“Bravo Jannik, sei stato bravo”. “Mi dispiace…”. “E di che?”. Subito dopo il 6-4 6-3 per l’altoatesino di mercoledì nel secondo turno di Toronto, Matteo Berrettini sorridente e benevolo – quasi da fratello maggiore -, e Jannik Sinner, contrito e serissimo, suggellano il derby con un bell’abbraccio, un altro sublime messaggio di sportività del Rinascimento italiano. L’ennesimo, partendo dalle ATP Finals dell’anno scorso quando Jannik s’è inchinato davanti a Matteo per avergli lasciato il posto, senza insistere – infortunato – pur di incassare un altro super-assegno. “Sei un idolo”, ha scritto sulla telecamera in campo disegnando un cuoricino. “Innanzitutto è un grandissimo giocatore ma la persona è incredibile”. Parlando di tennis, poi, se Sinner ha giustamente vinto, da favorito, il nono derby su 9 contro i connazionali nel Masters 1000 in Canada, Berrettini ha dato ulteriori segnali positivi dopo il miracoloso rientro col quarto turno a Wimbledon, lenendo troppe ferite e troppi stop. E promettendo di colmare i margini di miglioramento da qui agli Us Open del 28 agosto.
OCCASIONE
Che sarebbe successo se Matteo avesse concretizzato una delle 7 palle break che s’è conquistato fino al 4-5 del primo set? Questo dubbio animerà gli allenamenti con coach Vincenzo Santopadre da qui a domenica quando scatta il Masters 1000 di Cincinnati. “Dopo Wimbledon Matteo si è allenato e anche bene e si è visto sia nel primo turno con Barrere che contro Sinner perché ha espresso un buon livello nel complesso, sia di gioco che di fisico e di attitudine in campo. Anche se per quanto riguarda il match con Jannik il primo set “grida ancora vendetta” perché ha avuto tante chances ma Jannik è stato bravo a neutralizzarle. Fino a quello sciagurato game del 5-4, quando ha pagato le poche partite dell’ultimo anno – in quei momenti si vedono queste cose -, dobbiamo essere davvero contenti”.
TRAMPOLINO
Eureka! “Matteo è in salute, sta bene”, gongola Santopadre. “E ci mette poco ad alzare il livello. Nello specifico, in tutti e due i match ha servito molto a bene, a parte quel particolare game con Jannik. E anche nella risposta, che è un punto sul quale stiamo battendo da tanto, si sono visti i miglioramenti”. Berrettini che era rientrato dopo 2 mesi, concludendo in lacrime il primo turno di Stoccarda col troppo netto 6-1 6-2 subito dall’amico Lorenzo Sonego, e che poi ai Championships ha messo in fila proprio Sonego e poi De Minaur e Zverev, strappando un set ad Alcaraz, a Toronto era nettamente sfavorito contro Jannik, più avanti di 30 posti in classifica (8 contro 38) e in fiducia. “Poi nel secondo set era difficilissimo per chiunque rispondere perché Jannik ha cominciato a servire davvero bene, e va sempre tenuto conto dell’avversario”. Perciò Matteo esce battuto ma non abbattuto da Toronto verso il completo recupero.
- tratto da Il Messaggero