Quando si perde, non bisogna abbattersi, ma farne tesoro, il che
significa imparare dagli errori, dalle sconfitte e dalle
contraddizioni. Questo momento storico non aiuta: il mantra per
cui c’è sempre (o quasi) una soluzione tecnologico/digitale per
qualsiasi momento della giornata è diseducativo: la vita non è
una app!
La sfida è educativa: si devono recuperare “idee e valori forti”;
come il fascino del rischio, la dimensione positiva della paura, il
senso della semina e del raccolto, l’accettazione della sconfitta e
se si perde ma ci si migliora è come una vittoria!
Ce lo insegnavano i nostri genitori: tutto ciò impone fatica,
richiede pazienza, i risultati non sono certi, ma bisogna andare
avanti a testa alta.
Cari giovani atleti non “mollate mai”, le sconfitte rafforzano lo
spirito.
L’importanza dell’Istruttore-Educatore
L’Istruttore-Educatore è la figura basilare per il giovane atleta, è
uno dei tanti modelli dai quali il giovane deve attingere tutto ciò
che è positivo e che gli servirà per formare il proprio carattere e
la propria personalità. Deve essere un punto di riferimento e un
modello di identificazione per i suoi atleti, sia sul piano sportivo
che su quello umano. Non deve essere un leader autoritario, ma
autorevole, non deve essere eccessivamente permissivo, deve
essere un leader empatico, motivatore, stimolatore, entusiasta.
Deve essere sostenuto dai genitori, deve sostenere ed informarli
continuamente, deve collaborare con loro e non cercare la
guerra, deve chiarire subito fin dove potrà arrivare il loro figlio,
bloccando eventualmente aspettative troppo elevate, che
tenderebbero a caricare di eccessiva responsabilità il giovane. Il
più grande impegno di un Istruttore non quello è di costruire la
motivazione nei giovani atleti, ma di evitare di distruggere la
motivazione intrinseca dello sport che essi già possiedono. Se il
giovane atleta è iper-protetto e privato del piacere di “farcela da
solo”, gli si impedisce di sperimentare la propria autonomia e
auto-efficacia, poiché l’iper protezione comunica un senso di
inadeguatezza.
Per favorire la continuità della pratica sportiva ai giovani atleti,
l’Istruttore deve:
aiutarli a svilupparsi fisicamente, socialmente e
psicologicamente, al massimo delle loro potenzialità;
prendere ogni decisione nel miglior interesse per ciascuno;
instaurare con loro un dialogo sincero;
scegliere obiettivi legati all’età e al livello di maturazione di
ciascuno;
creare un clima di gruppo positivo, in cui si respiri aria di
collaborazione, fiducia, sostegno e stima reciproca;
offrire loro opportunità di “successo”;
progettare occasioni per stare assieme anche fuori dal
contesto sportivo;
fornire loro rinforzi positivi;
predisporre programmi di allenamento che lascino maggior
tempo libero.
L’ambizione a costruire qualcosa di bello per sé e per gli altri.
Come si fa?
Si fa quello che io ripeto sempre: “Mai mulà!”.
Traduzione n° 1: “Mai mollare!”.
Traduzione n° 2. “Never give up!”.
Traduzione n° 3: “Nothing is impossible”
Conclusioni
Caro giovane atleta apri la tua mente e focalizzati su ciò che hai
fatto, che fai e che vorresti fare, a prescindere da qualsiasi regola,
pensiero e progetto che “qualcuno”; vuole farti accettare.
Ragiona con la tua testa, fai le tue scelte, infrangi il “perbenismo”,
scandalizza i “seguaci”.
Fregatene di ciò che dicono gli altri, continua per la tua strada e
non farti trascinare nella “ruota del criceto”.
Sei pronto ad uscire dagli schemi?
E’ il momento.