Tutta colpa dei francesi, ancor di più con il presidente della federazione, Gilles Moretton, e il direttore del secondo torneo nazionale, Cedric Pioline, sono ex tennisti professionisti. Dopo il caotico mercoledì all’ultimo Masters 1000 dell’anno a Parigi-Bercy, con Jannik Sinner che è entrato in campo solo alle 00.30, ne è uscito alle 2.37 del mattino dopo aver superato l’ostacolo MacKenzie McDonald, è stato riprogrammato già come terzo match il giorno dopo e, al risveglio, ha rinunciato alla partita contro Alex DeMinaur, ritirandosi dal torneo. Troppo pericolosa la prospettiva di un ulteriore sforzo dopo le prove della settimana scorsa a Vienna, soprattutto una volta che s’era assicurato di conservare il numero 4 del mondo alle ATP Finals di Torino e quindi di affrontare nel girone solo uno fra Djokovic, Alcaraz e Medvedev. “Sono dispiaciuto di annunciare che mi ritiro. Ho finito il match quando erano quasi le 3 del mattino e sono andato a letto solo qualche ora più tardi. Avevo meno di 12 ore per riposarmi e preparare la prossima partita. Le settimane a venire con le ATP Finals in casa e la coppa Davis saranno importantissime, ora mi concentro sulla preparazione di questi importanti eventi. Ci vediamo a Torino! Forza!”.
POLEMICHE
Del resto, sul campo, il più caldo dei top5, aveva preannunciato: “E’ molto tardi, cercherò di dormire e recuperare, vediamo come starò al risveglio. Ma sono felice, è stata dura, ho perso un po’ male il primo set. E’ normale quando passi da un torneo all’altro, devi adattarti alle condizioni”. Sui social il suo super-coach, Darren Cahill, ha postato: “Sono le 2.45. Felici per il successo di Jannik, ma non c’è nessuna considerazione per il benessere dei giocatori a Parigi”. Casper Ruud, eliminato per mano di Francisco Cerundolo, e virtualmente fuori dalla corsa agli 8 per Torino dopo la finale di un anno fa, ha twittato solidale: “Complimenti, dare 14,5 ore e mezza (di riposo) è proprio il miglior modo per aiutare uno dei migliori giocatori del mondo a recuperare e ad essere pronto al meglio dopo che ha finito la sua partita alle 2.37 del mattino”. Proteste che sono state rilanciate sui social.
NO SORPRESA
Sin dal via, lunedì, Bercy ha fatto slittare il primo match della sera dalle 19.30 alle 21.15, alle 20.50 di martedì e alle 21.40 di mercoledì, coi possessori del biglietto ammassati fuori al freddo di Parigi. Già Thiem-Wawrinka si era concluso, fra le polemiche, alle 2.22 del mattino. Del resto, il Palazzo dello sport che ospita dal 1986 il torneo nato 51 anni fa, possiede un campo minore che però ha un “out” minimo, come le tribune, e chi paga 100 euro minimo di biglietto ha i suoi diritti. Mentre il campo centrale (capienza 19.400 spettatori), con 6 match al giorno, non può ospitare tante partite che spesso si protraggono oltre le 2 ore. Infatti, dall’anno prossimo, il torneo traslocherà alla Defense, impianto da 40mila spettatori, per difendersi dalla concorrenza di un decimo Masters 1000 in Arabia Saudita, aumentando i partecipanti da 56 a 96 e moltiplicando campi e spazi.
SCANDALO
Cari giocatori, è protestare è legittimo, ma perché non farlo prima? Perché non esporsi per i propri diritti come hanno fatto, nella storia, solo tre star, Arthur Ashe, Mats Wilander e Novak Djokovic? Perché non cercare soluzioni anche a torneo in corso, coi primi disagi, magari rinunciando alla possibilità di esordire in extremis per riposarsi un po’ di più dopo Vienna come ha fatto Jannik? Come mai i protagonisti non incidono sulle decisioni? Alle WTA Finals di Cancun le tenniste non stanno meglio: protestano per il campo irregolare e per il rientro-lampo che dovranno sostenere verso l’Europa.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 3 novembre 23)