“A chi vive nella ricchezza – replica l’attaccante che portò la Salernitana in serie A, con Fabrizio Castori in panchina -, dunque lal maggioranza degli italiani, suggerisco di capire la differenza con gli africani. Felici nella povertà. Chi è cresciuto lì non sente la povertà, perché là si prova a vivere con gioia e felicità. Inviterei tutti a fare un viaggio per aprire gli occhi: la gente anche se ha poco è molto meno stressata di chi sta qui”.
Soprattutto nelle regioni più operose, dunque Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, si lamenta del tutto che si ha, sicuramente del superfluo.
“La Costa d’Avorio rappresenta la mia cultura, il mio modo di essere anche se sono venuto in Italia quando avevo 7 anni, in provincia di Treviso, a Casier. La nazionale per me è importantissima, è ovvio che mi piacerebbe farne parte. Tifo per Sebastien Haller, del Borussia Dortmund, in Germania: è nato in Francia da ivoriani è diventato il capitano della nazionale, torna alla grande dopo aver sconfitto un tumore”.
E’ un bel messaggio di un attaccante che non segna tanto eppure incide. Con la sua andatura dinoccolata è imprevedibile. Soprattutto, dimostra come i calciatori se adeguatamente stimolati raccontano cose interessanti, spiazzanti, sono a propria volta maestri di vita.