dal nostro inviato a Wimbledon
Un ragazzo viziato, un uomo non ancora davvero cresciuto, un villano dichiarato, una macchietta al limite della neuro-deliri, un semifinalista Slam. Alla fine, parliamo di tennis, non di etica e quel che conta è il risultato. Nick Kyrgios è giunto meritatamente alla semifinale di Wimbledon e lo ha fatto con vittorie convincenti e senza farsi scalfire da nulla, in particolare da se stesso e dalle sue sceneggiate.
Prima il duello al calor bianco con Stefanos Tsitsipas, quando i due si sono presi a pallate – letteralmente – a seguito della richiesta di Kyrgios di espulsione del greco. Poi la multa da parte del torneo per la sceneggiata. Infine la spada di Damocle dell’accusa di violenza domestica dall’ex fidanzata di origini italiane Chiara Passari – per fatti avvenuti lo scorso dicembre – per la quale dovrà comparire in tribunale tra poche settimane. Il solito atteggiamento in campo indolente e imbronciato anche oggi, nella partita in cui giocava per la prima semifinale Slam della carriera. I primi 9 punti della partita tutti persi.
“Embè?” risponderebbe lo sfacciato australiano se fosse nato a Roma, perché al di là della lodevolissima tigna di Cristian Garin e di parecchi suoi dritti al fulmicotone, degni del connazionale Fernando Mano de Piedra Gonzales (oggi presente in tribuna), Nick Kyrgios ha oggi di fatto controllato il match dall’ inizio alla fine o quasi. Nella cornice di un pubblico molto più adatto a un’arena da corrida spagnola che a un palcoscenico da gesti bianchi, chiassoso e maleducato, sempre pronto a cavalcare i “Let’s go” di Kyrgios e i “Vamos Garin” di diversi presenti. Davvero stigmatizzabile il pubblico del campo 1, richiamato ufficialmente due volte dal giudice di sedia (mentre Kyrgios stava servendo, si è persino sentito uno stappo di bottiglia!), solo in parte da comprendere – ma per nulla da giustificare – per l’assenza di equilibrio di un match che è stato comunque bello da seguire per merito del mai domo cileno.
E pensare che all’avvio della partita Kyrgios sembrava già con la testa in tribunale: un parziale di 9 punti a zero per Garin, salito fino al 3-1 prima che il kid di Canberra rimettesse le cose a posto rimontando fino al 4-3. Poi sul 4 pari ha mostrato il suo lato peggiore, applaudendo sprezzante un nastro fortunato di Garin, come se il povero cileno avesse fatto apposta a centrare il net! Nick riusciva però a restare a galla grazie al servizio (salvando due palle break) e, scampato il pericolo, nel gioco successivo cambiava marcia e con 4 punti di fila, figli di risposte troppo veloci per un terraiolo come il cileno, portava a casa il primo set (6-4). Dalla tribuna si notava comunque sempre il solito Nick, che borbottava e biascicava continuamente, incurante della multa già presa dopo la battaglia campale con Tsitsipas, anche se persisteva la sensazione che sull’erba fosse troppo superiore all’avversario. Oggi è andato in scena un Kyrgios davvero concentrato, servizio solidissimo, discese a rete quando necessario e quando era lui a essere chiamato nei pressi del net non lasciava scampo al malcapitato Garin. Così anche il secondo set andava in archivio a suo favore. Nel terzo parziale il cileno continuava imperterrito a scalare la montagna a suon di dritti da fondo campo, ma era quasi come spingere l’acqua in salita. Come era chiaro sul 3-2 Garin del terzo set, quando l’indomito Cristian riusciva a procurarsi tre palle break, ma Kyrgios le annullava sparando ace e servizi vincenti. Roba da scoraggiare chiunque, non il ventiseienne di Santiago del Cile. Che rimaneva attaccato con le unghie e i denti al match, fino a trascinare il terzo parziale al tie-break, issandosi fino al 5-3 e servizio. Niente da fare, sul 5-4 un nastro di matrice tutta australiana faceva uscire il passante del povero cileno. Se anche la fortuna assiste Nick…
“Non ho un allenatore, non posso sperare di tenerne uno per più di qualche settimana…”, esclama sornione e auto-ironico a fine partita l’australiano. Per poi far emergere un lato più presentabile del solito in conferenza stampa, quando gli chiedono cosa è cambiato per fargli centrare le semifinali di Wimbledon.
“Sono cambiato io. Il tennis non è tutto. Ci sono i miei amici, la mia famiglia, la mia fidanzata”. Già la fidanzata, Costeen Hatzi una presenza che sembra aver in parte raddrizzato la vita di Nick, ma conquistata a suo modo. Costeen fa la interior designer, Nick ha pensato bene di farle un’offerta online per uno specchio in vendita, per poi presentarsi davanti a lei, dichiarando il suo amore. Una svolta di vita? Andiamoci piano e vediamo cosa farà Kyrgios da qui in avanti, intanto non si è fatto nessun problema, pochi giorni fa, arrivando in conferenza stampa con del sushi da stuzzicare mentre rispondeva alle domande…
Così, possiamo detestarlo, persino disprezzarlo, possiamo dire che ha avuto fortuna col tabellone e che si lamenta una volta a sproposito e l’altra pure. E anche che se Matteo Berrettini non si fosse preso il Covid ora non sarebbe qui, ancora ai Championships. Tutto vero o molto probabile, ma questo bulletto è in semifinale a Wimbledon, con tutto il suo carico di talento. Oggi anche con tutta la sua classe, perché i servizi vincenti e gli ace sono arrivati quando servivano, sulle palle break per l’avversario. Così, il gaglioffo down-under, dopo gli scalpi di Jubb, Krajinovic, Tsitsipas e Nakashima, si è preso anche quello di Garin. Ora in semifinale lo aspetta Rafa Nadal, uscito vincente ma malconcio dai cinque set contro Taylor Fritz. Talento, classe, anche fortuna. Tutte doti da campione. Nick ha ancora molta, moltissima strada da fare per esserlo, ma il tempo è dalla sua parte (ha 27 anni, ancora pochi per il tennis contemporaneo) e anche la storia: Jimmy Connors, Ilie Nastase e John McEnroe erano forse dei gentiluomini?
*foto ripresa da tennis365.com, credits Shahida Jacobs