Quando una giovane regina Slam, numero 5 del mondo, simbolo del gioco potente e moderno, rinuncia polemicamente a un torneo a tabellone già formulato e critica l’organizzazione del suo sport c’è qualcosa che stride e fa tanto rumore e troppa cattiva pubblicità. Perché rilancia i troppi problemi del movimento, ricco di personaggi e di storie, che però non arrivano alla gente e non producono il ritorno d’immagine che dovrebbero produrre. Un movimento che non riesce a convolare alle auspicate, seconde, nozze col Tour maschile (ATP), dopo il traumatico e polemico divorzio di 50 anni fa.
REGOLE EXTRA
“Performance bye, grazie di aver cambiato le regole all’ultimo momento. Grande decisione come sempre, Wta”. La russa-kazaka ha accompagnato il ritiro da Tokyo con un post che fa scalpore, aggiungendoci un sarcastico emoji di applausi. Contestando platealmente la regola rispolverata dalla WTA, che Elena ritiene vessatoria e limitativa del recupero delle atlete stesse, rischiando di causare nuovi infortuni. In pratica, il bye, cioè il privilegio del passaggio direttamente al secondo turno delle prime teste di serie viene ristretto, dando priorità a quelle che sono arrivate nelle fasi finali del torneo precedente, e che quindi hanno avuto meno tempo per recuperare e spostarsi all’evento successivo. Perciò, a Tokyo, dopo le prime due partecipanti per ordine di classifica, Iga Swiatek e Jessica Pegula, la famigerata bye performance ha premiato Maria Sakkari e Caroline Garcia, fresche protagoniste a Guadalajara come vincitrice e semifinalista, ed ha penalizzato Rybakina. Che, altrimenti, senza questo cavillo, avrebbe avuto qualche giorno in più per ambientarsi, al primo match dopo tre settimane. Voleva qualche giorno in più, non l’ha avuto, e ha rinunciato a Tokyo: “Mi dispiace davvero dovermi ritirare da Tokyo quest’anno. Non vedevo davvero l’ora di partecipare all’evento e amo la città. Devo dare priorità alla mia salute e alla mia forma fisica, ho bisogno di tempo per essere al 100%”.
RUGGINI
Non è la prima volta che la campionessa di Wimbledon dell’anno scorso critica la WTA per il calendario. Soprattutto dopo le ultime disavventure organizzative, come a Montreal, dove la giocatrice ha finito alle 3 di notte il match contro Daria Kasatkina e quindi è crollata di fisico contro Samsonova in semifinale dopo aver vinto il primo set. Dopo di che, ancora scombussolata dall’esperienza ma costretta a disputare comunque, subito dopo, anche il “1000” di Cincinnati, la 24enne di Mosca naturalizzata kazaka, una volta superato il primo turno-maratona contro Jelena Ostapenko, nel secondo set contro Jasmine Paolini ha alzato bandiera bianca, ritirandosi. E, secondo quanto dichiarato in seguito, per questo concatenarsi di situazioni negative, si è presentata in condizioni non ottimali agli US Open, dove s’è arresa a sorpresa al terzo turno contro Sorana Cirstea.
CALENDARIO
Il performance bye nasce probabilmente dalla polemica innescata l’anno scorso dell’allora numero 1, Iga Swiatek, che aveva criticato aspramente “la troppa approssimazione” della WTA per aver definito all’ultimo momento la sede del Masters di fine stagione con le migliori 8 del mondo. Con “un solo giorno per viaggiare da una parte all’altra del mondo”, la polacca aveva dovuto rifiutare la convocazione alla Billie Jean King Cup per presentarsi al meglio a Fort Worth. Situazione che, permanendo i problemi finanziari della WTA, si è ripetuta con lo spostamento dal Texas in Messico, ad appena un mese e mezzo dall’evento, delle Finals di novembre a Cancun. Mentre l’organizzazione gemella, al maschile, l’ATP, organizza da 2 anni il Masters a Torino, e lo farà almeno fino almeno al 2025. Alle Finals donne si è già qualificati Rybakina e la WTA ha twittato una foto di Elena, celebrando con entusiasmo la numero 5 del mondo: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.
*Pubblicato su Supertennis.tv