Esordire in Coppa del Mondo di sci è come entrare in un parco di divertimenti per la prima volta: un’ondata di emozioni difficile da gestire. La stessa che Emilia Mondinelli ha vissuto sulla pelle in occasione del doppio impegno in programma a Levi.
Reduce da un inverno che le ha regalato il primo titolo italiano in slalom speciale, la 19enne di Alagna Valsesia si è ritrovata improvvisamente a combattere per la qualifica al fianco di regine del Circo Bianco come Mikaela Shiffrin e Petra Vlhova.
Nonostante la comparsata nel massimo circuito mondiale, la piemontese delle Fiamme Gialle è ancora alla ricerca di un’identità in Coppa Europa che la possa far approdare stabilmente in Nazionale maggiore.
Nella speranza che Emilia possa compiere quel salto di qualità che le permetterebbe di coprire così il vuoto lasciato dai ritiri di Chiara Costazza e Irene Curtoni.
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Emilia, ci racconta il suo esordio in Coppa del Mondo?
E’ stata un’emozione bellissima perché non me l’aspettavo trovandomi a inizio stagione. E’ vero che avevo concluso lo scorso inverno molto bene, ma non pensavo che ciò mi sarebbe bastato per approdare in Coppa del Mondo. Raggiungere questi livelli è un sogno per tutti, ma poterlo fare con mio fratello al mio fianco ha dato un valore maggiore a tutto.
Ricordiamo che a marzo ha conquistato il titolo italiano assoluto. Com’è stato battere atlete più esperte di lei?
Venivo da una stagione difficilissima, anche perché era la prima in Nazionale con il conseguente percorso di adattamento ad allenatori e circuito nuovo. Dopotutto avevo preso parte solo a una gara di Coppa Europa sino a quel momento. Sono partita molto indietro rispetto alle altre, ho fatto veramente fatica. A metà anno ho però iniziato a ingranare anche nel circuito continentale e pian piano sono riuscita a migliorare. Nonostante ciò mi sono presentata agli Assoluti, senza alcuna aspettativa, nemmeno di far medaglia. Invece sono riuscita a vincerli.
Come ha reagito quando il direttore tecnico Max Carca l’ha convocata?
E’ stato bellissimo, quasi da piangere. E’ difficile trovare le parole giuste per spiegare cosa si provi quando ti arriva un messaggio del genere.
Come si è sentita quando si è affacciata dal cancelletto della Black Levi?
Sono arrivata in partenza molto in ritardo perché ho sbagliato a calcolare i tempi. Ho quindi fatto tutto di fretta e in realtà l’unica cosa che ho pensato quando ho messo fuori le racchette dal cancelletto è stato il freddo. Questo perché i luoghi dove attendiamo la partenza sono riscaldati, mentre la temperatura esterna di -15°. Di conseguenza quando sono uscita ho dovuto scontrarmi con un freddo particolarmente pungente.
Partendo con un pettorale particolarmente alto, quanto ha faticato a rimanere in pista su un tracciato così complicato?
Non l’ho vissuto troppo male perché le prime cinque non le ho nemmeno viste. In quel momento stavo facendo riscaldamento su un’altra pista. Ne ho guardate poi una decina ed ero molto tranquilla. Ho valutato dove si potesse far velocità e dove invece era necessario tenere di più. Mio fratello che stava guardando la gara mi ha detto che si poteva centrare l’accesso alla seconda manche e ciò mi ha tranquillizzata. Onestamente vedere le altre in televisione sembra quasi che loro facciano un’altra gara, motivo per cui quando accedi al cancelletto pensi soltanto a te stessa e alla tua prestazione.
Quali difficoltà ha incontrato su una pista già rovinata?
In entrambe le gare sul piano non c’era nemmeno un segno, sembrava che partissi con il numero uno. Il primo giorno ho però patito parecchio il muro perché la neve sgranava e avevo la sensazione che la pista si stesse per rompere da un momento all’altro. Durante il secondo invece non ho subito in alcun modo il segno per cui è andato tutto liscio.
Come si è sentita ad affrontare la ricognizione in compagnia di fuoriclasse come Mikaela Shiffrin e Petra Vlhova?
E’ stato un onore. Nei giorni precedenti, quando ci stavamo allenando a Levi, la Shiffrin si è fatta male e quasi sembrava non dovesse prendere parte alla gara. Mi sarebbe dispiaciuto moltissimo perché affrontare la mia prima gara di Coppa del Mondo senza ‘Sua Maestà lo sci’ sarebbe stato molto triste. Invece è stata una grande emozione confrontarmi con loro nonostante abbiano un livello da marziane.
Prima di scendere le tue compagne di nazionale ti hanno dato qualche consiglio?
Noi non sentiamo nulla perché le informazioni ce le danno gli skiman che hanno le cuffie collegate alle radio. Ho ricevuto delle notizie dalle mie compagne, ma non so da arrivassero di preciso. Sicuramente qualche consiglio in partenza è giunto grazie al grande lavoro di squadra, ma non saprei individuare con precisione il mittente.
Per allenare lo slalom speciale dovete per forza scendere in pista oppure avete modo di usufruire di qualche esercizio a secco?
L’atletica è fondamentale, soprattutto in slalom, perché devi avere un muscolo sempre reattivo. Motivo per cui si fa tanta velocità e sprint. Ci si può allenare anche con i roller però, soprattutto in questa specialità, più lavoro fai sulla neve, meglio è.
Nelle gare FIS ha affrontato anche prove in slalom gigante. Preferisce i pali stretti oppure le porte larghe?
Ho sempre amato di più lo slalom anche se da piccolina andavo più forte in gigante. Lo speciale divertiva di più, anche perché c’era mio fratello e i miei compagni di squadra che affrontavano quella specialità e mi spingevano verso i pali stretti. In realtà adesso dipende da come vado, però sono consapevole che far gigante aiuta perché più discipline affronti, più sei avvantaggiata nella tua specialità d’origine. Lo slalom rimane comunque la mia preferita.
Qual è il suo programma per quest’anno? Tornerai in Coppa del Mondo?
In realtà il progetto iniziale era quello di seguire il programma dello scorso anno, quindi continuare con la Coppa Europa in slalom. Non so se mi porteranno nuovamente in Coppa del Mondo, però mi auguro di sì affinchè possa fare ulteriore esperienza. Nel circuito continentale proverò invece a cimentarmi anche in gigante.
In vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 qual è la sua prospettiva?
Sono ancora lontane visto che punto a lavorare anno per anno. Quando sarà il momento penserò alle Olimpiadi perché se iniziassi ora a concentrarmi su quella, perderei quanto stia facendo ora. Mi piacerebbe partecipare, ma non voglio fasciarmi ora la testa.