La nostra mente è strutturata in modo tale per essere allenata a credere, a pensare, ad agire positivamente e ad avere fiducia, quindi ci si può allenare a pensare e agire in modo positivo riguardo a qualunque situazione: basta sapere cosa si vuole e fare tutti i passi necessari per attuarlo.
Durante il proprio cammino si possono trovare resistenze, sensi di colpa che impediscono il raggiungimento dei propri obiettivi, ma se sono ben analizzati e compresi, si può trasformarli a proprio vantaggio.
Mai pensare in termini di sconfitta
Se un atleta, un giocatore, non spera di finalizzare azioni e strategie positive, come gli esercizi provati in allenamento e teme la vittoria degli altri, allora significa che la sua aspettativa è la sconfitta: questo è un grosso problema, perché quando la mente genera un dubbio, questo influirà sulla sua prestazione.
Pensare in termini di sconfitta nello sport, determina un processo mentale ed emotivo inibitorio (a livello muscolare, creativo, fantasioso e di iniziativa) che comporta influenze sulla buona riuscita del gesto motorio.
Cosa bisogna fare per migliorare?
Bisogna credere in se stessi, nelle proprie capacità individuali, con convinzione e se l’atleta è determinato e ha in mente degli obiettivi ben chiari da raggiungere e crede nel proprio Allenatore e alla sua filosofia, allora la difficoltà si ridimensiona e la possibilità di evitare conflitti e dubbi aumenta.
Proprio per questo risulta fondamentale e cruciale il ruolo dell’Allenatore.
L’Allenatore
Lui per primo deve pensare e agire in positivo, per poterlo trasmettere ai suoi atleti, senza contraddizioni: deve dare tutto se stesso, con passione, cuore e competenza.
La passione è quel fattore che riesce a far esprimere un’atleta nel migliore dei modi nello sport e ……… nella vita.
Purtroppo però le persone veramente passionali sono poche.
Chi sono io
Ho sempre creduto, nella mia lunga carriera, che “allenare” non è un compito semplice, bisogna essere in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative e di comunicazione.
Un obiettivo importante per l’Allenatore è quello di conoscere le motivazioni (competere, acquisire e migliorare le proprie abilità, sentirsi in forma, far parte di una squadra, stare con gli amici e farsene di nuovi, divertirsi, spendere energia) che hanno determinato e che continuano a mantenere elevato il coinvolgimento dei giocatori.
Di conseguenza, l’allenatore dovrebbe soddisfare il maggior numero delle motivazioni espresse dai propri giocatori, pertanto il suo compito è quello di dare un obiettivo ai giocatori che sia impegnativo e nel contempo raggiungibile e……..non “bacchettarli sempre”.
I requisiti e il comportamento
Secondo me i requisiti e le qualità fondamentali dell’Allenatore dovrebbero essere:
– la competenza;
– la passione;
– la capacità di relazionarsi con i propri giocatori;
– possedere una personalità equilibrata;
– avere una sufficiente autostima;
– ascoltare.
Come dovrebbe comportarsi un bravo Allenatore?
Sicuramente dovrebbe:
– manifestare interessamento e vicinanza verso i propri giocatori;
– manifestare apprezzamento, fiducia e incoraggiamento;
– fornire un aiuto per risolvere le difficoltà;
– concorrere alla formazione di un buon senso di auto-efficacia e di
autostima;
– arrivare all’allenamento carico di entusiasmo;
– trasmettere sicurezza, affetto, accoglienza, serenità;
– essere munito di enorme pazienza.
Non dovrebbe rimproverare ma, al contrario, incoraggiare e motivare e rinforzare i comportamenti positivi.
E’ una figura sbagliata quando:
– ha bisogno di far vedere chi è che comanda;
– pensa di possedere tutte le idee e le soluzioni e rifiuta quelle dei
giocatori, perché ha paura che intacchino la sua autorità;
– rifiuta il confronto.
Quali sono gli Allenatori preferiti dai giovani giocatori?
Sono quelli che:
– trasmettono sensazioni positive;
– rinforzano la prestazione;
– incoraggiano dopo un errore;
– forniscono indicazioni tecniche dopo un errore;
– sono organizzati, preparati e competenti;
– utilizzano uno stile autorevole e non autoritario.
L’empatia
Un tratto della personalità particolarmente dal quale non si può prescindere se si deve guidare una squadra è l’empatia, cioè la capacità di assumere come proprio il punto di vista di altri individui, per capire come ognuno percepisce e vive eventi ed emozioni.
L’empatia è quella risorsa alla quale l’Allenatore può (e deve) attingere per comprendere gli interessi e i bisogni dei suoi giocatori.
E…..se non sei empatico, fai dell’altro, non allenare!