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Comunque vada, che lo scudetto lo vinca il Milan, più facile, o l’Inter, non impossibile, sarà ancora uno scudetto per Milano che riconquista così parte delle sue antiche e perdute posizioni di potere dei tempi di Berlusconi e Moratti. Un tempo a Milano si vincevano le Champions League, non solo gli scudetti. Ora il gioco è completamente cambiato, il calcio è in mano a operatori finanziari mondiali infinitamente più ricchi e potenti e restare competitivi è sempre più difficile, perché non puoi proprio più sbagliare nulla. Real Madrid e Liverpool che si giocano la vittoria in Champions League, valgono insieme almeno 6-7 miliardi di dollari. Il calcio è un tavolo da poker dove i giocatori sono sempre più ricchi ed è impossibile reggere il confronto. Ormai tutti sono alla continua ricerca di un nuovo proprietario che abbia più soldi del precedente, col quale poter vincere quello che si vinceva prima, ma con molti milioni in meno.
Che lo vinca il Milan, probabile, o l’Inter, difficile ma non impossibile, comunque sarà il secondo scudetto consecutivo a Milano. E’ come se la storia riprendesse un corso più normale, restituisse qualcosa a una delle capitali del calcio italiano, dopo l’anomalia dei nove scudetti alla Juventus.
Comunque andrà sarà un altro scudetto “straniero”, lo scudetto di questa new economy del pallone che mischia, a livello mondiale, gestori di fondi, sceicchi, petrolieri, svariate multinazionali e via così, tutti personaggi che hanno col calcio un rapporto assai meno coinvolgente e finanziariamente molto più interessato e disinvolto di quello che potevano avere Berlusconi o Moratti. Che nel calcio avevano interessi diversi: politici e narcisistici Berlusconi, passionali e familiari Moratti.
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