran Premio e Imola, sicuramente, ha una grandissima esperienza e capacità di ospitare la F1 nel miglior modo possibile. Qui a Imola ho corso con tantissime auto e prototipi ai tempi della
Lancia”.
2) La Tosa, la Rivazza, le Acque minerali… sono tutte curve complesse e tecniche. Quanto è cambiato il circuito di Imola rispetto al passato? “Ai miei tempi non c’era la chicane dopo i box, ma c’era una curva velocissima dove ricordo che andammo a sbattere con la Ferrari di Berger e l’auto andò in fiamme, ma l’efficienza dei Marshall del tracciato risolse il
problema e questo lo rammento benissimo. La loro bravura risolse un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Purtroppo di Imola ho un ricordo negativo, ovvero l’incidente di Ayrton Senna che tutti noi conosciamo bene. Dopo quell’evento modificarono il circuito e, seppur ci fosse lo spazio per fare una variante in quel punto, in molti si opposero; poi, per fortuna, decisero di costruirne una.
3) Quanto è migliorata la sicurezza e l’efficienza nella Formula 1 di oggi? “L’efficienza e la sicurezza nella Formula 1 sono molto cambiate. Una volta bastava un incidente banale dove il pilota usciva malconcio; adesso
assistiamo ad incidenti orrendamente spettacolari in cui i piloti ne escono indenni. Questo vuol dire che la Formula 1 è migliorata molto nella costruzione della cellula di sopravvivenza che permette ai piloti di subire conseguenze da eventuali incidenti. L’unica cosa che subiscono ancora sono le forti decelerazioni nel momento dell’uscita di pista. Su quello non hanno ancora trovato una soluzione”.
4) Tornando al passato, 40 anni fa si disputò l’ultima gara di Gilles Villeneuve e quell’anno ricordiamo bene come andò la gestione col compagno di squadra Pironi. Lei come avrebbe gestito quella situazione?
“Diciamo che i miei piloti non avrebbero mai fatto cose di questo tipo perché sapevano che avrebbero dovuto rispondere a me a fine gara. Però voglio dire che capisco anche benissimo la situazione di quell’accaduto. Alla fin dei conti
sono dei piloti.
5) Lei che ricordi ha di Gilles Villeneuve?
“Di Gilles Villeneuve ricordo che ha fatto anche una gara per me. Il Giro d’Italia a bordo di una Lancia Beta Monte-Carlo. All’epoca il Giro d’Italia aveva delle prove su circuito e delle prove stradali e si poteva scegliere chi far gareggiare. In squadra con me avevo Walter Röhrl per le prove stradali e Gilles su quelle da circuito. Ricordo benissimo questa sua presenza al Giro d’Italia che avvenne proprio ad Imola e ci lasciò tutti stupiti per la sua grande velocità. Era davvero molto bravo e ricordo anche quella sua grande versatilità da ottimo pilota che riuscì ad adattarsi subito alla guida di un
prototipo Lancia, lui che veniva da una Ferrari F1”.
6) Mauro Forghieri aveva un ottimo rapporto con Gilles Villeneuve, ma sosteneva anche che il canadese non avrebbe mai vinto un mondiale per la sua voglia continua di spingersi oltre il limite della guida. Secondo lei, quel mondiale, lo avrebbe mai vinto?
“Ho una grandissima stima nei confronti di Mauro Forghieri. Se lui che lo gestiva ha tirato fuori questa tematica è perché lo ha vissuto appieno arrivando anche a conoscerlo bene. È difficile per me dire quali sarebbero state le sue possibilità nel campionato del mondo di Formula 1, però devo dire che lui, quando partì per il primo giro al Circuito di Imola ebbe un incidente con un’altra auto. Evidentemente non era ancora abituato allo stile di guida di un prototipo, visto che è andato a sbattere dopo solo due curve! Poi, però, ne è venuto fuori benissimo e avrebbe vinto il Giro d’Italia di quell’anno se non ci fossero state altre problematiche. Devo dire che, se Mauro ha detto queste cose, è perché ha vissuto episodi di questo tipo con questo grande pilota”.
A cura di Raffaello Caruso (Foto tratta da https://www.f1world.it/)