A guardare la sola lista degli infortuni di Jannik Sinner in questo 2022, concluderemmo che l’altoatesino e i suoi tifosi non vedono l’ora che la stagione finisca. L’impossibilità di partecipare all’ATP 500 di Astana è solo l’ultimo atto di un’annata tormentata dai guai fisici. I problemi dell’azzurro sono cominciati tra la fine di Gennaio e l’inizio di Febbraio, con influenza e Covid che gli hanno negato il torneo di Rotterdam. Sono poi proseguiti a Indian Wells (febbre, che ha spalancato le porte del walk-over a Nick Kyrgios) e Miami (le vesciche hanno dato il via libera a Francisco Cerundolo), poi durante la stagione sulla terra, ai quarti di Montecarlo è stato frenato da un problema agli addominali contro Alexander Zverev, successivamente sempre ai quarti a Roma è stata l’anca a tarparne le ali, lasciando via libera a Stefanos Tsitsipas.
Il Roland Garros è stato poi il rimpianto più grande: l’infortunio al ginocchio sinistro contro Andrey Rublev è arrivato con Sinner avanti 6-1, protagonista di un gran tennis e di un tabellone abbastanza favorevole (sulla sua strada ci sarebbero stati Cilic e Ruud). L’estate ha poi lasciato in pace il fisico dell’azzurro, che ne ha subito approfittato con l’eccellente quarto di finale a Wimbledon, il successo a Umago e il quarto di finale perso a New York nella straordinaria partita contro Carlos Alcaraz. Dopo la Davis, Sinner è stato impegnato a Sofia, dove si è dovuto ritirare in semifinale sotto 5-2 al terzo set contro il danese Holger Rune, dopo che la caviglia gli è girata e la caduta ha rischiato di coinvolgere anche la nuca (fortunatamente senza conseguenze). Oltre al ritiro, addio al torneo di Astana.
Come sottolinea giustamente l’account Twitter “Relevant Tennis” (@RelevantTennis), l’aspetto singolare, che dà la cifra dell’ottimo 2022 dell’altoatesino, è l’essere n.12 sia nel ranking sia nella Race e nei primi 5 nel computo vittorie/sconfitte (è il n.4 con 43 successi e 13 ko). Gli infortuni hanno quindi arrestato i suoi tornei solo nei turni finali. Ad eccezione di Wimbledon e dello US Open (sconfitte contro Djokovic e Alcaraz) e di pochi altri tornei, Jannik non ha mai avuto la possibilità di andare più avanti proprio a causa di un guaio fisico. Per completare l’opera, i quarti raggiunti a Wimbledon non gli hanno portato punti, per la nota risposta dell’ATP al divieto imposto dagli organizzatori di Church Road di partecipare a tennisti russi e bielorussi.
Non ci resta che sperare che il dazio già ampiamente pagato con la sfortuna sia esaurito e che l’assistito di Simone Vagnozzi e Darren Cahill possa ancora ritagliarsi un posto per Finals di Torino, che sarebbero mai come quest’anno meritate.