Vedi l’esordio stupefacente di Paolo Banchero in NBA e pensi che quando una squadra è già una squadra, valida in ogni reparto e in grado contro pronostico di superare un grande avversario, ma incapace di dare il colpo del KO perdendo al turno successivo, l’innesto di un potenziale supercampione può dare adito ai sogni più entusiasmanti. Vale per ogni sport, a qualsiasi livello e latitudine, e vale anche per l’Italia della pallacanestro che ai recenti Europei ha superato la fortissima Serbia ma non ha saputo ripetersi contro la Francia, sfiorando l’impresa e perdendosi sul più bello. Se già l’anno prossimo ai Mondiali distribuiti tra Filippine, Giappone e Indonesia potessimo contare su questa fantasmagorica promessa, pur imponendoci già ora di restare coi piedi per terra, da tifosi, saremmo altrettanto liberi di sognare una nuova medaglia dopo l’argento del 2004 all’Olimpiade di Atene.
Paolo Banchero è un ragazzone di 20 anni di 2,08 metri, figlio dell’italoamericano di origini liguri Mario Banchero e dell’americana ex cestista WNBA Rhonda Smith. È nato a Seattle, ma grazie al nonno ligure, nel Febbraio 2020 ha ottenuto la cittadinanza italiana: da allora può rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali FIBA e questa sembra davvero essere la sua intenzione, se consideriamo quanto ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport su Italia e Italbasket: “Il rapporto con l’Italia cresce sempre più forte. Fino a 15-16 anni non sapevo molto della storia italiana della mia famiglia, solo che mio nonno era italiano e poco altro. Poi mi sono interessato e ho scoperto tante cose. Spero di venire presto in Italia, dato che non ci sono ancora stato”. Ok, fin qui abbiamo un cestista americano che ama l’italia, stop.
Continuando però ad ascoltarlo scopriamo che in realtà Banchero è per noi italiani molto di più: “Il Mondiale 2023 è un mio obiettivo. Non posso garantirlo al 100% visto che ho appena cominciato la mia prima stagione NBA, ma è qualcosa cui penso. Al momento opportuno prenderò una decisione. I miei contatti azzurri? Con coach Riccardo Fois ci sentiamo da tanto, è stato assistant coach a Gonzaga – centrando a Glendale, Arizona, la prima Final Four del Gonzaga University nel 2017 e chiudendo da finalista, nda – e in NBA a Phoenix. Lo conosco e lo rispetto. Tra i giocatori mi sento con Nico Mannion: è della West Coast come me, ha giocato gli stessi miei tornei – Mannion ha giocato al college per gli Arizona Wildcats e poi, nella stagione 2020-21, in NBA con Golden State, nda – ci sentiamo sui social, gli ho fatto i complimenti per quanto bene ha fatto con l’Italia”. E sull’Europeo chiuso dai ragazzi di Pozzecco ai quarti di finale: “Ho seguito gli azzurri e sono orgoglioso di come hanno giocato e combattuto”.
Ecco, questa quasi promessa di giocare per l’Italia (corroborata dalla foto col tricolore che si è fatto fare durante il media-day degli Orlando Magic) è per noi fondamentale: avere a disposizione uno così può spostare gli equilibri. Perché Paolo è stato la prima scelta del Draft NBA. Gli Orlando Magic hanno deciso di puntare su di lui. Era dai tempi di Andrea Bargnani (2006) che la prima scelta non ricadeva su un italiano. Banchero però oltre a “eguagliare” Bargnani, si è messo sullo stesso piano di un’altra prima scelta del draft, il signor LeBron James. L’ha fatto nella partita d’esordio in NBA contro i Detroit Pistons: Banchero ha realizzato 27 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, diventando il primo Rookie a registrare almeno 25 punti + 5 rimbalzi + 5 assist all’esordio da quando lo fece LeBron.
L’anno scorso, raggiunge coi suoi Blue Devils la Final Four del campionato universitario americano NCAA e al termine della regular season viene eletto Rookie dell’anno dalla ACC (è un titolo che negli USA vale di fatto come miglior giovane dello sport universitario ed è eletto da associazioni universitarie polisportive dette Conference, come appunto la ACC, Atlantic Coast Conference, che fa parte delle 6 major conferences NCAA).
Al termine dell’annata, il 20 aprile 2022, considerato come uno dei tre più validi cestisti della stagione, decide di tentare la strada del professionismo NBA. Al debutto, come detto, eguaglia LeBron James. È proprio Nico Mannion a confermare le grandi qualità di Banchero, in un’intervista a basketnews.com, sottolineandone l’amore per il nostro paese: “Mi piacerebbe giocare con lui, mi ha scritto dicendomi di essere emozionato all’idea di giocare per l’Italia. Vuole giocare, deve solo trovare il momento giusto. Il suo sviluppo è qualcosa d’incredibile, si muove in modo straordinario per il fisico che ha e vanta un grande istinto per il gioco. È un giocatore che ci può dar una grossa mano a tornare sul podio ai Mondiali, alle Olimpiadi o agli Europei. Inoltre per me, giocatore perimetrale, sarà bello avere al fianco un big-man come lui”.
Mannion parla di Banchero in azzurro come cosa fatta, ma è tutto da vedere se pensiamo che non ha ancora disputato un match con nessuna nazionale e quindi, visto il suo valore, potrebbe facilmente debuttare con la maglia degli USA. Per portare invece la prima scelta del draft NBA a indossare la canotta azzurra, il ct Gianmarco Pozzecco e il gm Salvatore Trainotti andranno a Orlando tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre per convincere di persona Banchero a giocare per l’Italbasket ai Mondiali 2023: “Non mi preparo nulla, non mi farò il discorsetto da recitare. Quando sarò là, davanti a lui, cercherò il modo giusto per convincerlo” ha esclamato il Poz, uno che se vuole essere convincente sa il fatto suo.
Riuscirà Banchero a dare seguito a una carriera che, sebbene tutta da scrivere, sembra già destinata a essere gloriosa? Soprattutto, riuscirà il movimento azzurro a trattenere un campione di questo livello? Alla fine dei Giochi, lo vedremo sul parquet con la maglia degli azzurri o con quella del Dream Team? Intanto, in NBA si è presentato così: