Trick, rails, slopestyle, sono parole insolite, ma che da qualche anno fanno parte del gergo sportivo. La novità è arrivata dagli Stati Uniti ed è stata subito assorbita dai nostri atleti che, pian piano, stanno conquistando il mondo dello ski freestyle.
Fra questi spicca il nome di Flora Tabanelli, 15enne nata a Sestola, ma cresciuta agonisticamente a Pozza di Fassa che la scorsa estate ha conquistato un oro e un argento ai Mondiali Juniores.
Prima italiana a salire su un podio iridato, la portacolori dell’Esercito ha fatto l’esordio in Coppa del Mondo a Coira centrando la finale e un sesto posto che la lancia verso un futuro pieno di soddisfazioni.
Flora Tabanelli, com’è stato l’esordio in Coppa del Mondo?
E’ stata un’esperienza indimenticabile. Se penso che ho avuto modo di gareggiare con delle campionesse, mi accorgo che ho vissuto qualcosa d’incredibile oltre che d’ispirazione. E pensare che fino a poco tempo fa le seguivo soltanto sui social …
Non le sono tremate le gambe nel lanciarsi per la prima volta da un trampolino di questo genere?
In effetti affrontare una rampa così alta mi ha messo un po’ di pressione. Dovevamo saltare da 42 metri su una struttura costruita in città con una parte in neveplast e una coperta di neve. Nonostante ci fossimo già preparati a queste altezze, queste condizioni mi hanno messo in difficoltà. Ho pensato che fosse quasi impossibile superarle. Poi giro dopo giro sono riuscita a prendere confidenza e applicare quello che sapevo fare. Inoltre ho potuto finalmente conoscere le mie avversarie e creare così nuove amicizie.
Non ha avuto timore di affrontare le big del “Circo Bianco”?
Nonostante fossi entusiasta di trovarmi lì, non sentivo tutta quella pressione che le aspettative possono portare. A questo punto ho pensato soltanto a portare in pista il meglio che sapessi fare nel modo più pulito e preciso. Ed esserci riuscita mi ha reso molto felice.
Si aspettava di poter conquistare già la finale e fermarsi a un passo dalla top five?
Non me l’aspettavo. Sono molto fiera di me stessa e del risultato che ho raggiunto.
Anche suo fratello Miro fa parte della Nazionale di Big Air. Qual è il rapporto fra voi due?
Siamo molto legati da quando eravamo piccoli e per questo ci sosteniamo l’un l’altro. Ci capiamo al volo ed esser in squadra con lui è una sicurezza oltre che un grande punto di riferimento.
Gareggiando assieme, vi spingete l’uno con l’altro?
Assolutamente sì. Io e lui ci confrontiamo sempre e molto spesso. A volte mi regala dei consigli, anche perché ha maggior esperienza di me.
Siccome lui è più grande, ha scelto questo sport seguendo lui?
Ho sempre apprezzato il freestyle guardando le gare di mio fratello. Quando mi sono trasferita con la mia famiglia per frequentare lo Ski College di Fassa, ho deciso di intraprendere questo nuovo sport dopo aver praticato sci alpino, pattinaggio di figura, snowboard cross e ginnastica artistica. Sono quindi arrivata fisicamente preparata e con grande determinazione.
Ai Mondiali Juniores ha conquistato un oro e un argento. Ci racconta questa esperienza?
E’ stata la mia prima esperienza fuori dall’Europa e la mia prima gara di livello mondiale. La Nuova Zelanda mi è piaciuta molto in quanto, essendo molto selvaggia, mi sono sentita come a casa. Ho subito trovato uno snowpark perfetto che mi ha aiutato ad aver un approccio positivo. Nei training mi sono trovata subito bene sia nello slopstyle che nel big air cogliendo il pass per le finali. Ero molto emozionata essendo la prima gara, ma grazie al mio allenatore Valentino Mori, che mi ha seguito al meglio, alla squadra e a mio fratello sono riuscita a rimanere tranquilla. Riuscendo a portare un salto che avevo provato nei giorni precedenti, sono molto soddisfatta per come sia andata.
Gareggiando sia nel big air che nello slopestyle, quali sono le differenze fra le due?
Il big air consiste in unico salto con due trick obbligatori. Lo slopestyle è invece composto invece da una lunga discesa puntellata da diverse strutture da superare. E’ quindi necessario esser più innovativi e precisi possibile per affrontare i rails, corrimano in ferro con forme e dimensioni diverse dove compiere cambi di direzione oppure rotazioni in entrata e uscita. Dopodiché ci sono tre o quattro salti da completare.
Come vi allenate sulla neve? Avete delle strutture ad hoc per provare le acrobazie?
Durante la stagione invernale ci alleniamo principalmente a Livigno dove ci sono le strutture migliori in Italia. Cerchiamo di affrontare i salti più ampi affinché ci si possa preparare per le competizioni internazionali. Nei nostri snowpark invernali ci sono però altre strutture più basilari che ci permettono di migliorare il controllo del nostro corpo.
In estate invece vi cimentate in palestra come accade per i tuffatori oppure utilizzate lo skateboard?
Facciamo innanzitutto molta palestra e preparazione fisica. L’allenamento più importante è quello del Banger Park, una struttura situata in Austria che possiede una pista in neveplast con atterraggio su un pallone gonfiabile. Questo ci consente di provare trick e riuscir ad atterrare in sicurezza oltre che imparare ad impattare sulla neve. Io faccio anche molto trampolino elastico che aiuta molto per capire il proprio corpo com’è in aria e nelle rotazioni fuori asse. Inoltre uso molto anche lo skateboard perché, per quanto non c’entri molto con lo sci, mi diverte parecchio.
In futuro il movimento italiano può crescere ulteriormente?
Penso proprio di sì perché lo ski freestyle è uno sport nuovo, ma che al tempo stesso è in crescita in Italia. Per me dare l’opportunità ai giovani di praticarlo in sicurezza e conoscerlo di più è fondamentale per sviluppare il movimento. Una grande opportunità è stato praticarlo nello Ski College di Fassa dove da cinque anni è stata inserita questa disciplina. Lì sono stata seguita dall’allenatore Simone Canal, mentre lo scorso anno sono stata aggregata alla squadra “Osservati” della Fisi e lì ho avuto modo di sciare molto di più.
Qual è il sogno che le piacerebbe realizzare?
Esser un’ispirazione nel mondo del freestyle.
In conclusione, come si vede alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?
In questi anni voglio lavorare al meglio, crescere, migliorarmi e arrivare alle Olimpiadi con l’obiettivo di giocarmela al meglio.
Ascolta l’intervista nella nuova puntata del podcast “Fiocchi di ghiaccio”: https://open.spotify.com/episode/05klwFnmBWY70xhki3nyzT?si=wFpYtnXnRA-CXgdA6N0ZKA