Bravo, bravissimo. Soprattutto col servizio e col dritto (80,3% in campo-record), Jannik Sinner non sbaglia una scelta, è freddo e preciso nel salvare 4 palle break su 4, è addirittura glaciale e iper-reattivo nell’approfittare sul finale del calo psico-fisico dell’ultimo servizio più potente del tennis, Ben Shelton, provato anche coi suoi 21 anni dalle 11 ore con 3 rimonte al torneo di Tokyo vinto domenica, più il volo aereo di lunedì fino a Vienna, con relativo fuso da assorbire. Così il numero 4 del mondo, il profeta precocissimo che il tennis italiano sognava da sempre, riscatta il ko di Shanghai e doma nel derby fra protagonisti degli Slam futuri il mancino yankee. Che è la rivelazione dell’anno: in appena 53 match s’è catapultato al numero 15 ATP, due anni fa era fuori dai 700 e giocava nel college ed un anno fa era 150. E perde di mezza incollatura: 7-6 7-5, nel segno del grande equilibrio fra due stili contrapposti ed egualmente stimolanti: il super regolarista di nuova generazione e l’attaccante col pugno del ko, entrambe seguiti all’angolo da due ex pro di livello, Darren Cahill e Shelton senior, papà Bryan. Due ragazzi esemplari che poi si abbracciano cavallerescamente, sorridendo, sul net.
SERENITA’
Jannik aveva cancellato il brutto ricordo del 2021 a Vienna, quando, frustratissimo, s’era fatto sorprendere dall’istrione Frances Tiafoe: la capitale austriaca gli è familiare, così vicina ai suoi monti dell’Alto Adige, da spettatore al torneo ATP e poi da attore, con accanto amici, parenti e facce note. In due anni, questo è un altro Sinner, molto più esperto e sicuro, che sa dosare le energie e sa variare sapientemente anche la posizione in risposta, frastornando un grande battitore come Shelton. Che, pur avendo bruciato le tappe in questa prima stagione sull’ATP Tour, stupendo coi quarti agli Australian Open, le semifinali agli US Open, i quarti a Shanghai e il titolo a Tokyo, deve ancora irrobustirsi sul rovescio e in difesa e sta inseguendo la continuità del 22enne italiano. Che invece quest’anno ha firmato 52 partite aggiudicandosi Montpellier, il 1000 di Toronto e il 500 Pechino, cedendo in finale a Rotterdam e Miami e in semifinale a Montecarlo e Wimbledon, sempre e solo contro i primi del mondo.
DETTAGLI
Contro la impressionante potenza dell’avversario, le sue imprevedibili traiettorie mancine e le abili e frequenti giocate a rete, Sinner non ha dominato, ha rischiato ben tre palle break nel primo set, ma poi ha approfittato delle forzature di dritto di Shelton per confezionare un tie-break perfetto, vincendolo per 7-2. Così come ha cancellato anche la quarta palla-break sul 3-4 del secondo set, ma per la terza volta sul 4 ha messo giù un ace. “Dettagli” già Jannik, quelli che fanno la differenza sui punti importanti. Come appunto le risposte del tie-break, gli ace salva palle break, il passante di rovescio e il dritto longilinea – fra i 13 vincenti – con cui strappa finalmente la battuta a Ben sul 5-5 e sprinta per la vittoria. Oggi non prima delle 17.30 gli ottavi con Lorenzo Sonego.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 26 ottobre)