Rotterdam-Como. Dal torneo 500 dove il predestinato del tennis italiano, Jannik Sinner, ha battuto Stefanos Tsitsipas, ai 4 Clinics di Villa d’Este di Riccardo Piatti e la sua Academy di Bordighera (dal 19 marzo). Dal ko troppo netto contro il dio del tennis greco nei quarti di Melbourne all’alba del 2022, col clamoroso divorzio del “barone rosso” da papà-Piatti, al successo contro il numero 3 del mondo. Il più vincente allenatore italiano è già totalmente concentrato, come sempre, verso nuovi obiettivi e nuove sfide. Forte di una serie di risultati incontestabili di primissima qualità: “So che posso insegnare a giocare a tennis, posso insegnare il professionismo – come dicono i risultati dei Piatti Boys -, posso portare un giocatore fra i primi 100 del mondo e anche aiutarlo a vincere dei tornei Masters 1000. L’ultimo step di questo percorso è portare un giocatore al numero 1 del mondo e vincere uno Slam”.
PROFESSIONALITA’
Riccardo è sempre stato un grande innovatore, con un occhio attento alle esperienze all’estero, proprio in nome di Villa d’Este: “Papà, che era socio, aveva costruito casa proprio sopra. A 5 anni scavalcavo un muretto ed entravo in quel mondo magico, fatto di cose uniche e buonissime. Era pieno di americani. E da allora oltre che a sognare la vita che ho fatto, ho sognato di scoprire il mondo, di andar via. Così oggi sentendomi sempre parte di questo posto incantato, sogno di iniziare questo nuovo percorso alla ricerca del talento e del rafforzamento del mio marchio nel segno dell’eccellenza e della qualità, proprio qui dove i miei sogni sono cominciati”. Dopo il quartetto del centro tecnico federale di Riano Flaminio, i ragazzi del ’90 Furlan- Caratti-Brandi-Mordegan, e un po’ di strada insieme a Camporese e Nargiso, Piatti ha allenato molti giocatori stranieri: “Ivan Ljubicic che con me è arrivato al numero 3 del mondo, era croato ma non stava mai in Croazia, oggi a Bordighera ho tanti ragazzi stranieri. Dico Manas Dhame, indiano, il primo 2007 a giocare un torneo ATP, e dico Katrina Scott del 2004, ma ce ne sono molti altri”. Piatti è stato il primo a legarsi a un osteopata e poi nel tempo a una serie di specialisti, dal preparatore mentale fino al video analista istantaneo degli allievi e, in ultimo, a Riccardo Ceccarelli, il medico della Formula 1 che, partendo dall’esperienza coi piloti, Alonso, Kubica e Leclerc, allena la mente con tecniche specifiche ricreando le situazioni di stress di gara, per prendere le decisioni giuste.
SISTEMA ITALIA
Per la clientela super Vip di Villa d’Este 4 giorni di full immersion di tennis e preparazione atletica “seguiti come un professionista da due allenatori su ogni campo, più il videoanalista” sono una stuzzicante occasione. Per il super-coach qual è la sorpresa del Rinascimento del tennis italiano? “Passaro, Arnaldi e Bellucci tre ragazzi coetanei di Jannik: non pensavo venissero fuori così e così in fretta. Forse grazie al circuito Challenger, sicuramente al sostegno della FIT”. Il sistema Italia fa scuola: “Io parlerei di sistema-Binaghi, il presidente dalle grandi intuizioni e dall’attenta gestione finanziaria. Speriamo che il tennis italiano non lo perda. Lo stesso vale per l’ATP con Andrea Gaudenzi: il primo presidente manager ed ex giocatore che sta facendo benissimo,. Un altro grande dirigente, anche lui italiano”.
SEMAFORO VERDE
Piatti, qual è il suo rammarico più grosso? “Raonic, pensavo diventasse fortissimo. Ma così va la vita, ha ripreso ad allenarsi: tornerà per giocare sull’erba”. E gli italiani? I primi due, Sinner e Berrettini, possono vincere uno Slam già quest’anno perché hanno fatto tutti i passi necessari per arrivare a questo stadio. Jannik può vincere su qualsiasi superficie, sull’erba Matteo sarà durissimo da battere per tutti: per me ha fatto bene a fermarsi e spero stia attento a come gioca su terra e cemento americano per dare il meglio sul verde Mentre Musetti è un po’ più indietro: sta imparando dai match persi”.
Vincenzo Martucci (tratto da il messaggero)