Bloooog!
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Per uno che vince la Coppa Campioni, anzi ne vince addirittura cinque, tanto da autocelebrarsi a lungo come presidente più vincente della storia del calcio, sarà uno scherzo non solo guidare l’Italia, ma addirittura trasformarla, farla progredire in un paese nuovo, prosperoso, giusto, lanciato verso il futuro. Questo è il punto, il nocciolo del grande black hole berlusconiano, l’hard disk del più facile e illusorio dei populismi.
Parlo di quel momento in cui dal calcio si passa alla politica. Non a caso da tutti definito: la discesa in campo. Con evidente riferimento all’attività più popolare e più in vetrina di Silvio Berlusconi. Anche più della Tv perché nel calcio le vittorie danno una precisa quantificazione della tua forza e del tuo valore. Mentre intanto pure Forza Italia e l’azzurro sono praticamente uno scippo dei simboli della Nazionale.
Tutto il resto in fin dei conti è contorno: il calcio è il genitore di tutto quanto, precede Mani Pulite, il bunga bunga e l’infinita sociologia de fenomeno, la sconvolgente e a volte pure comica cronaca dell’epopea berlusconiana.
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(foto tratta da today.it)